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L’ultimo raggio di Luna

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L'ultimo raggio di luna


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Quanti, tra poeti e scrittori di prestigio, musicisti e artisti di ogni tempo hanno dedicato a te, Luna, la loro arte.

Canti, liriche, musiche, poemetti, saggi e… sospiri su respiri, di ogni singolo artista che si sia rivolto a te; anime disciolte in amori impossibili, bruciate dal fuoco della carne viva della passione incompiuta; stragi e battaglie sanguinarie si sono svolte sotto i tuoi occhi neri di fumo; e altrettante vittorie, incarnazioni e struggenti passioni si sono consumate sotto il sigillo del tuo fulgido sorriso.

Quante le “divinità” che simbologicamente hai rappresentato nel corso dei millenni; d’inestimabile valore è la luce riflessa di quel Sole che perde di consistenza innanzi alla magia alchemica che soltanto tu sei in grado di generare e produrre, influendo così sul principio delle maree e sul ciclo perenne e perpetuo della vita umana e di quella animale!

Riti pagani e magie di ogni colore e forma hanno avuto bisogno del tuo “astrale ausilio” per giungere al loro compimento: nulla di ciò che proviene dalle tenebre oscure dell’Uomo, della terra, e di ogni altro piano esistenziale o dimensionale, non si è congiunto ai tuoi raggi prima di immergersi nella luce radiante del disco solare.

Conscia dei più antichi e misterici segreti della natura e del cosmo, hai attratto a te cuori e anime al fine di guidarli nel percorso terreno a cui erano stati assegnati.

Governi la notte e, in essa, gli uomini illuminati e gli spiriti eletti si scambiano conoscenze e saperi che hanno origini lontane e che si perdono nelle viscere dell’Universo.

Attraverso le loro “comunicazioni” essi non sono più separati dal velo invisibile della morte e il Tutto, diventa Tutto.

Spirito e anima si accostano alla materia fisica e in essa, dopo aver neutralizzato l’oscura paura, la parola intuitiva diventa l’unica lingua comprensibile che fonde vita e morte, rendendole un “unicum”.

Eppure, proprio tu, signora della notte, dalle vestigia argentee, a volte dorate, altre volte vermiglie, come il sangue dell’umanità in cui è rinchiuso e custodito il segreto misterico della creazione, riscontri godimento, nell’avere ascendente in mezzo alle umane vicende; sovrapponendoti al mondo fisico, e riemergendo con maestosa consapevolezza in piani animici, tesi all’eterna sfera spirituale.

Nonostante il tuo vigile controllo sulle forze della natura e la linfa genitrice che trai dalla tua parte oscura e promiscua, esiste, fra le pieghe dell’umano divenire, un qualcosa che ti sfugge e che non riesci ad attrarre nella tua orbita: il desiderio oscuro dell’Uomo del vivere e assaporare il frutto del proibito.

Per ottenerlo e possederlo, l’Uomo svende la tua regalità; accantona il tuo arcaico valore, e, mutandosi in una fiamma ardente di piacere, si lascia guidare da una forza che trae linfa dall’Amore.

Ecco che, soltanto in quegli istanti che l’umano ruba tempo al divino, ti accorgi di essere stata strumentalizzata e ingannata; e così, nel calare lentamente da somme alture a tetri abissi e riducendo la tua consistenza in spicchi di luce, muti il tuo sguardo altero e superbo in amorevoli e disperate lacrime di delusione e rivolgendoti alla tua creatura prediletta, l’Uomo, gli chiedi addolorata:

Perché mi hai tradita?

E lui, l’Uomo, restituito alla verità di se stesso, ti risponde:

Io non ti ho tradito, ho soltanto amato una volta in più, perdendomi nell’oblio dei miei sensi.

Con flebile e consapevole sorriso, gli doni l’ultimo raggio di te, prima di inabissarti nell’oscurità di quella notte che hai governato per giorni, prima di morire.

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Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".