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La dipendenza affettiva

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Dipendenza affettiva


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Freud e la voce del Cuore

Fin da giovane si rivolgeva di continuo agli altri per essere guidato, incoraggiato, aiutato nelle decisioni da prendere, e aveva una scarsa fiducia in se stesso.
Prima di fare qualunque cosa aveva bisogno dell’approvazione dei genitori o di qualche suo amico e, in tal modo, mattone dopo mattone, costruì la propria dipendenza affettiva.

Il bambino necessita sicuramente di rassicurazione e conforto costante, ma se crescendo non acquisisce la capacità di cavarsela anche da solo, la radice dei suoi bisogni diventerà un albero difficilmente potabile e quindi anche faticosamente correggibile.

Freud sostiene che la dipendenza infantile si protrae a causa della paura di perdere l’amore dei genitori e che, per tale ragione, ne consegue anche la sottomissione educativa.

Crescendo in questo modo, senza sufficiente autostima, l’adulto avrà bisogno della continua approvazione del suo “gruppo” o della comunità di appartenenza, sviluppando, di conseguenza, una sottomissione sociale.

Quest’ultima potrà svilupparsi anche in ambito relazionale affettivo, religioso o sotto forma di qualunque ideologia politica, facendo sì che l’individuo deleghi il proprio modo di pensare e di decidere ad altri anziché a se stesso.

Anche interrompere bruscamente, troppo in fretta, nel bambino, la dipendenza dai propri genitori, può condurre alle medesime conseguenze.

Occorre perciò un graduale passaggio dalla dipendenza all’autonomia, affinché non ci siano donne e uomini cresciuti con la predisposizione a fare in modo che siano sempre gli altri a decidere per loro.

Ogni legame ha una doppia faccia.

Se da un lato è pur vero che l’unione faccia la forza, dall’altro, senza la dovuta autostima, può indebolire anziché fortificare poiché, lo dice il termine medesimo, si rimane legati, vincolati, non liberi di agire in autonomia, quindi dipendenti.

Basti pensare al detto:

Ho stretto una relazione!

Per quanto l’uno sia diventato due, cioè in apparenza più largo, senza una capacità autonoma, tale unione diventerà stringente, soffocante.

Il dizionario analogico della lingua italiana alla voce “legame”, tra le azioni caratteristiche negative, indica: incatenare, aggiogare, obbligare, avvinghiare, tarpare le ali.

Tra i modi di dire aggiunge: ragnatela, rete e intreccio.

La voce del sangue, che si sviluppa biologicamente nel bambino, diventerà da adulto la voce del cuore, ma affinché rimanga tale e non si tramuti in dipendenza, occorre che tale voce sappia cantare anche da sola per non produrre disarmonia di accordi.

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.