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Yemen: chi sono i leader Houthi sanzionati dagli USA

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Sono i responsabili dell’offensiva in corso su Marib

Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha imposto sanzioni a due leader dei ribelli Houthi dello Yemen. Si tratta dei principali responsabili dell’offensiva lanciata dalla formazione filo iraniana sulla città di Marib, controllata dal Governo legittimo yemenita.

Il primo è il Capo di Stato Maggiore che guida l’attacco, Muhammad Abdul Karim Al-Ghamari, e il secondo è il leader di spicco incaricato di avanzare su Marib, Yousef Al-Madani.

Youssef Al-Madani ha una relazione familiare con il leader Abdul-Malik Al-Houthi, considerato suo “zio” per via del matrimonio con sua nipote. Al-Madani, primo comandante sul campo all’interno del gruppo, noto come Abu Jibril, è il numero 2 della leadership della milizia dopo il capo supremo Houthi, sebbene quest’ultimo sia stato uno dei suoi soldati nelle sei guerre di Saada degli Houthi contro il Governo yemenita, 2004 – 2009. Aspirava quindi Al-Madani a prendere la guida del movimento al posto dell’attuale capo subito dopo l’uccisione dello zio fondatore del gruppo.

La Coalizione, guidata dall’Arabia Saudita, lo ha collocato all’ottavo posto nella lista dei 40 terroristi ricercati e ha stanziato 20 milioni di dollari a chiunque fornisca informazioni che portino al suo arresto o alla sua posizione.

Al-Madani ha svolto un ruolo di primo piano nell’invasione della capitale, Sana’a, alla fine del 2014, poiché era il leader dei gruppi sciiti che hanno preso d’assalto e circondato la casa del Presidente Abd Rabbo Mansour Hadi.

Prima di completare il colpo di stato contro l’autorità legittima, gli Houthi avevano imposto la sua nomina come rappresentante nel Comitato di sicurezza supremo, insieme a suo fratello Taha, che è stato ucciso in un raid dalla Coalizione araba; milizie hanno tenuto la notizia della sua morte nascosta per più di un anno per preservare il morale dei loro combattenti.

Le informazioni indicano che Youssef Al-Madani sia il collegamento principale tra la milizia Houthi, la Guardia rivoluzionaria iraniana e Hezbollah, poiché ha assunto il ruolo di coordinatore tra queste forze e ha supervisionato l’addestramento dei loro membri, portando esperti e formatori iraniani e di Hezbollah nello Yemen.

Dopo la loro invasione di Sanaa, si è anche occupato del processo di rilascio degli iraniani che sono stati arrestati dalle autorità yemenite in operazioni di contrabbando di armi, l’ultima delle quali è stata quella nave Jihan 1 e 2. Youssef Al-Madani è nato nel 1977 nel distretto di Mustaba nel governatorato di Hajjah, è il mediano dei suoi dieci fratelli ed aspira al potere e alla leadership del gruppo Houthi.

Muhammad Abdul Karim Al-Ghamari, invece, è il Capo di Stato Maggiore della milizia Houthi, ed è il numero 16 ricercato nella lista della Coalizione araba. Secondo fonti dei media, è cresciuto nell’isolamento del villaggio di Daen, nel distretto di Wahah nel Governatorato di Hajjah, ed è stato incluso nella scala dei leader militari sul campo degli Houthi, al fianco di Abdul-Malik Al-Houthi, nel seconda e terza guerra contro il Governo yemenita, quando era latitante e si nascondeva nella regione di Naqaa a Saada.

Ha lavorato in precedenza come supervisore Houthi ad Hajjah e come leader sul campo a Hodeidah e ha anche ricoperto la carica di addetto alla sicurezza a Sana’a. Il terrorista è considerato uno dei leader ideologici del movimento golpista poiché ha studiato all’istituto Hussein Badr Al-Din Al-Houthi nel 2003. Nel 2012 si è recato in Libano, in particolare nella periferia meridionale di Beirut, e ha ricevuto diversi corsi ideologici e militari per mano delle milizie di Hezbollah.

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Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.