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‘Solo Fumo’, concept album di Sandro Petrone

Solo Fumo


Il 13 settembre presentazione a Roma

Riceviamo e pubblichiamo.

Giovedì 13 settembre, ore 18:30, Terrazza la ‘Feltrinelli Red’, via Tomacelli, 26, Roma presentazione ‘Solo Fumo’, di Sandro Petrone, il secondo album di Sandro Petrone, inviato e giornalista RAI.

Conduce: Giorgio Verdelli
Talk e canzoni con interventi di: Tony Cercola, Enzo De Caro, Martino de Cesare, Petra Magoni, Monica Marziota, Carlo Massarini, Paki Palmieri e Lorenzo Petrone.

‘Solo Fumo’, il concept album di Sandro Petrone, Edizioni Feltrinelli.

Un inviato di guerra rientrato alla base: uno studio di registrazione. Un giornalista che lascia il mestiere per tornare alla musica e per altre ragioni che girano intorno alla vita.

Un flash-back concreto verso le radici che hanno permesso a Sandro Petrone, inviato storico RAI e conduttore del TG2, di continuare a raccontare, ma in altri termini e con rinnovata passione, le storie del mondo, le storie dell’esistenza.

È uscito lo scorso febbraio, infatti, il suo ‘Solo Fumo’, un progetto che negli anni settanta sarebbe stato definito un concept album.

Album che gira attorno a un’unica storia, quella drammatica e sentimentale di Sandro inviato, che si serve della musica anche come terapia per sconfiggere il suo male, un tumore con cui combatte da qualche anno e di Sandro cantautore, come in gioventù, che dopo quarant’anni in giro per il mondo, lascia il giornalismo per tornare a respirare e commentare ‘quadri di vita’.

Nove canzoni nelle quali il ‘Destino’, la ‘Missione’, l’‘Illusione’, la ‘Casa’, i ‘Figli’, la ‘Scomparsa’, la ‘Trascendenza’, l’‘Amore’ e gli ‘Altri’, sono i temi da cui si diramano decine di storie, nelle cinquanta pagine di testi e immagini che accompagnano questo delicato progetto e che si moltiplicano, giorno dopo giorno, nello spazio virtuale del suo web e in quello fisico degli incontri personali.

Il decimo quadro di vita è una ghost track dedicata al dramma ambientale e sociale di Taranto.

Se parti dalla musica e arrivi al giornalismo per raccontare te e il mondo, e poi dal giornalismo torni alla musica per raccontare te e il mondo, vuol dire che qualcosa non va nel giornalismo

è l’idea di Petrone che, incrocio napoletano, pugliese e romano, alla fine degli anni ’70 bazzicava da cantautore nel giro della Vesus-wave, l’onda musicale dei suoi amici Bennato, Daniele, Gragnaniello, Cercola.

E quando lasciò Napoli e la musica per fare l’inviato, e non fare il cantautore, la musica rimase con lui come compagna interiore.

Ora torna con un messaggio di vita che accompagna un destino, il suo in particolare, segnato da un inconfutabile dolore che sperimenta nuove cure per placarsi e che è il frutto della sua stessa vita vissuta sul campo di battaglia:

un guerriero che non va per vincere o perdere ma per combattere,

come canta uno dei suoi brani dettato dagli insegnamenti della professione e che non teme la morte, perché tanto profonda è la spinta a condividere e raccontare i destini degli uomini, e a denunciare i mali del mondo, che fa passare in secondo piano il sacrificio personale.

Ma c’è anche la consapevolezza dell’illusione, di cui ‘Solo Fumo’, titolo e significato dell’album è l’emblema. Per Sandro sono gli inequivocabili

simboli della vita, metafora di come riusciamo a farci ingabbiare, forse senza scelta, cercando disperatamente un’alternativa che possa farci affermare che siamo vivi…

Raccontare per dimenticare, ma anche per riesumare l’antico rinnovandolo: nei brani scritti da un curioso affabulatore si parla di una Napoli diversa ogni volta che viene rivissuta dopo averla fuggita, e si parla di petali, quali sono i figli che sgorgano dalla propria fisicità e scivolano via palpitando autonomamente.

Si racconta di come la composizione di una canzone possa sfuggire di mano, usata inconsciamente per elaborare una perdita e rinascere e si rivive il misticismo, ispiratori due celebri accordi di Cat Stevens, per parlare di culture religiose e dell’incontro personale avuto con il Dalai Lama.

Infine, c’è l’amore, racchiuso in un’essenza rivelatrice che possiede la capacità di costruire, attorno al proprio desiderio più inconscio, un mondo artificiale identico al sogno sognato.

Ma, a far quadrare il cerchio dell’intero album, conclude il suo itinerario la ‘Pazzia’, in un brano, vita vissuta al nanosecondo,  che racconta dei diversi, nella cultura, nella tradizione autoctona, negli atteggiamenti, senza i quali non è possibile realizzare un cambiamento, e la musica vissuta da Petrone nella piena rivoluzione rock campana ne è testimone: un cambiamento sociale o spirituale che sia, ma che produca un’alternativa.

Ed è questo termine ‘alternativa’, che continua a battere nel cuore di un giornalista-musicista anche nel percorso terapeutico, convinto che la punta più avanzata della sensibilità sociale siano proprio gli artisti:

forse il giornalismo è più potente, ma l’arte della musica raggiunge finalmente qualche cuore…

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