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Lombardia, ok da Consiglio regionale a Risoluzione programma lavoro UE

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Consiglio regionale della Lombardia


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Al centro del documento la valorizzazione del ruolo di Regioni ed Enti locali, politiche agricole, ambiente, le Olimpiadi del 2026 e la candidatura della Lombardia quale territorio per la sede del Tribunale Europeo dei Brevetti

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Consiglio Regionale della Lombardia.

Valorizzare il ruolo delle Regioni e degli Enti locali, dare più peso regionale alle scelte riguardanti le politiche agricole per potenziare le nostre caratteristiche attraverso le tante produzioni tipiche e di qualità, rilanciare in tutte le sedi la candidatura di Milano quale sede del Tribunale europeo dei Brevetti.
Sono alcuni degli obiettivi che guardano al programma di lavoro della Commissione europea per il 2021 fissati dal Consiglio regionale che oggi ha approvato con 61 voti favorevoli e 10 astenuti la Risoluzione sugli impegni UE e gli interessi attesi per il tessuto economico-produttivo lombardo, relatore il Vice Presidente della Commissione Bilancio Marco Colombo della Lega.

Diversi emendamenti e ordini del giorno proposti dalle minoranze sono stati approvati.

Il documento – 30 pagine con 115 impegni di lavoro – individua i punti salienti, con riferimento sia ai fondi Next Generation UE sia alle politiche di coesione che guardano il periodo 2021 – 202 e che sottolineano la necessità del coinvolgimento dei territori nelle politiche legate al Recovery Fund.

Il documento interviene declinando i sei obiettivi principali del Programma di lavoro della Commissione UE, Green Deal europeo, Europa digitale, economia al servizio delle persone, Europa forte nel mondo, promozione dello stile di vita europeo, nuovo slancio per la democrazia, nel contesto delle attese lombarde.

Un aspetto importante riguarda la mobilità sostenibile e l’attenzione per le infrastrutture strategiche, come l’aeroporto di Malpensa, punto di riferimento per il nord Italia e Paesi vicini, le linee ferroviarie e l’intermobilità, l’ambiente, il lavoro e la sanità, i diritti, la cultura e la parità di genere.

Ha detto il relatore Colombo:

Occorre poi prevedere misure per sostenere le imprese dei settori maggiormente colpiti dall’emergenza epidemiologica, indirizzando risorse pubbliche verso investimenti produttivi e riforme strutturali finalizzati ad ottenere una crescita sostenibile, la transizione energetica e l’economia circolare, al fine di consolidare politiche pubbliche in grado di sostenere i processi di innovazione in atto nel sistema produttivo lombardo.

Al tema dello sviluppo delle aree montane, inoltre, occorre porre una particolare attenzione in un’ottica di sviluppo sostenibile, prevedendo maggiori investimenti tra i quali la diffusione nelle zone montane e rurali della Banda Ultra Larga, indispensabile per garantire l’evoluzione digitale delle imprese e degli operatori di queste aree.

In questo contesto l’evento olimpico del 2026 deve essere visto non come fine a se stesso, ma come volano per una politica economica di rilancio di quelle aree.

Sulla candidatura della Lombardia a sede del Tribunale Europeo dei Brevetti è intervenuta anche la Vice Presidente del Consiglio regionale Francesca Brianza sottolineando:

La Lega e la Lombardia chiedono a gran voce da diversi anni un cambio di passo decisivo affinché si pongano degli obiettivi temporali celeri e certi per prendere questa decisone.

Questo è il momento giusto: la credibilità internazionale dell’attuale Governo Draghi può rivelarsi decisiva per smuovere le Istituzioni Europee e sostenere con forza la nostra candidatura.

Questa assegnazione costituirebbe un passaggio fondamentale per valorizzare e dare sbocco ai grandi investimenti sulla ricerca promossi negli ultimi anni da Regione Lombardia e un volano formidabile per far diventare la nostra regione un punto di riferimento internazionale in termini di innovazione e sviluppo tecnologico.

Importante poi anche la richiesta di istituire le ZES, Zone Economiche Speciali,  per i territori che si trovano in prossimità del confine italo-svizzero, richiesta inserita nella Risoluzione con un mio emendamento.

Le aree di confine infatti senza ZES rischiano una desertificazione non solo economica ma anche sociale.

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