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‘Un calcio in bocca fa miracoli’ al Teatro Bolivar

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'Un calcio in bocca fa miracoli'


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In scena dal 3 al 5 marzo a Napoli

Riceviamo e pubblichiamo.

Dal 3 al 5 marzo al Teatro Bolivar, via Bartolomeo Caracciolo, 30, Materdei, Napoli andrà in scena lo spettacolo ‘Un calcio in bocca fa miracoli’ tratto dall’omonimo romanzo di Marco Presta, con la regia di Massimo Maraviglia. 

Sinossi

È la storia di un ex falegname, un “vecchiaccio” maniaco ladro di penne che, prima di chiudere bottega, decide di lasciare la sua arte e i suoi attrezzi a un giovane apprendista. Pur di imparare un mestiere, il ragazzo sopporta le piccole angherie di Vecchiaccio e soprattutto i suoi incresciosi soliloqui, che quasi sempre hanno come protagonista Armando il Pizzicagnolo, “l’oracolo dello stracchino”. Armando, “anziano pazzo e disadattato”, così lo definisce Vecchiaccio, è di fatto il suo alter-ego ed unico amico, e in quanto tale un po’ non lo regge e un po’ lo segue e lo asseconda nei suoi bislacchi piani, come quello di cercare due giovani a suo avviso tra loro compatibili e adatti a una storia d’amore quasi d’altri tempi.

Così, nel racconto di Vecchiaccio, vediamo Armando girovagare per negozi, strade, bar, fino a quando intercetta i due soggetti adatti al piano: Giacomo e Chiara, due ragazzi come milioni al mondo, lei commessa di profumeria, lui giovane disoccupato. Come uno scaltro e improbabile agente segreto, Armando spende la gran parte del suo tempo e i risparmi di una vita a organizzare, concertare, controllare tutti i passi necessari a che i due giovani s’incontrino e proseguano insieme. Il tutto, nell’ombra e con la complicità dello stesso Vecchiaccio recalcitrante.

Al racconto principale s’intrecciano altri due piani di narrazione, in qualche modo correlati tra loro: i disperati tentativi, dai toni grotteschi e a un tempo poetici, di Vecchiaccio intento a conquistare la procace portinaia dello stabile in cui abita, e le pericolose incursioni salutiste della figlia Anna, sua spina nel fianco, suo “grillo” e, forse, suo unico grande amore.

Come in ogni storia che si rispetti, ciò che accade diviene il pretesto per raccontare d’altro. Vecchiaccio parla di una vecchiaia che non rinsecchisce e che a dispetto di tutti i conti da fare con i malanni, coi desideri mancati, i matrimoni falliti, gli amori negati, il fracasso insopportabile della vita stessa, conserva e accarezza le cose importanti e con esse si accompagna, tra un rimbrotto, uno scherzo di cattivo gusto, un ricordo ridicolo, un gesto affettuoso, fino alle soglie del gran finale.

Note di regia
Adattamento del materiale narrativo e regia sono stati aspetti simultanei di uno stesso
processo. Ho scritto e immaginato a un tempo cosa sarebbe accaduto in azione, ponendomi il compito di valorizzare al massimo la componente umana e relazionale dei personaggi, che credo sia la parte più interessante di questo materiale narrativo, cercando in essi quel fondo di verità che non ha a che vedere né con realtà né con finzione. Pochi effetti speciali, pochi oggetti, misura ed equilibrio nella scansione quasi musicale dei momenti, dosaggio nell’alternanza dell’elemento comico con quello riflessivo, regia invisibile direi e pienamente al servizio degli attori, della cura dei loro gesti e delle loro traiettorie, a disegnare un reticolo di affetti e di emozioni che si dipana tra gli interstizi delle parole, pensando a una messa in scena che facesse del sorriso un’opportunità per pensare e del pensiero un’opportunità per sorridere.
Massimo Maraviglia

Lo spettacolo rientra nel primo filone della nuova stagione “Nuove Vele” dedicato al teatro d’innovazione. Da ‘Cantami, o Diva…’ una sceneggiata tragica-familiare scritta e diretta da Carmine Borrino al racconto della Francia anni ’30-’50 attraverso il personaggio di Edith Piaf, che arriva a Napoli dopo essere stato presentato in Messico, India, Brasile, Giappone, in USA a Bethlehem, Pensylvania, e a San Antonio,Texas. Dalle opere originali ai rifacimenti di opere antiche e shakespeariane, il filone dedicato al teatro d’innovazione ha un programma molto denso e interessante.

Una stagione teatrale intensa ideata dai due direttore artistici Ettore Nigro e David Jentgens per il Teatro Bolivar che intende accontentare tutti proponendo teatro di innovazione, di tradizione e danza d’autore.

Prezzo biglietto: € 15,00

Per info:
081 544 26 16
www.teatrobolivar.com

'Un calcio in bocca fa miracoli'

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