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Tanto gentile…

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Gentilezza


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Nessun atto di gentilezza, per quanto piccolo, è mai sprecato.
Esopo

Capita a tutti prima o poi. A un certo punto della nostra esistenza accade qualcosa e iniziamo a star male. Tutte le certezze crollano, ciò che prima aveva un senso improvvisamente non lo ha più.

Secondo la millenaria tradizione orientale ogni essere umano nasce come una ciotola integra, perfettamente in grado di contenere in sé bellezza e felicità. Con il tempo, però, gli accadimenti fanno sì che nella ciotola si formino fessure più o meno profonde.

Così la bellezza, la meraviglia che l’esistenza ci riserva, viene dispersa e ci sentiamo incompleti, imperfetti, scontenti, come se la felicità ci scivolasse di mano e non riuscissimo più ad afferrarla.

La buona notizia è che esiste un cammino che ci permette di riportare la ciotola all’integrità, rendendoci di nuovo capaci di trattenere bellezza e gioia: si chiama umanità e la collego volentieri alla gentilezza.

Una via semplice e delicata, fatta di presenza, cura, armonia e umiltà. È un viaggio di scoperta per risvegliare il potere straordinario che è insito in ognuno di noi. Il potere di creare infiniti mondi, di trasformare il dolore, la crisi e le prove più dure in un’esperienza di realizzazione e di amore. Un potere accessibile a tutti per riconnetterci con il nostro stato naturale di salute, benessere e creatività.

La gentilezza è un concetto semplice ma potente. Può rendere il mondo un posto migliore, terminando la sofferenza che deriva da guerre, fame, violazioni dei diritti umani e ingiustizia.

Ha anche il potere di migliorare molto il nostro benessere, ma soprattutto quello degli altri. Il semplice atto di essere gentili con gli altri, soprattutto con le persone anziane, come parte di un servizio di cure, può avere benefici importanti!

La gentilezza è fondamentale. Essa custodisce il segreto per instaurare relazioni solide, autentiche, di fiducia, che ci aiutano a conseguire i risultati desiderati in tutti gli ambiti della nostra esistenza privata e sociale.

Non ha niente a che vedere con la manipolazione né con l’essere ben educati o manierosi. È un bene complesso e potentissimo, che appartiene a ciascuno di noi, ma che va riscoperto e praticato quotidianamente, perché porti i suoi frutti migliori.

È un tema affascinante sia dal punto di vista filosofico che pratico. Filosoficamente, molti pensatori ne hanno esplorato il valore concreto.

Aristotele considerava la gentilezza come una delle virtù essenziali per raggiungere l’eudaimonia, o la vita buona. Secondo lui, la gentilezza è un equilibrio tra l’eccesso e il difetto di emozioni e azioni.

Nella filosofia cinese, Confucio ha enfatizzato il concetto di ‘Ren’, che può essere tradotto come benevolenza o gentilezza. Secondo il grande pensatore asiatico, il Ren era fondamentale per il comportamento etico e le relazioni sociali armoniose.

Nel buddismo la gentilezza amorevole, o “Metta”, è uno dei quattro stati mentali illimitati nel Buddismo. Tale pratica è vista come un modo per sviluppare la compassione e la connessione con tutti gli esseri viventi.

Durante il Medioevo, la gentilezza era spesso associata alla carità. Con il Rinascimento, l’Umanesimo ha portato una nuova enfasi sulla dignità e il valore dell’individuo. La gentilezza era vista come un’espressione della natura umana e della capacità di migliorare la società.

Nel periodo dell’Illuminismo, ha assunto una dimensione più laica e razionale. I filosofi illuministi come Voltaire e Rousseau hanno promosso l’idea della filantropia e del miglioramento sociale attraverso atti di gentilezza.

Nel XX secolo, figure come Martin Luther King Jr. hanno dimostrato il potere della gentilezza e della non-violenza come strumenti per il cambiamento sociale.

