Autore: Sara Patron
Editore: Gruppo Albatros Il Filo
Collana: Nuove voci. Strade
Data di Pubblicazione: ottobre 2019
EAN: 9788830607910
ISBN: 8830607916
Pagine: 206
Formato: brossura
Prezzo: €14,90
Occupandomi di formazione e in particolare di scrittura creativa, sono solito ripetere ai miei alunni una frase che è diventata come un mantra: scrivere è terapeutico. E lo penso davvero, credo che chiunque possa, anzi dovrebbe prima o poi cimentarsi con la scrittura, anche solo dei propri pensieri… ma non per soddisfare necessariamente delle velleità artistiche, bensì perché scrivere – mettere nero su bianco le proprie emozioni – è veramente una cura che ci aiuta a esternare ciò che a volte serbiamo dentro di noi.
Ma può dirsi altrettanto della lettura? Può un libro essere terapeutico, fungendo da cura per i nostri mali interiori? Ebbene, adesso so che la risposta è sì. Ho recentemente letto il nuovo romanzo di Sara Patron, ‘Tu che ne sai?’, edizioni Albatros, così ho deciso di raccontarlo ai nostri amici e fedeli lettori di ExPartibus.
Se dovessi scegliere uno e un solo aggettivo per descrivere la storia raccontata da Sara, la scelta ricadrebbe senz’altro su questo: vera.
Patron è infatti riuscita a dipingere un ritratto di una protagonista nella quale chiunque di noi potrebbe immedesimarsi, a prescindere dal genere.
Se infatti gran parte dell’architettura narrativa poggia sulle violenze subite dalla protagonista, c’è da dire che l’universo costruito attorno a Selly, con tutti gli altri personaggi, con l’intreccio degli eventi che si annodano attorno all’evoluzione del personaggio principale, risulta più che verosimile: vero, appunto. Un universo di situazioni nelle quali chiunque di noi potrebbe ritrovarsi, o essersi ritrovato in passato.
Certo, forse non tutti noi abbiamo la fobia di prendere l’autostrada o avvertiamo un senso di soffocamento quando siamo costretti a farlo; tuttavia, a chi non è mai capitato, almeno una volta nella vita, di trovarsi in una situazione dalla quale sembrava impossibile uscire, proprio come in un’autostrada lunga e senza la possibilità di sviare al primo casello utile?
Ecco allora che gli eventi narrati nella storia di Selly si fanno metafora della vita di ognuno di noi. La Patron è stata splendida nel creare un microcosmo che però è anche, in nuce, il macrocosmo delle infinite possibilità – faste e nefaste – che la vita può presentarci.
Un libro che racconta una storia difficile, un libro coraggioso, perché affronta temi che non è semplice portare in libreria, ad esempio: la depressione, da sempre e tuttora vista come uno stato d’animo transitorio o, peggio, imputabile a una sorta di capriccio di chi ne è affetto.
Qualcosa da sbolognare in fretta, con frasi come: «Vabbè, pensa alla salute!» oppure «Tutto passa, non ti preoccupare».
A queste frasi, chi purtroppo vive una condizione simile potrebbe benissimo rispondere con il titolo del libro: tu che ne sai? Cosa ne sappiamo noi, della vita delle altre persone, dei loro incubi, dei demoni che li tormentano? Non faremmo allora meglio a tacere?
Ricordiamo tutti la frase di Pirandello, quella relativa all’incapacità di giudicare la vita degli altri, a meno che non decidiamo di indossare le loro scarpe e ripercorrere tutta la strada che loro hanno fatto: altra allegoria che, ancora una volta, potremmo riassumere con la consueta domanda: tu che ne sai?
Un libro che fa bene al cuore di chi lo legge. Ha fatto bene a me, che ho avuto la buona sorte di leggerlo in un periodo emotivamente intenso e in generale molto bello. Non avevo bisogno di qualcosa che mi risollevasse lo spirito, però la lettura di questo romanzo l’ha fatto ugualmente. Pensate quali benefici potrà portare a chi, invece, lo leggerà in una fase negativa della sua esistenza!
Ecco perché l’ho definito libro terapeutico: è come una medicina per l’anima. E andrebbe letto più di una volta, anche in circostanze diverse della nostra vita: proprio per apprezzarne l’universalità.
Sara ha compiuto questo piccolo miracolo di raccontare una storia che è la mia, la sua, quella di ciascuno di noi – se riusciamo a leggere oltre i fatti narrati nello specifico. Ed è un miracolo doppio, perché il romanzo offre anche un’occasione di riscatto, l’opportunità di ripensarsi e di ripensare alle cose che non vanno o non andavano in noi, e di riscriverci.
Sì, riscriverci, nel senso di apportare quelle correzioni necessarie, se ce ne sono, o di ricollocare questo o quell’episodio del passato con una chiave di lettura diversa. Più consapevole.
Un libro che non è una risposta, ma aiuta a farci le giuste domande. Che ci prende per mano e ci porta lì dove vogliamo andare, forse senza che ne fossimo consapevoli.
PS. Unica pecca: mi dispiace essere arrivato tardi di una settimana (una sola settimana!) e non averlo pubblicato io con Argento Vivo Edizioni.
Per un editore il tempismo è tutto, e il mio cruccio è proprio quello di averlo visionato quando ormai i contratti erano già in essere. Ma il prossimo romanzo di Sara è già prenotato, prima ancora che lo scriva!
Autore William Silvestri
Autore, formatore e direttore editoriale di Argento Vivo Edizioni. Prima di entrare nel mondo dell'editoria ha pubblicato i romanzi 'Divina Mente', 2011, 'Serial Kinder', 2015, e 'Ci siete mai stati a quel paese?', 2017, 'Io e la mia scimmia', 2019, oltre al saggio esoterico 'Chi ha paura del Serpente?', 2015.
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