I.A. Vuol dire intelligenza artificiale.
La cui sinistra coscienza produsse una nuova generazione di macchine… Nel corso della storia il genere umano è dipeso dalle macchine per sopravvivere…
… Un corpo umano genera più bioelettricità di una batteria da 120 volt, ed emette oltre sei milioni di calorie. Sfruttando contemporaneamente queste due fonti, le macchine si assicurarono a tempo indefinito tutta l’energia di cui avevano bisogno.Ci sono campi, campi sterminati dove gli esseri umani non nascono: vengono coltivati. A lungo non ci ho voluto credere, poi ho visto quei campi con i miei occhi…
… Che cos’è Matrix? È controllo. Matrix è un mondo virtuale elaborato al computer, creato per tenerci sotto controllo, al fine di convertire l’essere umano in questa. (batteria n.d.r.)
Matrix
Dicevamo…
Noi siamo il cibo.
Chi l’avrebbe mai detto…
Da dominatore della natura del mondo all’apice di tutte le creature viventi, l’uomo non riesce a dominare sé stesso; ed evidentemente nemmeno le sue creature. Tanto da diventarne, infine, esso stesso materia alimentare.
L’estrazione di dati è il nuovo greggio, non dalla natura, ma dalla natura umana.
Per due secoli è stato estratto dalla terra e bruciato petrolio, ma mancava una corretta comprensione delle conseguenze dell’economia fondata su combustibili fossili.
Le corporation avevano svolto le ricerche che anticipavano le conseguenze, ma gli esiti di queste sono rimasti nascosti al pubblico per mero e miserabile interesse egoistico di tipo economico. È sempre così, anche ora!
Tutto ciò adesso riguarda anche l’intelligenza artificiale, che ormai riesce a rilevare segnali praticamente subliminali, come, per esempio, nelle espressioni facciali o nel tono della voce, nella scelta lessicale utilizzata oppure nella velocità con cui si espone.
Spesso nella mia carriera ho partecipato a riunioni particolari di grandi corporation con manager, amministratori delegati, azionisti. In queste occasioni, è essenziale mettere in pratica sistemi di postura, gesti e attività di PNL, parlando e muovendosi in modo da comunicare qualcosa, per anticipare contromosse strategiche, bilanciare e, in taluni casi, per ovviare alcune attività di intelligence ed impedire a qualche d’un altro, oggi ancor di più grazie ai dispositivi di intelligenza artificiale, di cogliere qualcosa nelle voci, nel modo di esporre per trarne informazioni preziose per la concorrenza.
Sono persino ormai in commercio degli strumenti indossabili che hanno la capacità di svelare segnali impalpabili che l’orecchio umano o l’occhio nudo non riesce a cogliere.
Tanti sistemi vengono utilizzati, ad esempio, nelle campagne elettorali politiche, senza bisogno di altre metodologie più grossolane o cruente.
Da consumato esperto di intelligence ed investigazioni, che ha lavorato a vari livelli internazionali, penso che la gestione delle informazioni sia lasciata troppo allo sbaraglio da un lato e rimane senza risorse dall’altro se non si è in grado di dare una risposta scientifica, apparentemente inequivocabile.
Mi fanno sorridere, con un po’ di nostalgia, le indagini con macchina fotografica e monocolo o le ricerche documentali di due o tre decenni fa, che comunque facevano affidamento sul ‘naso’ e sull’istinto, sulla fantasia e sulla deduzione.
Ora l’analisi dei dati, il riconoscimento facciale e vocale, l’analisi predittiva e tantissimo altro.
Tutto ciò potrebbe essere buono, ma credo che vada a scapito di ogni aspetto artistico e d’intuito.
La scelta è solo una clausola posta tra chi ha potere e chi non ne ha.
Reloaded
Ho come l’impressione che stiamo progredendo in modo innaturale.
Credo che a partire dagli anni 90 l’umanità in generale stia involvendo e abbia intrapreso lo scivolo di una fase discendente nella campana di Gauss del serpentone del nostro andamento ciclico. Questo, a mio parere, si riflette su ogni attività e realizzazioni umane.
La transizione dall’analogico al digitale ha modificato la percezione ed il messaggio, aumentando il ritmo ad una velocità non parificata alla capacità d’assorbimento naturale.
Priorità ed importanze sono stati scavalcati da altro più veloce, più facile, più futile.
