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OGR, svelati segreti delle 2 opere permanenti di Kentridge ed Herrera

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William Kentridge - Procession of Reparationists - w…uele Piazza


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Al via il 9 aprile il primo episodio della rubrica online ‘Come nasce una mostra’: le attività delle OGR proseguono in modalità virtuale

Riceviamo e pubblichiamo.

I bozzetti preparati minuziosamente da William Kentridge prendendo spunto dalle vecchie fotografie degli operai dei treni nelle OGR e nelle fabbriche del Nord Italia, il viaggio via mare dal Sudafrica all’Italia delle 15 grandiose statue di acciaio, issate da una gru a tempo di record nella Corte Est delle Officine Grandi Riparazioni, prima dell’inaugurazione pubblica il 30 settembre 2017.

Tutti i retroscena della realizzazione di ‘Procession of reparationists’, così come i complessi lavori preparatori del dipinto murale ‘Track’ di Arturo Herrera – entrambe opere permanenti delle OGR – saranno svelati domani, giovedì 9 aprile, sui canali social delle OGR, con foto, video e materiali inediti.

Prende il via infatti la rubrica ‘Come nasce una mostra’, nell’ambito del progetto OGR is digital, per raccontare al pubblico le attività delle OGR Cult e Tech che, in questo periodo di emergenza sanitaria, proseguono in modalità virtuale sul sito www.ogrtorino.it.

Dichiara Massimo Lapucci, Direttore Generale delle OGR e Segretario Generale della Fondazione CRT:

Sveliamo i retroscena delle opere di due grandi artisti contemporanei di fama internazionale, come Kentridge ed Herrera, che tutti potranno ammirare di nuovo alle OGR non appena torneranno protagoniste a pieno regime come Officine dell’Arte, della Cultura, della Ricerca, dell’innovazione.

Restituire una nuova vita alle OGR è stato un percorso certamente complesso ma sempre emozionante: vogliamo condividere anche questi ‘dietro le quinte’ della loro rinascita con il pubblico di OGR, affinché possa apprezzarle ancora di più come luogo che appartiene a tutta la comunità.

Sostiene Nicola Ricciardi, Direttore Artistico OGR:

Ritengo che le OGR siano come un granaio, così come Marguerite Yourcenar definiva le biblioteche, perché la funzione principale di ogni istituzione culturale è raccogliere delle riserve per l’inverno dello spirito. In questo ‘inverno dello spirito’ abbiamo voluto aprire il nostro granaio, contare le fascine e vedere che cosa abbiamo raccolto fino ad oggi: analizziamo la nostra giovane storia per iniziare a progettare il futuro, la mostra più bella di tutte, quella che inaugureremo, perché vorrà dire che ci saremo messi tutto questo alle spalle.

Nel frattempo, crediamo sia importante intrattenere il pubblico, fornire occasioni di riflessione, stimolarne la curiosità e, perché no, instaurare un dialogo proficuo tra pubblico e istituzioni.

Spiega il Presidente delle OGR Fulvio Gianaria:

In questa rubrica trova pienamente spazio il concetto di officina, di laboratorio, di luogo dove si produce. L’allestimento di una mostra è il risultato di processi ben precisi e dell’azione coordinata di figure diverse: rendere visibili questi processi aiuta a fornire chiavi di lettura della mostra stessa.

Inoltre, grazie agli interventi del Public Program, anch’essi inseriti come approfondimenti all’interno della rubrica, è stato possibile dare voce agli artisti e ai curatori per favorire il confronto e il dialogo diretto con il pubblico.

Il primo episodio di ‘Come nasce una mostra’ è dedicato alle opere permanenti delle OGR: ‘Procession of reparationists’, installazione pubblica e site-specific realizzata da William Kentridge, e ‘Track’, l’opera realizzata da Arturo Herrera per la parete d’ingresso delle OGR Cult. Attraverso le parole del Direttore Artistico Ricciardi e del team curatoriale delle OGR, e tramite materiale fotografico e video inedito, saranno svelati gli aneddoti, i retroscena, i “dietro le quinte” che hanno preceduto l’opening delle installazioni artistiche.

