15.000 i pistoiesi coinvolti. Il 77% dei giovani ha trovato lavoro
Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.
Con una media annua di 9,6 milioni di euro, ammonta a 48 milioni la somma investita dalla Regione in provincia di Pistoia per il sistema regionale di educazione, istruzione e formazione e per le politiche attive del lavoro.
Sono queste le cifre del consuntivo 2015 – 2019 rese note stamani nel corso di LIFT, Lavoro, Istruzione, Formazione e Transizioni, l’iniziativa promossa dalla Regione Toscana che si è tenuta nella sala Nardi della Provincia di Pistoia.
È stata l’Assessore regionale all’istruzione, formazione e lavoro, Cristina Grieco, a renderle pubbliche, evidenziando come l’intervento economicamente più consistente, 18 milioni di euro, è stato destinato all’edilizia scolastica. Alle attività di formazione sono stati dedicati 16 milioni di euro, mentre 14 milioni sono andati per interventi di educazione e diritto allo studio.
Ha precisato l’Assessora Grieco, che è anche la coordinatrice della Commissione istruzione, lavoro, innovazione e ricerca della Conferenza delle Regioni italiane:
A Pistoia sono stati oltre diecimila, 10.738, coloro che hanno partecipato ai percorsi formativi finanziati dalla Regione, mentre oltre tremilaottocento, 3.866, quelli che hanno beneficiato di interventi individuali finalizzati alla formazione e all’inserimento lavorativo.
Si tratta in tutto di quasi 15.000 soggetti. Molto buoni anche i risultati ottenuti grazie ai servizi dei Centri per l’impiego sul territorio, che evidenziano ottimi dati sia in termini di inserimento nel mondo del lavoro che di gradimento dei servizi offerti.
È il modello toscano del LIFT l’ascensore sociale attraverso il quale puntiamo a collegare sempre meglio il mondo della scuola con quello del lavoro e a creare occupazione, in particolare per i giovani.
Oltre il 60% di coloro che hanno stipulato un patto di servizio con i CPI nel corso dell’anno ha ottenuto un’opportunità di inserimento nel mercato del lavoro. Si tratta di una cifra che sale al 77% nel caso dei giovani. Secondo un’indagine condotta dall’IRPET in Toscana i disoccupati che accettano le proposte avanzate dai CPI hanno più dell’85% di possibilità di trovare occupazione.
A Pistoia sono quattro i CPI attivi: nel capoluogo, a Quarrata, Monsummano e Pescia. A loro si affiancano il servizio territoriale di San Marcello Pistoiese e i 4 web learning points.
Lo scorso anno i CPI pistoiesi hanno preso in carico 19.498 utenti attivando oltre 38.000 azioni finalizzate a trovare occupazione. Sono 605 i disoccupati residenti nella provincia di Pistoia che hanno aderito al PIO, il Piano integrato per l’occupazione. Quasi 9 su dieci hanno regolarmente concluso il percorso di politica attiva per il lavoro e il 60% è stato effettivamente avviato al lavoro.
Con un gradimento pari all’80,9% degli utenti i CPI della Toscana sono quelli meglio valutati in Italia, seguiti con l’80,1% da quelli veneti ed emiliani.
Un’indagine condotta a fine 2018 da Ismeri Europa, mostra che dopo sei mesi dalla fruizione dei servizi il 46,3% degli utenti erano occupati, un dato che sale a oltre la metà, 52,2%, nell’arco di due anni. Tre occupati su 4 continuano ad esserlo dopo almeno un anno. L’88% è soddisfatto del suo impiego e il 76% lo ritiene coerente con il proprio percorso formativo e professionale.
La Toscana è la regione che dal 2014 al 2018 ha ridotto maggiormente, dal 13,8 al 10,6%, la percentuale di giovani che abbandona prematuramente gli studi, un dato perfettamente in linea con la media europea, mentre quella italiana è al 14,5%.
Tra le nuove opportunità figurano i voucher formativi just in time, che assegnano fino a 6.000 euro a quelle imprese disponibili ad assumere personale formato in modo specifico. Esistono poi percorsi formativi brevi rivolti a disoccupati, inoccupati e inattivi. Per favorire l’assunzione dei NEET, i giovani tra i 18 e i 30 anni che non studiano e non lavorano, ci sono contributi fino a 4.000 euro per le aziende.
Un ulteriore incentivo è rappresentato dal finanziamento di 3.000 euro per due anni delle staffette generazionali tra lavoratori, tra chi va in pensione anticipata a chi viene assunto dopo un tirocinio.