Più saturazione dei contenuti e più frenesia.
Più immaturità e più immediata e rapida gratificazione sono andati a svuotare la riflessione critica e la crescita intellettuale.
Il sovraccarico di flusso innaturale di informazioni ha creato una fortissima polarizzazione delle notizie. Tutto è estremizzato dal punto di vista duale. Senza poter più riconoscere la realtà, tutto ciò restituisce insicurezza, impotenza, irresponsabilità e superficialità, se non indifferenza.
Per garantirsi un illusorio senso di protezione, si preferisce stare inconsapevolmente con la massa più vicina, fideisticamente e senza discernimento.
È necessario ricordare, almeno a me stesso, che solo per mezzo dell’uomo si possono spiegare le cose e non l’uomo per mezzo delle cose.
L’uomo s’è fatto spogliare del significato di fine ed è rimasto solo mezzo e mi sembra che le linee prospettiche e le angolature puntino tutte allo stesso punto di fuga o d’origine: addio libero arbitrio e privacy, addio libertà di scelta e volontà sovrana.
La scelta è un’illusione; tu già lo sai che cosa devi fare.
The Matrix Resurrections
Sono lontane le idee della Rivoluzione francese e stiamo assistendo ad una regressione, anche per l’avvenuto ritorno ad una concentrazione di potere e ad una ritrovata società medievale, dove rinnovati signori – pochissimi in confronto alla massa – dominano su tutto il resto della popolazione, che si piega agevolmente, adattandosi e assoggettandosi al loro potere.
Non sono in grado di formular ricette di rimedio per tutto questo, fin qui ho evidenziato solo che l’homo phygitalis è sempre connesso, ma sempre più estraniato, formando solo assembramenti virtuali, per diventare solamente impilate pietanze preconfezionate.
Estraniato perché non ha più lo stimolo di riunirsi, come invece fanno ancora fare in pratica alcune festività, come quelle di un mese fa.
L’umano per questo rimane figura individuale sconosciuta, anche a sé stesso paradossalmente, senza confronti diretti, a specchio, durante i quali scambiare sensazioni, energie sentimentali ed emotive, stringendosi le mani e guardandosi negli occhi in modo sincero e disinteressato.
Mancando ciò, manca il ‘noi’ e manca completamente la spiritualità, singolare e collettiva.
E che fine fanno i riti?
Che fine fanno i collegamenti tra ciò che è in basso e ciò che è in alto?
Nel migliore dei casi una sorta di rappresentazione teatrale con una superficiale ed esteriore scenica, senza anima e senza alcun significato profondo.
Perché?
Perché la scienza e la cultura odierna non riescono a spiegare la spiritualità e la abbassano valutandola ciò che non è.
Si rimane fermi, staccati, ognuno nella propria caverna uso singolo, a guardar cose fatue, distolti da ciò che sarebbe importante.
Ma gli androidi sognano pecore elettriche?
Philip K. Dick
Si rimane disunito gregge, tenuto nello stesso macro recinto di convinzioni preconcette e, in alcuni casi, fondamentalismi ideologici, dei quali si ignorano le origini, i significati e le conseguenze.
Forse bisognerebbe ritrovare la forza motivazionale di sottrarsi da questo vortice, sottrarsi dall’essere cibo di quest’auto fagocitante antropofagia e trovare, in qualche modo, l’energica iniziativa di stringersi in catarsi attorno ad un fuoco – come auguravo a fine anno – a spezzare pane comune per riscoprire sé stessi, l’umanità, rigenerare condivisione e cooperazione, e infine comprendere che è l’unica via per riafferrare e riappropriarsi della propria anima dimenticata, anch’essa in fondo ad una scarpiera.
Il percorso dove ci porterà?
Stay tuned! Restate sintonizzati e direi anche sincronizzati!

Autore Investigatore Culinario
Investigatore Culinario. Ingegnere dedito da trent'anni alle investigazioni private e all’intelligence, da sempre amante della lettura, che si diletta talvolta a scrivere. Attratto dall'esoterismo e dai significati nascosti, ha una spiccata passione anche per la cucina e, nel corso di molti anni, ha fatto una profonda ricerca per rintracciare qualità nelle materie prime e nei prodotti, andando a scoprire anche persone e luoghi laddove potesse essere riscontrata quella genuina passione e poter degustare bontà e ingegni culinari.