Ancora una volta la milizia rifiuta di ricevere l’inviato delle Nazioni Unite a Sana’a e fa riflettere sulla complessità del compito del mediatore internazionale
Martedì 29 marzo la milizia Houthi nello Yemen ha rinnovato il suo rifiuto di ricevere l’inviato ONU, Hans Grundberg, nella capitale, Sana’a.
Per gli analisti locali si tratta di un’indicazione che fa riflettere sulla complessità del compito del mediatore internazionale, che spera comunque di spingere le partiti yemenite affinché si impegnino in consultazioni su più binari verso una soluzione politica globale e sostenibile della crisi.
Il capo del cosiddetto Consiglio politico supremo , l’autorità nominale di governo degli Houthi nelle sue aree di controllo, Mahdi al-Mashat, in un’intervista televisiva ha dichiarato:
È difficile ricevere un inviato delle Nazioni Unite che non sia in grado di portare del carburante in una nave.
Il funzionario Houthi ha aggiunto:
Chi non è in grado di portare una nave per il carburante mentre rappresenta le Nazioni Unite è più incapace di altri.
Questo è quanto riportato dalla piattaforma multimediale “Yemen Future“.
Lo scorso febbraio, le Nazioni Unite hanno chiesto di consentire al suo inviato speciale per lo Yemen, Hans Grundberg, di avere libero accesso alla capitale yemenita che è sotto il controllo della milizia filo iraniana.
Il Sottosegretario generale per gli affari politici e per il consolidamento della pace, Rosemary Di Carlo, ha espresso la speranza che all’inviato delle Nazioni Unite non sia impedito di raggiungere Sana’a e di incontrare tutte le parti e di consentirgli di presentare la sua visione per una soluzione globale.
L’inviato ONU, infatti, non è ancora riuscito a arrivare in città per incontrare i leader della milizia Houthi, che si sono rifiutati di riceverlo fin dalla sua nomina all’inizio di settembre.
Autore Redazione Arabia Felix
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