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‘Unico Viviani!’, omaggio al grande autore partenopeo

'Unico Viviani!' ph Giancarlo de Luca


Debutta a Classico Contemporaneo la pièce di Sannino

Ieri 27 agosto, ore 21:30, presso il Chiostro di San Domenico Maggiore, Napoli, nell’ambito della VI edizione di Classico Contemporaneo, Direzione artistica Gianmarco Cesario e Mirko Di Martino, ha debuttato con successo lo spettacolo ‘Unico Viviani!’, versi e musiche di Raffaele Viviani, con Danilo Rovani, Rosario Sannino, Salvatore Sannino, regia Salvatore Sannino, elaborazioni musicali Maria Barbato.

Un racconto di vita, a tratti dolce, a tratti amaro, di uno dei maggiori Artisti partenopei del Novecento che mostra la sua straordinaria attualità.

Attore teatrale, drammaturgo, compositore, poeta, cantante e scrittore capace di fondersi e confondersi con il capoluogo campano tanto da ritrarne, in maniera attenta e puntuale, ogni personaggio, ogni aspetto, ogni vicolo, ogni contraddizione, come sottolineerà Salvatore Sannino in un intenso momento della messa in scena.

E si parte proprio dal giorno della sua nascita, in un reading a tre voci, per percorrerne biografia e carriera che appaiono, così, intimamente legate. Riflessioni acute, umoristiche, crudeli che sfociano nell’ossimoro, coinvolgendo appieno il pubblico che spesso interrompe la pièce con applausi e risate, canticchia i brani più famosi, ma che sa anche trattenere il fiato, nei momenti di maggiore pathos, nell’attesa di ciò che sta per compiersi. Commozione e ilarità diventano un tutt’uno, autoalimentandosi.

Quel geniale enfant prodige, che calca per la prima volta il palcoscenico come cantante a soli quattro anni, riesce ancora oggi a stupire con la sua disarmante capacità di immortalare la realtà circostante meglio di un’istantanea appena scattata, viene narrato dai tre attori in scena in modo eccelso tramite prosa, poesia, canto, recitazione pura e mise en espace.

Equilibrio perfetto delle diverse espressioni artistiche che scandiscono gli istanti di maggiore suggestione e fanno da corollario a quelli più leggeri.

Ottime le esecuzioni musicali di Maria Barbato che entrano a pieno titolo nella drammaturgia, che, a ben vedere, è tutta e unicamente firmata da Raffaele Viviani.

Sì, perché è un’esposizione della visione poetica vivianea resa attraverso lo sguardo, le parole, le intenzioni dello stesso scugnizzo Raffaele; quel mondo popolare, sofferente eppur sempre con il sorriso sulle labbra, pronto a mettersi continuamente in gioco per non soccombere, capace di sfruttare a proprio vantaggio situazioni singolari ed improbabili, divenendo beniamino di personaggi discutibili, ma che, in fondo, seppur opportunamente dimenticati dai più, sono parte attiva della città e della sua economia: marinai, doganieri, scaricatori e prostitute.

Ed ecco resa l’immagine di quel teatro così originale ed unico che ha distinto Viviani. Quel teatro dai personaggi veraci che provengono dalle viscere della città e che da essa prendono colore e calore: l’acquaiuolo, il guappo innamorato e lo spazzino interventista. Il registro linguistico, a questo punto, è opportunamente basso, al limite del lascivo, ma assolutamente efficace.

Immancabile l’esecuzione canora di ‘Bammenella’ di uno struggente Danilo Rovani, che non ci stancheremo mai di definire Artista a tutto tondo: estensione vocale perfetta, emozionante interprete drammatico, esilarante nella resa di parti brillanti, straordinario nella tecnica di sapiente improvvisazione.

Ma gli altri due compagni d’avventura, di certo, non sono da meno.

Rosario Sannino, presenza scenica notevole, incarna a dovere il gagà così tanto rappresentativo di Viviani, quel Fifi Rino stilizzato e marionettistico che sarà poi celebrato dai grandi, trovando in Totò la massima espressione. Divertente, convincente, comunicativo, espressivo, commovente durante tutto l’arco della rappresentazione.

Salvatore Sannino, da impeccabile regista, lascia il giusto spazio ai due colleghi ed interviene, magistralmente e con studiata nonchalance, solo per sottolineare le fasi più cogenti del racconto, apportando, al contempo, essenziali contributi alla pièce. Che sia un professionista talentuoso è prepotentemente palese.

L’intesa e l’affiatamento del trio sono palpabili, così come è evidente che si divertano ancor prima di contagiare la platea con il loro buonumore. Accade, ad esempio, durante i tanti momenti di recitazione in abiti femminili, in cui, tra ammiccamenti, macchiette ed esasperazioni volute i tre regalano istanti di spasso assoluto, o ancora durante le esecuzioni di brani di café chantant e di varietà più in generale.

Splendido l’omaggio alla tradizione, con il riferimento alla celebrazione più sentita dal popolo, la festa di Piedigrotta, dall’alto valore storico, simbolico ed antropologico, capace di attirare, dalle città vicine, gente desiderosa d’immergersi in un’atmosfera irreale, onirica, teatrale.

Si passa poi a riflessioni più dolorose, la guerra, le persecuzioni razziali, religiose e sessuali, l’assenza di libertà, le prevaricazioni, la decadenza morale, senza però indugiare più del dovuto: miseria, malinconia, disincanto, che, inevitabilmente, fanno parte dell’esistenza umana, sono, allo stesso tempo, sprone per il riscatto.

E ancora il dissesto economico che si riflette, inevitabilmente, sulle compagnie teatrali che tanto ricorda l’attuale crisi culturale che attanaglia, da troppo tempo, il nostro Paese.

E se la critica elogia Viviani come innovatore, il pubblico, invece, omologato dal regime, non è ancora pronto ad accoglierlo come merita. Straziante l’accenno alla sua presa di coscienza dell’impossibilità di essere compreso dagli spettatori cui tanto si è sacrificato in nome del teatro. Si riscatterà, come sappiamo, con ampi consensi prima all’estero, dove sarà salutato come colui che ha dato nuovo vigore al teatro partenopeo, sociale, scomodo, ma vero, immortale, unico e poi in Italia e nella sua Napoli.

La pièce si chiude, anche stavolta a tre voci, con un ricordo di Eduardo De Filippo sull’Artista appena scomparso.

Infiniti applausi suggellano l’epilogo.

La prossima replica di ‘Unico Viviani!’ è per stasera, 28 agosto, ore 21:30, presso il Chiostro di San Domenico Maggiore, Napoli.

Foto Giancarlo de Luca

Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.

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