‘Primi interventi siano punto di partenza per rilancio SSN’
Riceviamo e pubblichiamo.
Dichiara Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della UGL Salute:
Le parole come ci hanno insegnato i latini possono volare e disperdere la loro forza.
Ora però, con l’approvazione da parte del Governo del decreto bollette per la parte riguardante la sanità, siamo di fronte a fatti concreti, quelli che dal giorno dell’insediamento del Ministro Schillaci al dicastero della Salute abbiamo chiesto a gran voce.
Serviva una netta inversione di tendenza per iniziare a marciare verso il rilancio del SSN, ponendo gli operatori sanitari e i cittadini al centro del progetto.
Una serie di interventi, quelli introdotti da Schillaci e dal suo staff, che mirano a dare dignità alle figure impegnate in prima linea.
Penso al superamento del vincolo di esclusività per gli infermieri. Da anni chiedevamo che il problema fosse affrontato e finalmente la soluzione è stata trovata.
Così come accogliamo positivamente l’erogazione degli incentivi rivolti a medici e infermieri dei Pronto soccorso che, già a partire dal prossimo mese di giugno, vedranno aumentare l’importo degli straordinari.
Bene anche, seppure come soluzione provvisoria ed in via sperimentale, all’utilizzo degli specializzandi che fino al 31 dicembre 2025 potranno essere utilizzati, in forma libero professionale, nei reparti dell’emergenza – urgenza per un massimo di otto ore a settimana.
Al contempo è apprezzabile il giro di vite sul ricorso ai medici a gettone. Questi potranno essere assunti esclusivamente nei pronto soccorso, per un massimo di un anno, avendo maturato i requisiti professionali previsti dalla legge e solo dopo che verrà certificata la reale impossibilità di utilizzare personale in regolare servizio e che non ci sia modo di attingere a graduatorie di idonei.
Serve restituire fiducia e voglia di intraprendere le professioni sanitarie rendendole appetibili economicamente per la qualità delle condizioni in cui vengono svolte. Non siamo ancora di fronte ad una rivoluzione ma la base di partenza ci sembra quella giusta.
Come dimostra la volontà di combattere le aggressioni nei confronti degli operatori sanitari. L’atto di violenza nel loro confronti viene qualificato come lesione grave punibile con una pena tra 4 a 10 anni di reclusione.
Iniziamo quindi a vedere una politica sanitaria del fare dopo essere stati testimoni di quella del dire e promettere senza riscontri.
Di strada da percorrere ce ne è molta, ma, confortata da queste premesse, che devono essere però un punto di partenza la UGL salute è pronta a sostenerla per cambiare radicalmente il SSN italiano.