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‘Vinilici’ presentato al The Gallery Studio

Lino Vairetti 'Vinilici' ph. Davide Visca


Un primo assaggio del nuovo lavoro del regista Fulvio Iannucci, scritto da Nicola Iuppariello e Vincenzo Russo

Giovedì 1° febbraio, ore 19:00, presso lo spazio espositivo The Gallery Studio in via Carducci 2 a Napoli, si è tenuta la mostra fotografica di presentazione di ‘Vinilici – perché il vinile ama la musica’, il primo film interamente italiano dedicato a questo splendido supporto. Ad organizzare l’evento il Dipartimento di fotografia dell’ILAS – Istituto Superiore di Comunicazione Visiva, curatore Angelo Scognamiglio. Alle pareti tredici bellissime foto di scena di Davide Visca mentre su un video scorrono alcuni frame del docufilm, ancora in fase di realizzazione, a cura di Napoli Film Industry.

La pellicola, da un’idea di Nicola Iuppariello, co-autore insieme a Vincenzo Russo, realizzata da Napoli Film Industry con la regia di Fulvio Iannucci, è la naturale prosecuzione del progetto editoriale ‘Vinilici. La passione per il disco’, portato a compimento grazie ad una campagna di raccolta fondi.

Folta presenza di pubblico: semplici amatori, professionisti del settore, collezionisti, ma anche sostenitori del progetto di crowdfunding della scorsa estate che ha permesso alla passione per la musica di trasformare il sogno di un film sul vinile in una concreta realtà cinematografica.

Avviciniamo i principali protagonisti di ‘Vinilici’ per farci raccontare la scoperta, o meglio, riscoperta del supporto che attrae ed entusiasma l’industria musicale e i suoi cultori, partendo proprio da Nicola Iuppariello.

‘Vinilici’ è un viaggio emotivo intorno al vinile tra suggestioni, emozioni, sensazioni e suoni evocativi, raccontato, però, con un linguaggio fruibile per tutti, sbaglio? Com’è nata l’idea?

Il film nasce come un’evoluzione del volume ‘Vinilici. La passione per il disco’ che ho curato nel 2013, portato avanti tramite una campagna di crowdfunding cui hanno aderito negozianti che allora stentavano a rimanere aperti ma che risposero compatti, collezionisti e fiere del settore. Dopo qualche tempo mi è venuta l’idea di farne un progetto cinematografico, un docufilm appunto, ma ci è voluto qualche anno perché si concretizzasse. Volevo sentirmi sicuro di poter affrontare una sfida così ambiziosa che si è rivelata davvero un’esperienza incredibile e straordinaria per una persona che, come me, non ha alcun tipo di legame con il cinema. Un lavoro che mi sta assorbendo tantissimo tempo ed energie ma che mi sta dando anche moltissime soddisfazioni.

Dall’anno scorso, quando abbiamo proposto la campagna di crowdfunding durante la XVIII edizione di DiscoDays, ad oggi, ho potuto conoscere centinaia di persone meravigliose.
Già questa è stata per me un’esperienza di vita formidabile.

È un progetto che sta riscuotendo molto interesse e che stiamo cercando di portare a compimento nel migliore dei modi, provando a creare un’iniziativa valida a prescindere dai contenuti tecnici, dato che vuol essere un progetto divulgativo che avvicini chi non conosce il vinile e che affezioni chi lo apprezza già. Speriamo di riuscire nel nostro intento.

Oggi eravamo molto tesi perché lo stavamo presentando per la prima volta alle persone vicine alla nostra organizzazione. Il riscontro, come speravamo che fosse, è positivo, ma dobbiamo ancora fare il passo finale, che è, forse, quello più importante.

L’attenzione al vinile com’è stata recepita dal pubblico al quale vi siete rivolti?

In maniera ottima, non poteva andare meglio. Il nostro pubblico è in target, nel senso che, come curatore dell’evento DiscoDays ho proposto quest’iniziativa a chi già ci conosceva.