William Kentridge – ‘Procession of reparationists’, 2017
‘Procession of reparationists’ è una commissione individuata dal Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea, sostenuta interamente dalla Fondazione CRT per l’Arte Moderna e Contemporanea e la cui curatela e produzione è stata affidata al Castello di Rivoli.
Dopo mesi di intenso lavoro da parte dell’artista William Kentridge e del suo team di produzione, e grazie alla triangolazione operata dal Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea per definire la posizione del nuovo monumento, le statue sono state imbarcate in direzione Italia dal Sudafrica, dove l’artista ne ha seguito la produzione. Dopo circa un mese di viaggio, le opere arrivano a Genova e, da lì, nella Corte Est, cortile che segna l’accesso alle OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino. Gli schizzi e i render che circolavano da mesi, preparati minuziosamente e contenenti ogni dettaglio tecnico, non avevano preparato il team di OGR alla visione di queste grandi placche di metallo di grandi dimensioni, 410 x 350 m circa, sollevate da una gru.

È stato sin da subito evidente che posizionare le opere in uno spazio fisico è estremamente differente dal “posizionarle” all’interno di un programma di renderizzazione. Seppur bellissimo, il lavoro strideva con il sistema di illuminazione originariamente previsto, che andava a indebolire il messaggio stesso della processione immaginata da Kentridge.

Si è reso quindi necessario segare i pali che portavano i lampioni originali e reimmaginare, a una settimana dall’opening, il sistema di illuminazione del piazzale d’ingresso delle OGR: operazione che è stata portata a termine con la collaborazione del team di lavoro del Castello di Rivoli. Grazie al lavoro di otto professionisti, nel giro di due giorni, l’intera “processione”, issata e sistemata su supporti di cemento e ferro, è stata quindi trattata e dipinta.

Per realizzare le silhouette in acciaio, Kentridge ha condotto una ricerca sulle industrie del Nord Italia, soffermandosi su fotografie che ritraevano lavoratori e operai: da qui la valenza fortemente significativa e simbolica del lavoro, allusione al processo di riparazione dei treni e dei corpi. Un’opera fortemente attuale.

Arturo Herrera – ‘Track’, 2017
Negli stessi giorni, durante i preparativi per il Big Bang, la grande festa inaugurale delle OGR Torino, nell’atrio che segna l’accesso alle OGR Cult, condiviso con Snodo – area ristorazione delle OGR – si è lavorato al maestoso lavoro di Arturo Herrera ‘Track’: il dipinto murale, così come lo ha immaginato l’artista, combina linee di varie dimensioni e spessori fino a formare un intricato reticolo che ricorda il tracciato di binari ferroviari o una serie di sentieri che si incontrano dipanandosi in varie direzioni, suggerendo anche un intreccio di rami e alberi che si protendono verso l’alto.

Arturo Herrera e i suoi due assistenti – i fratelli Von Gunten – durante la posa del nastro adesivo, che avrebbe poi portato alla realizzazione a pittura del murale, hanno dovuto affrontare una prima difficoltà: parte dell’intonaco si staccava, in quanto non predisposto ad “accogliere” il grado di pigmento necessario alla realizzazione dell’opera.

Franco Noero, gallerista di Arturo Herrera, presentò in quell’occasione alla squadra delle OGR Ronald, un “miracle worker” che dopo alcune prove riuscì a individuare il gradiente che garantiva la tenuta del nastro adesivo, consentendo così a Herrera e ai fratelli Von Gunten di realizzare – a tre giorni dall’opening – l’interno murale che ancora oggi è visibile.

Il 30 settembre 2017 l’opera viene presentata al pubblico e i giornali ne scrivono.
Una copia di ogni quotidiano viene consegnata ai fratelli Von Gunten, fieri di aver contribuito, insieme a Ronald, alla costruzione di un’opera che trasmette energia, interconnessione e fluidità.

Foto Andrea Rossetti

Arturo Herrera - Track - foto di Andrea Rossetti

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