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Protesta delle marinerie, Saccardi al fianco di imprese e lavoratori

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Peschereccio


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La Vicepresidente della Regione Toscana contesta il Piano d’azione europeo

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

I divieti generalizzati sono sterili e controproducenti. Contestiamo il nuovo Piano d’azione UE per la pesca che, imponendo una serie di veti, si traduce in una serie di misure negative per l’assetto del settore che, per la Toscana, significa conseguenze devastanti.
Così la Vicepresidente e Assessore all’agricoltura e pesca Stefania Saccardi prendendo posizione sulla Comunicazione della Commissione inerente il Marine Action Plan 2023.

Prosegue Saccardi:

Non condividendo l’approccio penso che l’indirizzo da seguire sarebbe piuttosto quello di individuare nelle aree tutelate misure gestionali idonee anziché introdurre interdizioni di così grande rilevanza per alcune areali marini come quello toscano che, oltre a avere un impatto sociale rilevante, possono risultare negative proprio per l’ambiente a causa a esempio della crescita dello sforzo di pesca nelle aree rimanenti.

Saccardi sostiene così anche la protesta manifestata contro la ‘Marine Action Plan – (COM (2023) 102 final’ presentata dal Commissario europeo agli Oceani, Ambiente e pesca nel mese di febbraio, sostenuta in questi giorni dal mondo della rappresentanza di cooperative, imprese e lavoratori AGCI Agrital, Confcooperative, FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare, Coldiretti Impresapesca, Federpesca, FAI – CISL, FLAI CGIL e UILA Pesca, che venerdì 23 metteranno in atto una mobilitazione generale.

L’Action Plan pone infatti l’obiettivo di vietare entro il 2024, in tutte le aree ‘Natura 2000’ la pesca esercitata con attrezzi mobili.

Sottolinea Saccardi:

Un provvedimento che se in alcune aree può non provocare danni eccessivi, in Toscana avrebbe addirittura un impatto molto negativo per la flotta peschereccia locale.

L’eventuale applicazione del piano d’azione comporterebbe la chiusura di tutta la pesca a strascico a nord dell’Isola d’Elba fino alla Liguria. A a sud dell’Elba rimarrebbero pochissime aree attualmente lavorabili.

Ciò comporterebbe oltre alla chiusura di imprese di pesca, anche in forma di cooperativa, anche la perdita di tutti i canali commerciali nonché la difficoltà operativa delle OP e delle strutture dei mercati ittici in funzione e in fase di avvio.

Le aree marine, classificate come Aree Natura 2000, dove operano le imbarcazioni con attrezzi trainati, sono infatti individuate a nord dell’Isola d’Elba, e fino al confine con la regione Liguria.

Si tratta di una vasta area SIC Tursiopi che comprende una parte del Compartimento di Livorno e interamente quelli di Viareggio e Carrara. In questo tratto di mare si trovano le isole di Gorgona e Capraia in cui esiste già un limite spaziale di interdizione alla pesca sia per gli attrezzi da traino che per i non residenti con gli altri attrezzi.

È inoltre presente l’AMP Secche della Meloria e il SIC Calafuria a sud di Livorno dove già oggi non è possibile pescare a strascico.

A sud dell’Isola d’Elba sono presenti le aree Natura 2000 estensione a mare del Parco dell’Arcipelago Toscano – Giannutri, Pianosa e Montecristo – dove esistono già divieti di pesca a strascico oltre ad un area ZTB vicino all’Isola del Giglio dove è ugualmente vietata la pesca a strascico.

Sono infine in discussione ulteriori definizione di aree Natura 2000 sia a nord che a sud dell’isola d’Elba.

Conclude Saccardi:

Aggiungo un’altra considerazione che riguarda l’obiettivo della politica comunitaria in materia ambientale vale a dire quello di proteggere legalmente il 30% dei nostri mari.

Sottolineo che l’areale toscano ha già raggiunto questo obiettivo perché su circa 1,5 milioni di ettari, circa 450 mila sono tutelati e il Santuario dei cetacei, inoltre, interessa tutto l’areale marino regionale.

Occorre sicuramente prevedere interventi per tutelare le risorse naturali ma anche per garantire al contempo lo svolgimento delle attività ritenute compatibili con il mantenimento del buono stato ambientale.

In altre parole, occorre programmare gli interventi e le misure in un’ottica di sostenibilità socio economica ambientale, principio guida generale questo che traspare ormai in tutte le politiche settoriali comunitarie e nazionali ma che in alcuni casi, come questo che sta suscitando le preoccupazioni dei pescatori, si fa fatica a individuare.

Confidiamo, pertanto, che il Ministro voglia sostenere queste posizioni e noi saremo al suo fianco.