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‘Savoire Faire’: Regione Toscana – ANCI su beni comuni e accoglienza

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Stefano Ciuoffo


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L’intesa rientra in un progetto europeo e l’adesione è aperta a tutti i Comuni che vorranno entrare in rete

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

In Toscana, i temi dell’economia collaborativa e della cura condivisa dei beni comuni sono ormai riconosciuti e praticati come un fondamentale strumento per promuovere la coesione sociale, l’inclusione e la piena cittadinanza attiva di tutti i cittadini, compresi quelli di paesi terzi.

Ed è proprio perché le politiche sui beni comuni possano concretamente includere anche le più fasce deboli della popolazione, nello specifico proprio quelle di paesi terzi, che nasce un nuovo protocollo d’intesa tra ANCI Toscana, Regione e tutti i Comuni che vorranno aderire all’accordo; accordo possibile anche grazie alle risorse del progetto europeo ‘Savoire Faire’, di cui ANCI Toscana è capofila, che finanzia progetti di inclusione sociale ed economica dei cittadini extraeuropei.

Il protocollo è stato presentato in un webinar con quasi 150 persone collegate da tutta Italia; un altro importante passo di un percorso virtuoso che vede la Toscana all’avanguardia in Italia, anche grazie alla recente legge regionale 71 sui beni comuni e alle moltissime esperienze di tanti Comuni.

Ha sottolineato il Presidente di ANCI Toscana e Sindaco di Prato Matteo Biffoni:

Il nostro obiettivo è quello di estendere i valori dei beni comuni anche ai nuovi cittadini, che in un contesto di cittadinanza attiva possono trovare forme di accrescimento personale e di competenze, anche per iniziare a sentire proprio il luogo dove presumibilmente avrà la sua vita futura.

D’altra parte, per i residenti ‘autoctoni’, vedere questo lavoro sul territorio da parte di persone con cui non è sempre facile relazionarsi, può sicuramente favorire la reciproca conoscenza e il superamento delle barriere. A piccoli passi possiamo fare tanta strada.

Sostiene l’Assessore all’Immigrazione, al rapporto con gli Enti Locali e alle Infrastrutture digitali, Stefano Ciuoffo:

Il Progetto Savoir Faire, di cui ANCI Toscana è soggetto capofila ha messo in luce come il tema dell’accoglienza e quello della gestione dei beni comuni abbiano forti sinergie e possano dar vita, se affrontati con lungimiranza, a percorsi di integrazione e crescita sociale per intere comunità.

Il percorso partecipativo #AccoglienzaToscana che è stato strutturato nello scorso mandato, assieme ai Comuni ed ANCI, ha ribadito che l’impegno delle istituzioni deve essere rivolto ad azioni di inclusione sociale nei confronti dei cittadini di paesi terzi, che mirino al consolidamento della loro autonomia e della loro autoimprenditorialità.

Questo protocollo è un ulteriore tassello verso un concetto di accoglienza che ha contraddistinto la nostra Regione nel panorama nazionale.

Il cammino non è concluso, ne siamo consapevoli, ma attraverso il rafforzamento dei legami sociali, che passa anche dalla gestione dei beni comuni, daremo maggiore solidità alle nostre Istituzioni e alle nostre comunità.

Ha detto Emiliano Fossi, Sindaco di Campi Bisenzio e responsabile ANCI Toscana per la partecipazione:

Il tema dell’innovazione civica e sociale è il caposaldo da cui possiamo ripartire, perché è un pezzo fondamentale del presente e del possibile futuro.

La Regione Toscana e i territori molto hanno fatto in questi anni, ma molto resta da fare.

Questo accordo è importante, perché vuole declinare l’integrazione dei cittadini stranieri con i beni comuni: mi auguro che le amministrazioni comunali aderiscano e diano sostanza all’intesa.

L’obiettivo del protocollo è quello di promuovere una rete attiva tra i Comuni che stanno già sperimentando e implementando azioni e strumenti collaborativi e di innovazione civica, perché coinvolgano anche soggetti socialmente fragili e cittadini di paesi terzi, ovvero quelle persone che meno facilmente conoscono il tema di beni comuni e che sono tradizionalmente distanti da iniziative analoghe.

Questo promuovendo anche la mappatura delle esperienze e lo scambio di buone prassi. Quattro i punti chiave definiti nell’accordo: incontro, crescita, sensibilizzazione e sperimentazione.

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