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Lombardia, progetto di legge per prevenzione e cura disturbi alimentari

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Palazzo Pirelli


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Tironi: ‘Provvedimento condiviso con pazienti, medici e operatori di settore; stanziato un milione e mezzo di euro all’anno’

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Consiglio Regionale della Lombardia.

L’istituzione di una Rete regionale per la prevenzione e la cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione; la creazione di una Cabina di regia che coordini la Rete, predisponga le linee guida necessarie, migliori l’approfondimento conoscitivo e si impegni sul tema delle liste d’attesa; l’implementazione in ogni ASST di interventi ambulatoriali per l’intercettazione precoce, la diagnosi e l’eventuale invio dei pazienti ai contesti di cura e alle strutture più appropriate con l’individuazione di ASST specifiche nelle quali costituire unità funzionali specialistiche adibite al trattamento anche ospedaliero dei pazienti; la creazione nelle ASST di equipe funzionali composte almeno da uno psichiatra, un neuro-psichiatra infantile, un medico internista, un dietologo, uno psicologo psicoterapeuta, un tecnico della riabilitazione psichiatrica, un dietista, un infermiere ed eventuali altri professionisti con formazione specifica in merito ai disturbi della nutrizione e dell’alimentazione; la presentazione al paziente da parte delle strutture di un progetto terapeutico-riabilitativo; la programmazione e attuazione di politiche a sostegno delle famiglie e dei caregiver dei pazienti, valorizzando anche le iniziative già presenti sul territorio; la definizione di iniziative e corsi specifici di formazione riservati a operatori e medici di medicina generale.

Sono questi gli impegni e gli obiettivi contenuti nel progetto di legge che si prefigge di prevenire e curare i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, approvato oggi a larga maggioranza in Commissione ‘Sanità e assistenza’ con la sola astensione del Partito Democratico: il provvedimento sarà sottoposto al voto finale del Consiglio regionale nella seduta del 16 febbraio.

Spiega la relatrice e Vicepresidente della Commissione Sanità Simona Tironi, Forza Italia:

Questa mia proposta di legge prende spunto da una serie di visite a strutture lombarde che si occupano di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione come il Centro Pilota per il Trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare degli Spedali Civili di Brescia e Villa Miralago a Cuasso al Monte in provincia di Varese.

Sulla base degli elementi emersi durante queste visite abbiamo cominciato a lavorare insieme a professionisti e famiglie per definire una proposta in grado di far fronte e dare risposte adeguate alle necessità dei pazienti, dei loro caregiver e dei professionisti stessi.

In Lombardia esistono molte realtà eccellenti che si occupano di questo tema, molte delle quali nell’ambito delle stesse ASST. Queste realtà lavorano attraverso una rete informale, che ora è utile e necessario rafforzare e supportare.

Il tema dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione presenta un impatto generazionale profondo. Si tratta infatti della seconda causa di morte della popolazione femminile italiana in adolescenza dopo gli incidenti stradali e colpisce un numero crescente di giovani.

In prevalenza sono interessati l’1% delle adolescenti per anoressia nervosa e il 3% per bulimia nervosa; forme subcliniche caratterizzate da una minore gravità del quadro sembrano colpire mediamente il 10% dei soggetti di sesso femminile.

In adolescenza, il rapporto maschi/femmine per anoressia nervosa è 1 a 9. In Italia, le donne con anoressia sarebbero circa 25mila, mentre quelle con bulimia circa 100mila.

Inoltre, i dati sono sensibilmente peggiorati durante la pandemia, complici soprattutto il lockdown e la solitudine prodotta dalla didattica a distanza, con un numero di casi che ad esempio presso l’Ospedale San Raffaele di Milano nell’ultimo semestre è più che raddoppiato e ha interessato prevalentemente studenti di 14 e 15 anni, con almeno sessanta casi riscontrati legati prevalentemente a repentine perdite di peso fino a 20 chili in poche settimane.

Il finanziamento previsto da questo progetto di legge, che si aggiunge alle risorse stanziate su questo tema per le attività già in essere, ammonta a un milione e mezzo di euro l’anno per i prossimi tre anni.

Durante l’esame del provvedimento in Commissione sono stati auditi quasi quaranta soggetti tra professionisti e associazioni di famigliari e pazienti.

A motivare il voto di astensione del Partito Democratico è stata Antonella Forattini, che pur apprezzando il lavoro svolto ha però evidenziato come

a nostro avviso sarebbe stato meglio procedere non con una legge spezzatino ma nell’ambito della modifica della legge 23, della quale da tempo sollecitiamo una revisione complessiva.

Una posizione che il Presidente della Commissione Sanità Emanuele Monti ha definito “sorprendente” sottolineando come

la Regione Lombardia è la prima in Italia ad affrontare in modo concreto questa problematica ponendosi come guida e riferimento nazionale: invece di astenersi sarebbe auspicabile piuttosto che i colleghi del Partito Democratico sollecitino il Governo nazionale ad approvare su questa tema un provvedimento legislativo analogo a quello lombardo.

 

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