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Yemen: stop ai negoziati per assedio Taiz

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Lo rivela un funzionario yemenita che ha accennato alla possibilità del fallimento dell’ultima missione dell’inviato delle Nazioni Unite a Mascate

Per negoziare l’apertura dei valichi di Taiz, un membro della delegazione governativa yemenita, Nabil Jamil, ha negato che ci sia un nuovo round di negoziati con gli Houthi per discutere la fine dell’assedio alla città. Ciò avviene dopo che la milizia Houthi ha annunciato l’arrivo dei suoi rappresentanti nella capitale giordana, Amman.

Jamil ha confermato in un tweet che i prossimi incontri ad Amman, previsti ad inizio settimana, con la squadra militare, riguardano le violazioni dell’armistizio in corso in Yemen.

Ha aggiunto:

Al momento non è previsto un nuovo round di negoziati sull’apertura delle strade di Taiz e non abbiamo ricevuto alcun invito dall’ufficio dell’inviato ONU a questo proposito.

Un membro della squadra del governo ha spiegato che gli Houthi si rifiutano di aprire le strade che collega la città al resto del Paese. Ha accennato alla possibilità del fallimento dell’ultima missione dell’inviato delle Nazioni Unite a Mascate, dopo l’incontro con la delegazione Houthi.

Ha detto:

Sembra che la recente missione dell’inviato a Mascate non abbia portato nulla di nuovo.

La scorsa settimana la milizia Houthi sostenuta dall’Iran aveva respinto la proposta delle Nazioni Unite annunciata da Hans Grundberg, dopo la fine dei colloqui di Amman tra il governo e le delegazioni Houthi iniziate il 6 giugno, dopo due colloqui di due settimane.

La proposta rivista dell’ONU prevede la riapertura di 5 strade, inclusa una linea principale che porta a Taiz, con l’obiettivo di alleviare le sofferenze dei civili e facilitare l’arrivo delle merci.

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Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.