All’inizio è stato difficile perché non abbiamo pensato di fare una campagna mediatica, dato che non immaginavamo di sdoganarla poi a quello che stato il nucleo enorme di appassionati di tutta Italia che ha risposto in modo compatto. Promuovere in maniera capillare la raccolta fondi è stato dapprima duro, ma il successo che è arrivato è indicativo del forte coinvolgimento e ci ha ricompensato di tutti gli sforzi spesi durante questa fase.

State intervistando una serie di personaggi di spicco nel settore musicale italiano ed internazionale, nomi prestigiosi che hanno dato la loro testimonianza in merito al vinile; ci puoi anticipare qualcosa?

Per forza di cose occorre fare un’inclusione stringata delle testimonianze altrimenti il docufilm sarebbe infinito. L’idea è montare la storia che abbiamo in mente con quello che è il soggetto principale e poi, fra tutte le interviste realizzate, approfondire determinati contenuti.
Ad interessarsi al progetto sono stati in tanti sinora, tra essi alcuni nomi autorevoli come Mogol, Renzo Arbore, Red Ronnie; si aggiungeranno, nei prossimi giorni, altri validi testimoni, dato che le riprese non sono state completate.
Lino Vairetti, il frontman degli Osanna, avrà un ruolo particolare nel docufilm.

Ci rivolgiamo, quindi, a Vincenzo Russo, co-autore del film, per sapere quale sia stata la traccia narrativa del progetto.

Abbiamo scritto ‘Vinilici’ per privilegiare l’aspetto emozionale del mondo del vinile che è veramente ampio. Ci sarebbero altri argomenti da sviscerare. Quello che ci interessava era mettere in campo tutte le storie che ci sono dietro i collezionisti, i musicisti che decidono di registrare su questo supporto, gli appassionati, gli organizzatori di fiere del settore, le etichette discografiche, perché ognuno ha una singola storia che si unisce in una storia più grande che è poi quella del vinile. È un po’ come accade nella musica, dove ci sono piccole tracce musicali, tanti strumenti che, insieme, riescono ad ottenere un risultato unico.

Dunque il filo conduttore è l’amore per il vinile, ma inteso in che modo?

Questa è una storia d’amore nel vero senso del termine perché evidenzia la musica come elemento imprescindibile nella vita di ogni persona anche se in modo sempre soggettivo. Infatti la scelta del nome deriva da un certo modo di vedere il vinile, quasi come una piacevole dipendenza, una “buona droga”, come, del resto, tutta la musica.

Concludiamo, quindi, con il regista, Fulvio Iannucci, che ci svela qualche altro significativo particolare.

Il pretesto narrativo del documentario è il desiderio di un giovane musicista napoletano, Massimo De Vita, che vuole incidere un suo disco ed è indeciso se utilizzare le piattaforme digitali o, invece, cimentarsi nell’inciderlo sul vinile. In questo viene aiutato da un famosissimo musicista partenopeo, Lino Vairetti degli Osanna, che lo accompagnerà per tutto il documentario alla scoperta dei pro e dei contro del vinile e del digitale.

Tutte le storie funzionano solo se c’è un particolare ingrediente, l’amore, e se c’è una trasformazione dei personaggi. Il desiderio, con questo documentario, è creare un punto di vista nello spettatore così che possa avere autonomamente gli strumenti necessari per farsi una propria idea se vinile vuol dire qualità della musica e qualità dell’ascolto o qualcos’altro che scopriremo solo dopo aver visto il film.

A che punto siete delle riprese?

Abbiamo girato a Napoli, Caserta, Roma, Milano e dintorni e siamo circa all’80% dello shooting, termineremo sicuramente di girare per fine febbraio. Il montaggio prenderà tutto il mese di marzo e, per fine aprile, contiamo di avere il film pronto.

Dove vedremo il docufilm?

Al momento ci sono molti distributori interessati, ma per principio preferisco non sbilanciarmi, aspettare la proiezione ufficiale per verificare il riscontro e, se positivo, solo allora trovarci nella posizione privilegiata di poter scegliere l’opzione migliore.

Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.

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