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‘Bartleby, lo scrivano’ a Il Teatro cerca Casa

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Enzo Salomone ph Giancarlo de Luca


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In scena il 27 gennaio a Bagnoli, Napoli

Riceviamo e pubblichiamo.

Domenica 27 gennaio, ore 18:00, a Bagnoli, Napoli, nell’ambito della rassegna di teatro in appartamento Il Teatro cerca Casa, Enzo Salomone propone il racconto di Melville ‘Bartleby, lo scrivano’, come una sequenza narrativo – musicale, dove la sua voce adegua, ai tempi dell’ascolto, il plot letterario, che s’innesta nelle sonorità di una appropriata scelta di musiche registrate e di live electronics.

Chi è realmente questo enigmatico scrivano che nella New York del 1853, nel tempio del capitalismo americano in pieno decollo, Melville, contrappone ad un avvocato, io narrante del racconto, che ha avuto la disavventura di accoglierlo nel suo studio al n.*** di Wall Street?

E che dopo un primo periodo di onesto, probo, lavoro di copiatura e controllo di atti legali, si permette di rifiutare progressivamente qualsiasi altra attività con la misteriosa, sconcertante, ossessiva e tuttavia gentile espressione:

I would prefer not to…
Preferirei di no?

Eppure, l’avvocato a cui si contrappone non è il rappresentante di un potere autocratico e cieco. È religioso, anglicano, pieno di scrupoli “umani”, gentile, dialogante, permissivo, inclusivo, democratico, borghese. Ciononostante Bartleby gli nega ogni tentativo di dialogo.

Chi è Bartleby, un anarchico, un marxista, un rivoluzionario? Un non-violento alla Thoreau? O è solo uno schizofrenico? Un autistico adulto? O un Giobbe del XIX secolo? Oppure è il risultato di una errata alimentazione alternativa – mangia solo focaccine allo zenzero? Oppure è Melville stesso in crisi d’identità? Chissà quante fantasiose definizioni si potrebbero aggiungere ancora a queste.

Ma, tralasciando l’ansia di definizione di Bartleby, quella sua solitaria, intransigente opposizione rimanda a tutte le violenze che nel secolo scorso hanno caratterizzato i tentativi di ribellione, di opporsi, di dire no, operati da uomini organizzati o da solitari oppositori, che si rifiutavano di soggiacere alla condizione del “lavoro alienato”, di “copiare”, appunto, e assumendo come metafora il racconto di Melville, quella lancinante, anarchica, per quanto inutile e autolesionistica, risposta ossessiva di Bartleby, risuona oggi, in un’epoca sempre più discriminante ed esclusiva, terribilmente profetica e attuale.

Per assistere agli spettacoli è necessaria la prenotazione chiamando al 334-3347090 – 347-0963808 – 081-5782460, oppure attraverso il sito www.ilteatrocercacasa.it.
A chi prenota verrà rivelato l’indirizzo del luogo che ospita lo spettacolo.

Foto Giancarlo de Luca

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