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Lombardia, seminario su inserimento disabili nel mondo del lavoro

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Barbara Mazzali e Alessandro Fermi


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Fermi: ‘Migliorare il percorso di accesso al lavoro’

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Consiglio Regionale della Lombardia.

Lavorare in rete per offrire interventi più mirati per i lavoratori disabili e supportare le imprese nelle situazioni di inserimento.

Sono questi alcuni degli obiettivi che Regione Lombardia deve perseguire e che sono emersi nel seminario promosso dal Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione presieduto da Barbara Mazzali, FdI, svoltosi questa mattina, 24 giugno, a Palazzo Pirelli.

Il seminario ‘Il lavoro che include – Problemi e proposte per l’occupazione dei disabili’ è stato organizzato a seguito della missione valutativa promossa dal Comitato nel 2017 e della consultazione pubblica del 2019 con cittadini e operatori del settore che hanno fatto emergere punti di forza ma anche criticità.

Dalla consultazione infatti è emerso che l’ambiente di lavoro e un clima accogliente sono favorevoli all’inserimento ma che tra le difficoltà per il mantenimento dell’occupazione c’è la patologia psichica e la difficoltà a trovare una mediazione tra le esigenze dell’azienda e i bisogni dei lavoratori disabili. Nel 2017 sono stati 13 mila i lavoratori disabili che si sono iscritti al Collocamento Mirato e circa, 6 mila di questi hanno trovato un’occupazione.

La richiesta più difficile da soddisfare è quella che riguarda la modifica delle condizioni di lavoro, orari, trasporto, barriere architettoniche, seguita dalla ricerca di un lavoro stabile e continuativo e dalla necessità di un supporto psicologico di un tutor per comunicare col proprio datore di lavoro.

L’ostacolo maggiore all’assunzione sarebbero il pregiudizio e la diffidenza delle aziende mentre giudizio positivo viene dato sull’attività degli uffici di collocamento mirato. Circa 25mila sono le imprese obbligate per legge ad assumere un disabile.

La Presidente Barbara Mazzali ha sottolineato che il tema è delicato e la Regione deve affrontarlo con la massima attenzione:

Stiamo verificando e valutando le azioni attuate e quelle ancora da mettere in campo. Dobbiamo superare la logica dell’inserimento lavorativo di un disabile soltanto perché previsto per legge. Dobbiamo agevolare le piccole e medie imprese e fare in modo che valorizzino diversità e vivano il collocamento di un disabile come un valore aggiunto.

Per Marco Degli Angeli, M5S, Vicepresidente del Comitato:

Seminari come questi sono occasioni per confrontarci anche su best practice adottate dalle grandi aziende e che, rimodulate in relazione alla diversa dimensione e al rispettivo settore, possono trasformarsi in modelli di riferimento anche per le nostre piccole e medie imprese.

Questa è la sfida e la Regione deve accompagnare le aziende nella formazione, nella gestione dell’inserimento e anche nella continuità lavorativa.

Al convegno sono intervenuti Alberto Lapi, Accenture Italia, che ha illustrato le esperienze di integrazione nelle aziende, Luca Mo Costabella di ASVAPP, che ha presentato i risultati di due sperimentazioni condotte in Lombardia, Lavoro&Psiche, e in Piemonte, Tsunami, Paola Angela Antonicelli, Direzione generale Istruzione e Lavoro, e l’Assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro Melania Rizzoli.

Il Presidente della commissione Attività Produttive Gianmarco Senna, Lega, ha sottolineato:

Emergono luci e ombre: ci sono difficoltà di inserimento in particolare per i disabili psichici e dobbiamo lavorare per aiutare le piccole e medie imprese, che costituiscono la maggior parte del tessuto produttivo lombardo.

Dobbiamo realizzare politiche dirette a favorire l’inserimento dei disabili in queste aziende ma dobbiamo anche comprendere le difficoltà dei piccoli imprenditori che spesso sono diffidenti e non hanno gli strumenti giusti a disposizione. I nostri sforzi vanno concentrati in questa duplice direzione.

A chiudere la mattinata è stato il Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi, FI:

Appuntamenti come questo, che sanno unire ascolto, rigore e buona volontà, vanno nella direzione giusta. Quello che occorre fare, e credo che su questo ci possa essere il massimo consenso, è coltivare una visione complessa e sistemica dell’universo disabilità.

Questo significa individuare puntualmente i bisogni, affinare la governance e lavorare in rete. È una consapevolezza che appartiene al Consiglio e alla Giunta: vogliamo ascoltare e agire per migliorare il percorso di accesso al lavoro delle persone disabili.

Nonostante gli enormi passi avanti, restano pregiudizi e diffidenze e su questo non si può abbassare la guardia, perché è una questione di civiltà, soprattutto se parliamo del lavoro.

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