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Un Edipo comicamente inerme

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Edip(p)o


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La rivisitazione di Finelli del classico di Sofocle diverte e fa riflettere

È andato in scena ieri, 18 novembre, ore 21:00, presso il TRAM, Via Port’Alba, 30, Napoli, ‘Edip(p)o’, drammaturgia e regia Massimo Finelli, con Patrizia Eger, Giuseppe Giannelli, Michelangelo Esposito, Giovanni Esposito, Daniele Sannino, Gianluigi Montagnaro, Claudia Scuro, musiche originali Duilio Meucci, costumi Esther Varriale, grafica, video, elementi scenografici exstudio, produzione exstudio.

L’opera inizia con il coro guidato dall’anziano sacerdote di Zeus davanti alla reggia di Edipo che chiede di avviare una ricerca destinata a scoprire l’origine del morbo che infesta Tebe falciando vite umane.

Come nella tragedia sofoclea, in ‘Edip(p)o’ si propone il buon re che solo ha il potere di escogitare un rimedio al male presente, così come un tempo liberò la patria dal flagello della Sfinge.

Ma ben presto, in maniera farsesca ed ironica, il sovrano si rivelerà poco responsabile e procrastinatore di fronte al dramma che attanaglia la polis.

Ad un bimbo appartiene il potere sovrano

Come nella lettura sofoclea del mito, Edipo non ha un controllo razionale sulla realtà, bensì è ossessionato dal senso di precarietà esistenziale dell’uomo governato dalla contingenza.

Vorrei essere dove io possa smettere di lottare contro la necessità. Cedere alla necessità e obbedire.

La peste è il chiaro segno che la profezia che segna la vita di Edipo e dell’intera sua discendenza da prima che lui nascesse si è realizzata. Ha ucciso involontariamente Laio, il padre, sposato la madre, Giocasta, e avuto dei figli da lei tra cui Antigone. Si è macchiato di patricidio, incesto; reati abominevoli per l’èthos della polis.

Ho toccato il fondo

affermerà l’‘Edip(p)o’ di Finelli.

C’è sempre un abisso disponibile

Gli risponderà Giocasta che invita il marito e figlio insieme alla concretezza.

Vorrei aver preso al bivio un’altra direzione.

Giocasta:

Questa è una strada a senso unico.

Ma mentre nell’opera sofoclea l’Edipo re afferma con forza, attraverso l’espressione del dolore, la propria esistenza nonostante l’inconsolabilità della sua dimensione umanamente debole di fronte ai disegni del destino, l’Edipo di Finelli, con la sua testa equina, è comicamente inerme.

Rinviare è meglio che aspettare.
Col tempo tutto si risolve da sé.

Bravissimi tutti gli attori in scena, Giuseppe Giannelli, Michelangelo Esposito, Giovanni Esposito, Daniele Sannino, Gianluigi Montagnaro, Claudia Scuro nei panni di Antigone, strepitosa Patrizia Eger nell’interpretazione di Giocasta consigliera e manipolatrice.
Un coro sorprendentemente eclettico e divertente.

Meravigliose la regia e la scrittura dai toni aulici contemporaneamente brillanti e ironici, splendidi i costumi nel mix fedelmente classico dei protagonisti e contemporaneo tra bombette e papillon del coro.

Sincronico e perfetto il gioco di luci e suoni. Molto acuta la disposizione dello spazio scenico tra il palco e la parte centrale della sala con gli spettatori tutti intorno. Belli ed essenziali gli elementi scenografici.

Sarà possibile assistere all’ultima replica di ‘Edip(p)o’ oggi, 19 novembre, ore 18:00, sempre al TRAM di Napoli.

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Autore Marilena Scuotto

Marilena Scuotto nasce a Torre del Greco in provincia di Napoli il 30 luglio del 1985. Giornalista pubblicista, archeologa e scrittrice, vive dal 2004 al 2014 sui cantieri archeologici di diversi paesi: Yemen, Oman, Isole Cicladi e Italia. Nel 2009, durante gli studi universitari pisani, entra a far parte della redazione della rivista letteraria Aeolo, scrivendo contemporaneamente per giornali, uffici stampa e testate on-line. L’attivismo politico ha rappresentato per l’autore una imprescindibile costante, che lo porterà alla frattura con il mondo accademico a sei mesi dal conseguimento del titolo di dottore di ricerca. Da novembre 2015 a marzo 2016 ha lavorato presso l’agenzia di stampa Omninapoli e attualmente scrive e collabora per il quotidiano nazionale online ExPartibus.