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Shoah 27 gennaio

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Shoah


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Risale a poco più di dieci gironi fa la notizia della nomina a senatrice a vita di Liliana Segre, da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sopravvissuta ad Auschwitz. La Segre, fu deportata il 30 gennaio del 1944 dal binario 21 della stazione di Milano Centrale, al campo di concentramento di Auschwitz – Birkenau, da cui venne liberata il primo maggio del 1945.

Aveva appena quattordici anni, quando la sua giovinezza le fu portata via dalla morsa cruenta del Nazismo. Liliana Segre è una sopravvissuta al maggiore degli olocausti conosciuti dalla Storia e che tutt’ora presenta dei lati oscuri, non ancora illuminati dalla luce della verità.

Porterò al Senato la voce di chi subì le leggi razziali

queste le prime parole pronunciate dalla neo-senatrice, nel proprio discorso d’ouverture.

Tali parole, fanno da grondaia a tutto ciò che è scaturito dal Nazismo e le conseguenze che ha riversato nella storia.

Le leggi razziali non furono un’arma diabolica, velata di crismi giuridici, soltanto per gli ebrei, gli apolidi, i massoni, i cattolici, gli omosessuali, e tutti i civili sottomessi al nazifascismo; le leggi razziali furono il muro di gomma che il movimento della Resistenza, che più che definire Secondo Risorgimento, merita la nomenclatura di resistenza partigiana, formata da studenti, disertori, militari, professori e cittadini aventi senso patriottico e di giustizia, delle più svariate classi sociali, che ha dato un alto contributo, per arginare gli effetti di tale cintura poliforme del Male e, soprattutto, condurre il popolo, afflitto, esausto, impoverito, alla fine della guerra.

La storiografia ufficiale fa coincidere la nascita della Resistenza partigiana, con il proclama di armistizio di Badoglio dell’8 settembre 1943; trattasi, in realtà, dell’annuncio dell’entrata in vigore dell’armistizio di Cassibile, un accordo siglato segretamente il 3 settembre del 1943, nella contrada Santa Teresa Longarini di Siracusa, distante 3 km dal borgo di Cassibile, località dalla quale l’armistizio prese il nome. Esso rappresenta l’atto con il quale il Regno d’Italia cessò le ostilità verso gli Alleati durante la seconda guerra mondiale e, l’inizio quindi, di fatto, della resistenza italiana contro il nazifascismo.

La realtà che emerge dai ricordi dei sopravvissuti all’Olocausto, alla seconda guerra mondiale, è di valore inestimabile, perché autentica e di consistenza, che i giuristi denominerebbero “prova liquida”, tant’è lo spessore probatorio su cui si struttura.

Ed è proprio questa “memoria” che ha fatto sì, che non tutta la verità oggettiva di quel tempo, sia andata perduta nelle falle oscure della storia. Perché anche questo è avvenuto, purtroppo.

Molteplici sono le storie, le vicende, gli episodi di gente comune che ha pagato con la propria vita il prezzo per proteggere il prossimo, il bene comune, il diritto alla vita di ognuno. Persone che oggi non hanno nome, né identità, ma i cui effetti delle loro gesta ancora si perpetuano nel tempo e che soltanto nei ricordi e nella memoria del singolo sopravvissuto torna a vivere e ad essere presente.

Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare.

Sono state queste le prime parole che Liliana Segre avrebbe proferito, dopo essere stata edotta della nomina a senatrice a vita.

L’unico dato di fatto, oggettivo e incontrovertibile in merito allo studio della Shoah, dipeso dalle scelte politiche del nazismo e del germano fascismo, è che tutto è avvenuto in un clima di guerra, innestato su un humus di false ideologie, di potere, di culti pagani, esoterismo oscuro e disvalore della vita umana.

Non è utile allo studioso astrarsi da ciò che è avvenuto, dall’etica, dalla morale, dal senso laico, per cercare di trovare una sorta di chiave risolutiva di ciò che effettivamente è stato il Nazismo e gli effetti che ne sono scaturiti e che, oggettivamente, hanno stravolto il volto della storia del mondo e della stessa umanità.

Il Nazismo non nasce per scopi certamente benefici, se non in maniera residuale e limitata alla sola razza ariana, in seno al popolo tedesco. Lo stesso popolo, il primo in realtà, ad essere stato ingannato e soggiogato dall’architettonica follia di Hitler e dal suo pool di fidati collaboratori, che hanno saputo soltanto mescolare verità edulcorate già ab origine, con sangue innocente.

Ognuna di quelle vittime, ognuno di quei caduti, è un segno sul volto dell’Umanità, che non può essere dimenticato, e ogni uomo del mondo, ne porta dentro la responsabilità.

Nel 2018, darò alle stampe il mio prossimo romanzo, dal titolo ‘Shoah – la cintura del Male’, in cui molteplici e ulteriori aspetti del Nazismo, della Resistenza partigiana e delle vicende umane smarrite nelle pieghe oscure della storia, potranno essere spunto, ma soprattutto “memoria” di quel tempo, che merita rispetto e dignità fusi in un unico valore assoluto: la Vita!

Auschwitz – Solo quando agli uomini di tutto il mondo sarà riconosciuta la dignità umana, solo allora potrete dimenticarci.
Incisione scritta sulla lapide presente, sul Sacrario ai Caduti di Marzabotto – Bologna.

L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria.
Primo Levi

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Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".