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Paura

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Credo che solo una cosa renda impossibile la realizzazione di un sogno: la paura di fallire.
Paolo Coelho

Fa parte della natura dell’uomo; è screziata di materialità, ma la sua essenza è emozionale e vibrante, almeno quanto il suo germano coraggio. Figli di una dualità manifesta e feconda, in cui le alternanze dell’umano divenire rendono inquieta la mente del singolo individuo, lasciandogli correre dentro di sé flussi impetuosi di instabilità, tremori e devastante disperazione.

Come un anello alla gola, la paura ti stringe nella sua morsa atavica, primordiale, priva di un barlume di pietà che possa lenire la sua crudele irruenza. La paura genera altra paura sino al punto in cui ti toglie il respiro e ti butta via, per tua stessa mano.

Non esiste accordo con la paura né piattaforma di dialogo; quando intercetta il tuo sguardo ha già vinto, precedendoti in ogni altra e qualsiasi tua nuova mossa: è in grado di paralizzarti e farti scivolare giù, in fondo, fin dove non nemmeno sapevi che esistesse un baratro esistenziale così profondo e oscuro.

Le nostre paure sono come mine che esplodono non appena qualcuno vi appoggia un piede sopra.
Emanuela Breda

La paura ha innumerevoli volti, lati, sfumature; ognuno conosce i propri e le sue, ognuno li combatte giorno per giorno; ogni essere umano è destinato a fare i conti con la propria personale paura, fin quando non decide di rialzare la testa abbassata sotto i colpi incessanti delle sue bastonate e comincia a dar voce al grido inascoltato della sua dignità.

Gli uomini sono flagellati nell’anima e nella mente da molteplici tipologie di paure: quella che li devasta maggiormente è sostenuta dal forte timore di non avere denaro, soldi, posizione sociale. È un perverso circolo vizioso, molto mentalizzato, che affonda le sue radici nella parte malata della società in cui viviamo e che ci impone schemi, dogmi, status ai quali sei convinto di dover soggiacere, per restare a malapena a galla. Eppure, non è così.

La paura di morire, il timore di lasciare la materialità di questo mondo e non conoscere l’effettiva esistenza del dopo, del passaggio successivo, dell’ignoto divenire. Per questa paura ci si dimentica di un principio aureo e cioè che il sudario non ha tasche e che di quello che sarà dopo può aver intuizione soltanto chi ha coltivato la fecondità della propria origine spirituale.

Ma qual è la più grande paura?

Essa, nella sua forma più profonda e divinamente innaturale, è certamente quella di amare; sì, la paura più terribile e gravosa per l’animo umano è sicuramente quella di amare; essa, però, è figlia della più matrigna dei timori, e cioè quella di non amare genuinamente se stessi!

La paura di volersi bene uccide e sradica ogni germoglio di dignità e speranza dell’animo umano, conducendolo a recidere rapporti e interessi, fino a giungere a una sorta di autodistruzione emozionale che comporta aridità spirituale e intellettiva. La paura che separa l’uomo dal proprio spirito, in un mare di personale indifferenza di sé e degli altri, è il peggiore dei mali che può sterilizzare ogni forma di conoscenza e aspettativa genuina dell’Essere, allontanandolo dalla Luce.

È la nostra luce, non la nostra ombra, quella che ci spaventa di più.
Nelson Mandela

Le ombre mentali coniugate alle forme di paura rendono l’animo umano arido, conducendolo in una dimensione altamente distante dalla Luce.

Gli uomini devono accettare i propri demoni interiori; così facendo riusciranno a mutarli in ciò che realmente sono, desideri inespressi, aspettative mancate, sogni repressi e relegati in pozzanghere di lacrime amare. L’abbandonarsi all’amore, all’affetto, all’amicizia, alla propria energia interiore rende l’uomo libero e proiettato verso la luce della conoscenza, attraverso la consapevolezza intuitiva.

Non esistono dogmi, status, schemi che hanno il diritto di snaturalizzare il senso divino e spirituale dell’Uomo; la paura la si affronta con la paura stessa, esorcizzandola per mezzo di un coraggio che affonda la sua essenza nella più genuina forma di dignità.

Il respiro dell’infante è simile, per intensità e sostanza, a quello dell’uomo che si è liberato delle sue paure interiori ed è tornato ad assaporare la dolcezza della Libertà.

A ognuno è donato un paio di ali, a ognuno è concesso il diritto di spiccare il volo.

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Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".