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La Pallamaglio, tra gioco, sigarette e religione

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Pallamaglio


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Grazie al loro innato ingegno e ad uno straripante estro creativo, i napoletani, fin dai tempi remoti, hanno inventato giochi diversi e stimolanti, che dovevano coniugare divertimento e vita all’aperto, complice anche clima mite e benevolo con lunghissime giornate di sole che illuminavano un paesaggio pittoresco e fiabesco.

Uno di questi è l’antico gioco della Pallamaglio, molto amato dai nobili ed antenato degli sport inglesi del cricket, del croquet e del golf.

Consisteva nel far rotolare una pallina di legno accompagnandola in un percorso prestabilito, colpendola con un maglio, cioè un mazzuolo, anch’esso in legno.

Vi erano due modi per far terminare il gioco e decretarne il vincitore: facendo percorrere alla palla la distanza più lunga con un solo colpo, oppure dirigendola con il minor numero di colpi dentro una buca o facendola transitare attraverso un archetto.

Sicuramente, un antenato della pallamaglio esisteva già al tempo degli antichi romani ma, i primi documenti storici di questo gioco sono del XII secolo, ovviamente nel Regno di Napoli. Anche il filosofo Giordano Bruno, nella commedia ‘Il Candelaio’, del 1582, cita la pallamaglio come il gioco preferito dai napoletani.

Nei secoli successivi si diffuse dapprima in Francia e in Inghilterra e poi in tutta Europa, trovando la sua definitiva consacrazione nel XVII secolo. Successivamente, venne regolamentato, diventando una vera e propria specialità e riscontrò grandissimo successo, soprattutto negli ambienti di corte.

Il gioco, per poter essere praticato, necessitava di ampi spazi all’aperto e finì per modificare la toponomastica delle città in cui si diffondeva.

A Londra, la strada in prossimità del campo dove giocava Re Carlo II, fu chiamata Pall Mall road, Pall Mall ovviamente è la traduzione di Pallamaglio.

I famosi “Club dei gentiluomini”, siti in via Pall Mall nella capitale inglese erano circoletti privati frequentati da nobili soliti fumare tabacco e non è un caso che Pall Mall sia una famosa marca di sigarette.

Luigi XIV ne rimase talmente affascinato da far costruire un campetto nei giardini delle Tuileries, per le partite private con i suoi cortigiani, e, sempre in Francia, ispirò un altro gioco praticato ancora oggi, il biliardo.

C’è un aneddoto, datato 1450, che collega il gioco della pallamaglio con la festa della Madonna dell’Arco a Santa Anastasia (NA) e il nome dato ai fedeli che portano in processione la Vergine, i fujenti.

Questi, alle prime luci dell’alba del lunedì in Albis arrivano al Santuario, prelevano la statua della Vergine e la portano in processione fino a sera per i comuni della provincia.

Il termine fujenti, in napoletano “coloro che fuggono”, fu coniato quando, durante una partita di Pallamaglio, che si svolgeva nelle vicinanze di un arco dell’acquedotto romano lungo la strada da Napoli a Somma Vesuviana, lo sconfitto iniziò a bestemmiare e, non contento, a colpire con la sfera di legno un’immagine votiva della Vergine dipinta su un muro, centrando la guancia sinistra.

L’immagine cominciò a sanguinare e la folle inseguì il “profanatore” per linciarlo, il quale, scampato al massacro, venne poi catturato e condannato a morte per impiccagione.

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Autore Mimmo Bafurno

Mimmo Bafurno, esperto di comunicazione e scrittore, ha collaborato con le maggiori case editrici. In uscita il suo volume "Image EDITING", attualmente collabora con terronitv.