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Lombardia, convegno su ludopatia, violenza domestica e lockdown

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Callipo, Beccalossi, Aldrovandi, Sala


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Uno scenario di sofferenza e disagio emerso nell’incontro promosso dalla Garante tutela vittime di reato

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Consiglio Regionale della Lombardia.

Il lockdown che spegne le luci delle sale slot, chiude i giocatori patologici nella solitudine della propria dipendenza, le violenze domestiche e le richieste di aiuto che esplodono.

Un labirinto di scatole cinesi fatto di disperazione, sofferenza e disagio in cui spesso le donne vestono i doppi panni di vittime di violenza domestica ma anche di vittime della loro stessa dipendenza da gioco.

Un quadro su cui è urgente intervenire quello delineato oggi, 2 dicembre, a Palazzo Pirelli durante l’incontro promosso dal Garante vittime di reato, Elisabetta Aldrovandi, che ha raccontato il rapporto tra ludopatia, violenza domestica e lockdown.

A farne le spese soprattutto anziani, donne ma anche minori, vittime della cosiddetta violenza assistita, testimoni non indifferenti di maltrattamenti, abusi ma anche più spesso di ricatti psicologici o di natura economica ai danni dalle loro madri.

Una situazione di sofferenza e di disagio su cui ha fatto da volano la ludopatia.

Ha illustrato Elisabetta Aldrovandi:

Un fenomeno che è una vera e propria dipendenza. Secondo gli ultimi dati si stima che soffrano di comportamenti da gioco compulsivo più di 1 milione e 500mila persone.

Una vera industria che muove un giro di affari di oltre 106miliardi, di cui 14 miliardi nella sola Lombardia.

Senza contare l’aumento del 107% delle chiamate al numero antiviolenza 1522 e del 65,7% delle richieste di assistenza arrivate ai Centri antiviolenza.

Gli effetti della correlazione tra i tre fattori sono stati anche al centro dell’intervento di Stefano Callipo, Presidente nazionale dell’Osservatorio Violenza e Suicidi che ha sottolineato la particolare situazione di fragilità delle donne affette da ludopatia

su cui grava anche un forte stigma sociale. A soffrire, però è l’intero nucleo familiare che, a causa della pandemia, ha dovuto affrontare situazioni di forte stress per la coabitazione prolungata, la crisi economica e lavorativa, e un uso massiccio di canali social e rete Internet.

Riflettori puntati sui giovani sono stati accesi dalla Presidente del Corecom Lombardia, Marianna Sala, che ha ricordato che

in Italia più del 90% del tempo su Internet è usato per attività ludiche come guardare un video, stare sui social, ascoltare musica.

Il fenomeno della ludopatia assume aspetti allarmanti, in particolare tra i giovani, che vivono in una realtà iperconnessa, nella quale la distinzione tra vita reale e vita virtuale appare sempre più sfuocata.

Per questo, secondo la Presidente Sala

andrebbe forse valorizzata, anche a livello normativo, una diversa prospettiva: quella educativa, su cui il Corecom, quale organo di consulenza in materia di comunicazione, può dare un importante contributo nell’esercitare le funzioni di garanzia e tutela dell’utenza, con particolare riferimento ai minori, per promuovere un uso responsabile e consapevole dei media.

Su delega del Presidente del Consiglio regionale, Alessandro Fermi, a portare i saluti istituzionali, Viviana Beccalossi, promotrice nella scorsa legislatura delle legge regionale per il contrasto alla ludopatia, provvedimento che spianò la strada per altri interventi legislativi a livello nazionale.

Ha sottolineato l’ex Assessore regionale al Territorio, ora consigliera del gruppo Misto:

Regione Lombardia deve continuare e se possibile rilanciare la battaglia contro gli effetti della ludopatia, iniziata grazie alla legge 8/2013 che mi onoro di avere proposto e che fu votata all’unanimità.

Una legge che ha aperto la strada a tante iniziative di comunicazione e ascolto, ha permesso di creare reti gli operatori del volontariato, ha dato strumenti ai Comuni per vigilare sugli abusi, ma soprattutto ha per la prima volta consentito ai malati di gioco d’azzardo patologico di essere curati gratuitamente nelle strutture sanitarie.

La Lombardia è quindi da anni un punto di riferimento su questa tematica e deve continuare a non lasciare sole le persone che soffrono di ludopatia, stimolando le scuole a parlare dei rischi dell’azzardo ai giovani e lavorando fianco a fianco con le tante associazioni impegnate in prima linea.

Una situazione che, ha concluso la Garante vittime reato Elisabetta Aldrovandi, rappresenta solo la punta dell’iceberg su cui occorre intensificare l’impegno di tutte le istituzioni.

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