Nel corso della storia ci sono stati esempi incredibili: Sir Nicholas Winton è noto per aver organizzato il salvataggio di 669 bambini, molti dei quali ebrei, dalla Cecoslovacchia poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

Questa missione, conosciuta come operazione ‘Kindertransport’, ha permesso a centinaia di minori di sfuggire alla persecuzione nazista e di trovare rifugio in Gran Bretagna.

E poi il tanto famoso gesto del Mahatma Gandhi, che ha guidato la Marcia del Sale nel 1930 come parte della sua campagna di disobbedienza civile contro il dominio britannico in India. Questo atto di resistenza non violenta ha ispirato milioni di persone a lottare per la loro libertà attraverso mezzi pacifici e gentili.

In ultimo ma non ultimo, Boyan Slat, un giovane inventore olandese, ha fondato The Ocean Cleanup, un’organizzazione dedicata alla rimozione dei rifiuti plastici dagli oceani. La sua invenzione utilizza le correnti oceaniche per raccogliere i rifiuti, contribuendo a ridurre l’inquinamento marino e a proteggere l’ambiente.

Questi esempi dimostrano come la gentilezza possa manifestarsi in molte forme diverse e avere un impatto duraturo sulla società: come atto di vita, come azione di ribellione, come un nuovo comandamento.

La si può trovare ovunque: io vedo, ad esempio, la gentilezza nell’ascolto. Spesso, siamo così concentrati su ciò che vogliamo dire che non prestiamo attenzione a ciò che l’altro sta comunicando. Quando ascoltiamo senza distrazioni e senza fretta di rispondere, dimostriamo che l’altra persona è importante per noi. Ciò non significa solo sentire le parole, ma anche cogliere il tono, le emozioni e i segnali non verbali, creando uno spazio in cui l’altro si sente compreso.

Anche nella gratitudine che è un gesto potente di gentilezza, soprattutto per cose che sembrano ovvie. Dire ‘grazie’ anche solo per un consiglio, riconosce il valore dell’altro. La gratitudine non solo rende felice chi la riceve, ma arricchisce anche chi la esprime, poiché ci aiuta a focalizzarci sugli aspetti positivi della vita e delle relazioni.

E ancora nella pazienza: essa è una virtù essenziale nella gentilezza, soprattutto quando gli altri sono in difficoltà o non rispondono come ci aspettiamo. Essere pazienti significa dare tempo agli altri di esprimersi, risolvere i propri problemi o migliorare il proprio comportamento.

Non bisogna essere precipitosi o frustrati, piuttosto accogliere ogni momento come un’opportunità per offrire comprensione. La pazienza consente anche di rimanere calmi in situazioni di stress, contribuendo a mantenere un clima sereno e positivo.

La gentilezza è spesso associata ad una speciale generosità, quella di chi non si sente inferiore a nessuno, ma, proprio perché dotato di questa caratteristica altamente etica nell’agire, è anche un palmo in su rispetto ai comportamenti ed all’intelligenza della media degli individui.

Nella mia vita ho conosciuto tanti capi sgarbati ed arroganti e, in tutte le occasioni, questo modus operandi era collegato a fattori quali: esagerata stima di se stessi, incapacità ad ascoltare l’altro, insoddisfazione, indignazione, invidia sociale, risentimento, visione ristretta delle cose e spirito mediocre.

Praticare la gentilezza è una forma molto valida di welfare. Insegna ad essere rispettosi verso il prossimo e verso la natura. Aumenta la produttività aziendale. Fa bene alla salute.

Una poesia Reiki invita ad «essere gentili con tutti» perché questo è «il metodo segreto per invitare la fortuna».

Nelle Confessioni poi Jean Jacques Rousseau scrive:

Quale saggezza più grande puoi trovare che sia più grande della gentilezza?

Per raggiungere la gentilezza come stile di vita c’è però bisogno di una gigantesca evoluzione etica nell’essere umano.

Ne siamo consapevoli?

Autore Massimo Frenda

Massimo Frenda, nato a Napoli il 2 settembre 1974. Giornalista pubblicista. Opera come manager in una azienda delle TLC da oltre vent'anni, ama scrivere e leggere. Sposato, ha due bambine.