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Ultime notizie dagli Stati Uniti sulla cannabis legalizzata

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Cannabis light


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In Italia coltivare piccole quantità di cannabis per uso personale non è più illegale

La cannabis al giorno d’oggi è sempre più accettata nel campo medico, tanto è vero che non mancano gli aggiornamenti in merito ai suoi usi e le sentenze come ad esempio quelle del corti supreme statunitensi e italiane. A tale proposito eco un focus su entrambe.

Gli Stati Uniti e la cannabis

Rifiutando l’ansia e i disturbi dello spettro autistico, i presidi medici dell’Ohio negli States in merito alla marijuana hanno ufficialmente aggiunto la cachessia all’elenco delle condizioni per le quali i medici dello stato possono raccomandarne il trattamento.

La cachessia, o sindrome da deperimento, è la prima delle condizioni aggiunte all’elenco delle proprietà benefiche della cannabis e dei suoi noti eccipienti tra cui il cannabidiolo.
In tal senso i legislatori del suddetto Stato americano hanno ora fissato 21 condizioni ammissibili e che legalizza le vendite di marijuana medica come dalla sentenza datata 2016.

Nel loro ultimo appello riferito proprio alla cachessia, i membri del consiglio hanno inoltre stabilito che i rischi per questi pazienti potrebbero superare i possibili benefici. Premesso ciò, nella sentenza ci sono anche una serie di altre condizioni per l’uso legale della marijuana medica in Ohio che, tra i benefici, include il morbo di Alzheimer, il cancro, l’epilessia, il morbo di Parkinson, e il disturbo post traumatico e da stress.

Da come si evince ogni anno man mano che le autorità mediche scoprono nuovi effetti positivi della cannabis sul corpo umano, non mancano le decisioni delle corti supreme statunitensi e che, nella maggior parte dei casi, confermano la tesi dei ricercatori scientifici che evidentemente forniscono prove fondate.

Una svolta epocale: In Italia la cannabis è legale!

Volendo confrontare le decisioni delle corti supreme americane con quelle italiane, salta subito all’occhio la confusione che si è creata proprio in Italia in merito al consumo personale di cannabis che oggi è però considerato legale seppur con dei paletti ben precisi. Si tratta quindi di una svolta epocale che di fatto cancella una legge avversa introdotta negli anni ’90.

La sentenza di riferimento è arrivata dopo un caso che riguardava un uomo italiano che era stato processato per avere coltivato delle piante, anche se, alla fine, non è stato dichiarato colpevole e con la motivazione che coltivare piccole quantità di cannabis per uso personale non è più illegale.

Questo caso è uno dei tanti che coinvolgono la coltivazione su piccola scala della cannabis, e che ha lasciato un senso di stupore tra il pubblico che è ancora al buio su quante piante possono essere coltivate legalmente.

Alcune varietà di semi restano escluse

Non tutti i tipi di semi femminizzati e non rientrano comunque in questo nuovo disegno di legge, atto al creare una finestra per i consumatori in modo da rendere legittimo l’acquisto della cannabis. Ovviamente, il coltivare piante appartenenti ad altre varietà di semi rimane comunque ammesso secondo i limiti stabiliti dalla legge, sebbene non rientrino nell’ibrido delle coltivazioni light.

Il parere dei politici italiani

Matteo Mantero, Senatore del Movimento 5 Stelle in relazione alla suddetta sentenza della corte suprema italiana ha dichiarato che l’ente preposto a legiferare ha aperto la strada e adesso tocca proprio ai politici svolgere un ruolo ben preciso.

Il Parlamento italiano ha tentato invano di dar vita ad un decreto legge con una mozione che avrebbe consentito ad aziende produttrici e commercianti di diventare idonei a vendere una forma light di cannabis, ma questo è stato alla fine negato dal Senato italiano anche se, in merito, attualmente vige una regolamentazione datata 2016.

La cannabis light in Italia

Nell’anno 2016 l’Italia ha legalizzato la cannabis light, ovvero una sostanza con un contenuto di THC tra lo 0,2% e lo 0,6% quindi bassissimo e tale da non considerarla una droga. Le entrate del settore di conseguenza hanno superato i 40 milioni di euro a fronte della creazione di centinaia di aziende e rivenditori.

A margine va detto che un rapporto dell’anno scorso ha rilevato che l’Italia si è classificata al terzo posto nell’Unione Europea in termini di consumo di cannabis e un sondaggio del 2015 evidenza l’83% degli italiani ritiene che la legge che vieta le droghe come la cannabis sia inefficace, anche se ben il 73% si esprime favorevolmente sulla cannabis legalizzata.

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