Si è svolta nella giornata del 25 febbraio alle ore 10:00 nei locali del Convitto Nazionale di Stato ‘Tommaso Campanella’ di Reggio Calabria, la conferenza sull’analisi del pregiato poema epico ‘La Chanson d’Aspremont’.
L’evento, fortemente voluto dalla Dirigente del citato istituto, la dott.ssa Francesca Arena, si è svolto in collaborazione con Alliance Franꞔaise, un importante ente culturale con sede a Parigi, che oggi vanta 36 sedi in Italia e ben 800 distribuite in 136 Paesi europei, con l’obiettivo di incentivare la conoscenza della lingua francese e della cultura francofona.
I saluti istituzionali e la presentazione dell’evento sono stati curati dalla prof.ssa Daniela Diano, Vicepreside e docente di inglese del medesimo istituto, introducendo con entusiasmo questo atteso evento che si è svolto con la collaborazione di alcuni allievi, i quali hanno letto parti di brani in lingua madre, in modalità bilingue.
Introdotto in francese, grazie alla partecipazione della prof.ssa Iris Germanò Presidente della sede di Reggio Calabria dell’Alliance Franꞔaise e in lingua italiana, grazie della presenza della prof.ssa Antonella Musitano, vera protagonista dell’evento culturale, e autrice della rivisitazione dell’opera ‘La Chanson d’Aspremont’ ed. Laruffa, scritta nel sec. XII in Piccardo, la lingua dei trovatori, l’antica lingua d’Oil parlata delle regioni del settentrione francese.
Benché questo lavoro sia presente nelle più prestigiose università d’Europa, in Italia non è molto conosciuto, probabilmente a causa della mancanza di documentazione nei testi ordinari e scolastici.
Nonostante ciò, può essere comunque considerato il fiore all’occhiello fra le Chanson de Geste legate al ciclo Carolingio nonché fonte di ispirazione di importanti poemi epici come ‘Orlando Furioso’, di Ludovico Ariosto, ‘La Gerusalemme liberata’ di Torquato Tasso e diverse opere di Andrea di Barberino come ‘I Reali di Francia’, ‘Aspromonte’ e il ‘Guerrin Meschino’.
Ma di cosa tratta realmente quest’opera straordinaria? E perché si parla di un forte legame con la Calabria?
Scritto durante la dominazione normanna quando in Calabria coesistevano armoniosamente popoli e culture differenti, il testo descrive le vicende che hanno preceduto gli eventi raccontati nella più conosciuta ‘Chanson de Roland’, in cui si sfidano e si affrontano gli eserciti di Agolante, il re saraceno e gli eserciti al seguito di Carlo Magno imperatore del Sacro Romano impero.
La vicenda si svolge in un territorio strategico come la Calabria, porta d’accesso per l’Europa, teatro di bellicose trame che vedono protagonista il credo religioso e non il trono.
In questa guerra le spade non sono lo strumento per la conquista di tesori e ricchezze, ma di supremazia nella lotta divina tra il bene e il male, indentificati nell’immaginario medievale con la lotta tra saraceni e cristiani.
È in questo contesto che emerge in tutta la sua importanza la figura dell’eroe Rolando o Orlando per l’Ariosto, ancora in veste di fanciullo che, disobbedendo agli ordini dello zio, il re Carlo, raggiunge l’esercito in Aspromonte in tempo per soccorrere e salvare il re e distinguersi in battaglia, combattendo con coraggio, nonostante la sua giovane età, con un’arma improvvisata ma altrettanto temuta.
Il lettore si chiederà come mai il nipote prediletto del sovrano più potente d’Europa non fosse munito di spada. La risposta risiede nell’antico codice cavalleresco che vietava, a chi non avesse ricevuto l’investitura cavalleresca, di brandirne una.
Il piccolo Rolando, dopo aver sconfitto il pericoloso nemico, riceve l’ambita investitura, insieme agli oggetti appartenuti al nemico sconfitto, secondo il codice cavalleresco. Questi prevedono: armi, cavallo e due oggetti che ritroveremo nella ‘Chanson de Roland’, la spada Durlindana e l’Olifante.
Il poema, inoltre, fa riferimento ad una toponomastica reale che non lascia dubbi sulla conoscenza dell’autore dei luoghi descritti i quali si estendono anche alla fauna, come la descrizione di animali e soprattutto del grifone, tutt’oggi presente nelle montagne dell’Aspromonte.
Un solo articolo non è sufficiente per descrivere tutte le sfumature e i riferimenti storici, mitologici, religiosi e fantasiosi di cui quest’opera è intrisa.
Rimando ai lettori l’interpretazione e la conoscenza di un’opera epica di cui ogni calabrese deve andare fiero insieme all’invito seguire l’esempio della dott.ssa Arena ed estendere la conoscenza della nostra letteratura nelle nostre scuole!

Autore Daniela La Cava
Daniela La Cava, scrittrice, costumista, storica del Costume. Autrice di volumi sulla storia del costume dal titolo "Il viaggio della moda nel tempo". Collabora con terronitv raccontando storie e leggende della sua terra, che ha raccolto nel volume "Calabria: Echi e Storie di una Terra tra due Mari".