Prato oggetto di un piano di integrazione urbana
Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.
Molti pensano che sia inutile. In tanti si lamentano che è lontana.
Ripete il Presidente della Toscana, Enrico Rossi:
Ma non è così. L’euroscetticismo cresce anche perché dell’Europa spesso c’è scarsa conoscenza.
L’Europa è vicina, ribatte.
Vive attraverso i fondi che la Regione utilizza per rendere più belli, sicuri e vivibili i quartieri delle città.
Anche Prato è stato oggetto di un piano di integrazione urbana.
Si fa sentire nel dare una mano alle imprese che vogliono farsi più dinamiche, a sostegno del trasferimento tecnologico o per la mobilità sostenibile, come ad esempio può essere la realizzazione di una ciclabile; si palesa per la difesa dell’ambiente e contro i cambiamenti climatici, nei contributi al rinnovo di macchinari industriali meno energivori o in investimenti sul capitale umano e contro la disoccupazione.
Non manca a sostegno della cultura e dei piccoli e grandi musei: il caso pratese più recente e noto è il Pecci di Prato.
Senza fondi europei insomma, e senza a volte le vituperate linee guida europee, senza la linfa vitale iniettata negli ultimi quindici anni dai vari programmi operativi che declinano in chiave regionale le politiche comunitarie di coesione, la Toscana, e tutta l’Italia, sarebbe meno sviluppata, meno dinamica e meno coesa.
Ed è quello che vuole dimostrare e ricordare il Presidente della Toscana Enrico Rossi nel suo viaggio ‘L’Europa in Toscana’, che nella Provincia di Prato consuma oggi la terza tappa.
Ecco qualche numero, per capire.
Il bilancio dell’Europa
Alimentato da meno dell’1% del PIL di ogni paese membro, il bilancio dell’Unione europea vale oggi circa mille miliardi di euro: agricoltura e politica di coesione, i cosiddetti fondi strutturali, sono le due poste principali e corrispondono a circa due terzi.
I fondi europei che oggi arrivano in Toscana sono l’equivalente dello 0,2% del PIL regionale.
Ma grazie gli imprenditori, numerosi, che ne hanno colto l’opportunità e grazie anche al cofinanziamento di Stato e Regione sono un volano importante di sviluppo.
Lo scorso maggio la Commissione europea ha presentato le proposte di regolamento per la programmazione 2021-2027: un miliardo e 134 milioni a disposizione, con meno fondi per PAC e coesione e più risorse per sicurezza e contrasto all’immigrazione, raddoppiate, e per il digitale e la ricerca.
Toscana virtuosa
I fondi strutturali sono spesso criticati perché molte Regioni li spendono male o in ritardo.
La Toscana nel periodo 2007-2013 ha speso il 118 per cento dei fondi ricevuti, ovvero anche parte delle risorse che altri non sono stati in grado di impiegare e quindi sono state ridistribuite.
Nel 2014, visto che l’Europa era in ritardo sulla programmazione, la Toscana ha addirittura anticipato le risorse dal proprio bilancio, per assicurare continuità agli interventi.
L’Italia versa all’Europa più risorse di quante le tornino indietro; è cioè un cosiddetto contribuente netto.
Per via del Mezzogiorno è però anche il secondo paese beneficiario della politica di coesione, dopo la Polonia.
Fino ad oggi ha impegnato il 36% dei fondi della programmazione 2014-2020, che potranno essere spesi entro il 2023.
Dei 44 miliardi di euro di fondi UE destinati all’Italia per il periodo 2014-2020, alla Toscana va tra FESR e FSE circa un miliardo e mezzo.
Va aggiunta la parte di cofinanziamento che sui singoli progetti mette lo Stato e la Regione.
Altri 870 mila euro fanno capo al FEASR, il fondo per lo sviluppo rurale.
Fondi europei a Prato
Per il periodo dal 2007 al 2013 la Regione ha distribuito in provincia di Prato contributi dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale per oltre 68 milioni.
Queste risorse hanno permesso investimenti per più di 114 milioni distribuiti su 621 progetti.
In tutta la Toscana i contributi del FESR, nello stesso periodo, sono stati pari a 1 miliardo e 298 milioni di euro, per 2 miliardi e 309 milioni di investimenti.
Sempre dal 2007 al 2013 il Fondo Sociale Europeo, che non finanzia infrastrutture ma politiche per le persone, ha portato nel pratese contributi per 31 milioni in 2.247 diversi interventi: a 659 milioni ammontano invece i finanziamenti in tutta la regione.
Con il FEASR, fondo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, se ne aggiungono altri 870, qualcosa più cinque in provincia di Prato, pari a 835 progetti e oltre 9 milioni di investimenti finanziati.
La programmazione 2014-2020 è ancora in corso: rimangono due anni per concludere il settennato e cinque per spendere le risorse.
Grazie al Fondo di sviluppo regionale, a Prato e Provincia sono stati sostenuti 290 progetti per 28 milioni e 192 mila euro di contributi.
Con quelle risorse, 792 milioni la dotazione per tutta la Toscana, 445 milioni le risorse finora impegnate e 962 milioni gli investimenti innescati, nel pratese sono stati resi possibili investimenti per 59 milioni e quasi 632 mila euro.
Con il Fondo Sociale europeo, sempre nel periodo 2014-2020, sono stati finanziati 1.084 interventi per oltre 16 milioni.
I contributi finora concessi in tutta la Regione sono pari a 321 milioni, su una dotazione complessiva di 732 milioni.
Grazie al FEASR, infine, a Prato sono stati concessi contributi per 7 milioni e 883 mila euro.
Hanno interessato 87 progetti, permettendo alla fine oltre 22 milioni di investimento.
Per tutta la Toscana la dotazione complessiva è di 949 milioni, 601 i contributi già concessi.
Su www.regione.toscana.it/tour-europa-toscana le schede dei progetti più importanti finanziati con i fondi europei.