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‘Suono’, presentazione libro

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'Suono - Pensieri e divagazioni di un musicista fuori dal coro' di Michele Campanella


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Il 17 settembre a La Feltrinelli di Piazza de’ Martiri, Napoli

Riceviamo e pubblichiamo.

‘Suono – Pensieri e divagazioni di un musicista fuori dal coro’, edito da Castelvecchi, è la terza fatica letteraria di Michele Campanella – uno dei più importanti pianisti italiani – dopo ‘Il mio Liszt, considerazioni di un interprete’, e ‘Quisquilie e pinzillacchere, storia di un musicista napoletano raccontata a un amico’.

Tre volumi in cui Campanella racconta se stesso, il suo intenso e radicale rapporto con il pianoforte, la sua visione del mondo attraverso la musica.

Il volume sarà presentato martedì 17 settembre alle ore 18:00 nello Spazio eventi del multistore La Feltrinelli di Piazza de’ Martiri, Napoli. Con l’autore interverranno Marialaura Massa e Antonio Rostagno.

‘Suono’ è la raccolta di scritti – programmi di sala, conferenze, articoli, saggi – con i quali Campanella ha accompagnato il suo lavoro di indagine e di approfondimento della musica per pianoforte da lui amata e frequentata, la sola che chiama ‘classica’ e che – come scrive – va da Bach fino al tramonto della tonalità.

Da Haydn, Mozart e Beethoven, considerati i pilastri su cui regge l’intera storia del pianoforte, da Chopin, Liszt e Schumann, i coetanei protagonisti della grande rivoluzione romantica, fino a Brahms, Debussy-Ravel e Musorgskij-Čajkovskij, padri rispettivamente delle scuole tedesca, francese e russa, il libro indaga i caratteri degli autori e delle opere facendole discendere una dall’altra con una quantità di osservazioni, vicende, relazioni, frutto di infinite letture e di approfondimenti sullo strumento che sorprenderanno felicemente il lettore e l’amante della musica che quegli autori e quelle opere già conosce ma sarà aiutato a capire più intimamente.

Un lungo capitolo del libro, costituito dalle note di sala dei concerti tenuti fra il 1998 e il 2000 a Napoli e a Roma, ripercorre la lunga storia della Forma-Sonata, da Haydn a Prokof’ev, e ce la mostra da una prospettiva del tutto nuova, come luogo dell’anima e dell’intelligenza che per oltre due secoli, mutando nel tempo da un compositore all’altro ma anche nel corso della vita di uno stesso compositore, è servito da struttura portante e da trama psicologica per costruire tutta la musica.

Ma anche le Variazioni Goldberg di Bach e la Petite messe solennelle di Rossini, così come Saint-Saëns, Rachmaninov, Poulenc, Busoni, hanno loro capitoli, essenziali per esplorare situazioni e mondi diversi, riconducibili alla grande storia del pianoforte.

Un discorso a parte riguarda l’insegnamento dello strumento, raccontato in modo vivido ed accattivante nel capitolo dedicato al maestro della sua vita, il grande Vincenzo Vitale, e al complesso e interessante rapporto del maestro napoletano con il maestro bresciano Arturo Benedetti Michelangeli.

Ma l’argomento più affascinante nel libro è proprio quello indicato nel titolo, vale a dire “il suono”, quell’oscuro oggetto del desiderio vagheggiato e inseguito da ogni pianista, la cui magia fa la differenza fra i grandi maestri e la folla di coloro che non riescono a farci sognare.

Il suono, vero protagonista di questo libro, ci fa capire che cosa cerchiamo quando entriamo in sala da concerto e che cosa ammiriamo di più nei pianisti che diventano i nostri beniamini, e questo musicista che – come dice lui – canta fuori dal coro, riesce a farci godere più intensamente e con maggiore consapevolezza quando ci applichiamo al difficile, sofisticato e impegnativo piacere dell’ascolto.

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