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‘Scuola d’arte a Siena’, presentazione libro

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'Scuola d’arte a Siena. Duecento anni di istruzione artistica 1816 – 2016'


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Il 7 giugno nell’Aula Magna del Liceo Artistico ‘Duccio di Buoninsegna’

Riceviamo e pubblichiamo.

Una storia lunga 200 anni racchiusa in 200 pagine di storie, immagini, documenti.
È quella raccontata nel volume ‘Scuola d’arte a Siena. Duecento anni di istruzione artistica 1816 – 2016’, che sarà presentato giovedì 7 giugno alle ore 16:30 nell’Aula Magna del Liceo Artistico, in piazza Madre Teresa di Calcutta 2 a Siena.

L’evento, che si aprirà con gli interventi della preside Sandra Fontani e da Azelia Batazzi, ex studente, sarà arricchito dal workshop dedicato alla scuola libera del nudo, che farà rivivere ‘in presa diretta’ l’atmosfera del ritratto dal vivo, con veri modelli, come da tradizione ottocentesca.

Il libro
‘Scuola d’arte a Siena’, pubblicato da Edifir Edizioni Firenze, è un’opera di grande profilo culturale, realizzato sulla base di un’approfondita ricerca storica, documentaria e archivistica. Il filo conduttore del libro è il rapporto tra la scuola, Istituto d’Arte prima e Liceo Artistico poi, con la città e con il territorio. La scuola fondata nel 1816 dal Gran Duca Ferdinando III è la più antica istituzione scolastica non universitaria di Siena e una tra le più antiche ad indirizzo artistico in Toscana.

'Scuola d’arte a Siena. Duecento anni di istruzione artistica 1816 – 2016'

Il contenuto dei sette capitoli del volume
Sette i saggi che compongono il libro e ripercorrono le vicende storiche, artistiche e sociali dalla Siena del 1816 a quella di oggi. Il volume si apre con il saggio ‘Una storia dell’istruzione artistica a Siena nel bicentenario della Fondazione dell’Istituto di Belle Arti’ di Andrea Conti, che ha coordinato l’intera opera, mentre ‘Alle Belle arti tra Otto e Novecento’ è il tema affrontato da Leonardo Scelfo.

Il racconto prosegue con ‘Le opere del Liceo Artistico ‘Duccio di Buoninsegna’ in deposito al Museo Cassioli‘ a cura di Valentina Manganaro. Tra le pagine del libro è possibile riscoprire alcuni artisti, come Guido Bianconi, che è al centro dello studio dei saggi di Marta Batazzi, Annamaria Romana Pellegrini.

Il futurismo di Virgilio Marchi viene affrontato da Giorgio Montecorvo, mentre Marta Batazzi e Monica Giannetti presentano nel saggio conclusivo un progetto didattico realizzato per il corso di arti figurative bidimensionale, che ci fa entrare nel vivo dell’attività del Liceo Artistico oggi.

200 anni di Liceo Artistico
La continuità e il rapporto con il territorio sono il trait d’union che ha caratterizzato la storia della scuola d’arte a Siena. Un elemento che emerge con forza nel libro attraverso figure, vicende, opere, che raccontano la città dal punto di vista degli artisti che, da studenti e docenti del Duccio di Buoninsegna, hanno delineato la Siena che oggi tutto il mondo conosce.

Il Liceo è stato e rimane un laboratorio nella città e per la città. Una scuola che oggi conta oltre 400 studenti, circa 70 docenti, 7 collaboratori scolastici più un tecnico di laboratorio, una biblioteca con circa 12mila volumi di letteratura, storia dell’arte, tecniche artistiche e scienze; otto laboratori; un ricco patrimonio artistico custodito nella gipsoteca e nella pinacoteca della scuola. Una scuola dal passato importante, ma che guarda al futuro forte di un percorso di studi completo e che, negli anni, si è saputa rinnovare cercando di offrire agli studenti gli strumenti necessari da impiegare nel mondo del lavoro.

Il Liceo Artistico laboratorio della città 
Siena e il suo territorio sono disseminati di opere d’arte, nate dalle mani di allievi e maestri che hanno frequentato quello che oggi è il Liceo Artistico. Ci sono la Sala del Risorgimento di Palazzo Pubblico, al quale lavorarono a fine Ottocento Luigi Mussini; Pietro Aldi; Cesare Maccari; Amos Cassioli e Alessandro Franchi; il Palazzo del Capitano, restaurato in stile neogotico dall’architetto Giulio Rossi; la Rocca Salimbeni, opera di Giuseppe Partini; il Palazzo delle Poste dell’architetto Vittorio Mariani.

Anche i colonnini di Piazza del Campo, furono opera delle maestranze uscite dall’istituto, così come la riproduzione di Fonte Gaia, per restare nel cuore della città, venne realizzata da un altro allievo, Tito Sarrocchi. Per uscire dal centro urbano e affacciarsi nelle campagne, il Castello di Brolio e quello di Celsa, solo per fare due esempi, furono realizzati secondo lo stile neogotico da allievi diplomatisi nella scuola senese.

'Scuola d’arte a Siena. Duecento anni di istruzione artistica 1816 – 2016'

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