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Invidia e filosofia

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Invidia e filosofia


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Un veleno per l’anima

Quell’amaro sentimento che ci attanaglia quando vediamo il successo altrui.
Platone la considerava una “passione distruttiva”, capace di corrompere l’anima e spingerci verso azioni malvagie.

Aristotele, invece, la vedeva come una forma di “dispiacere per il bene altrui”, che nasce dal senso di inferiorità e dalla mancanza di autostima.

Nietzsche, con la sua solita provocazione, definiva l’invidia come una “malattia democratica”, che prolifera in una società ossessionata dall’uguaglianza e dal confronto.

Ma l’invidia può essere anche una fonte di ispirazione?

Seneca sosteneva che può spingerci a migliorarci e a raggiungere i nostri obiettivi.

Per qualcuno, invece, è una “prova di mediocrità”, segno di una persona incapace di gioire dei propri successi.

Qualunque sia la sua natura, l’invidia è un’emozione complessa, che ha radici profonde nella nostra psiche.

La filosofia può aiutarci a comprenderla meglio e a gestirla in modo sano, insegnandoci a coltivare l’autostima e a concentrarci sui nostri obiettivi, anziché invidiare quelli degli altri.

E voi, amiche e amici carissimi, cosa ne pensate?

Siete mai stati tormentati dall’invidia?

Se vi va, parlatene tra di voi.

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.