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In viaggio con te

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In viaggio con te


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È nel ritorno alla parte oscura di me, che ritrovo nuovamente te; sotto forma di un acceso e vivido raggio di luce, tenti nuovamente di parlarmi. Mi ritrovi chiuso, con l’inverno dentro, con tempestose piogge che ricordano lacrime oneste che, quand’eri in vita, non ti ho mai visto versare.
Ci fu il tempo in cui mi donasti silenzio e assenza e proprio nella tua non presenza mi son costruito come Uomo del mio presente di oggi; già, proprio oggi, che mi ricordo di te.

Entrambi, nel silenzio di noi stessi, l’abbiamo sempre saputo che non avremmo avuto tanto tempo qui, in questa realtà che inocula paura a volte, ma che al contempo è pregna di improvvisazione, di nuovo, di vita che nasce e ritorna a pulsare dal vibrato intuitivo dell’Universo.

Pochi, ma autentici, i momenti in cui davo identità al mio essere che è venuto al mondo attraverso di te, la tua singola volontà, la genuina onestà del tuo cuore.
Tutto quanto mi è rimasto dentro nessun rimpianto mi porto nel sangue, se non quello di guardarti nei tuoi occhi verde mare, e semplicemente, riabbracciarti.

L’autunno ha ceduto il testimone all’inverno e, nel freddo di questo giorno, rompo i cristalli rinchiusi nelle mie parole e ancora una volta mi rialzo, alzo la testa e guardo avanti; oltre quel muro, oltre quel limite, dove anche le fate tornano a cantare, lasciandosi dietro il silenzio della cattiva stagione.

Non bado più alle offese, perché la conoscenza, grazie anche a te, mi è esplosa dentro e da quella luce, in alternanza con le primordiali tenebre, non si va più via.
E allora, proprio adesso che sei un raggio di luce, figlio di un’energia che si espande fra il tuo e il mio mondo, ti ripresenti.

L’intuizione mi istruisce e, attraverso di essa, torni a parlarmi.
Ho perso la parola; si è perduta nel mio caos e la neve dell’inverno che mi porto dentro la copre ai miei occhi, alla mia vista. Mi mostri nuovi simboli e, per mezzo di essi, mi consenti di comprendere che proprio quella parola, quell’ultimo simbolo prima del continuo, devo ritrovarlo; non posso rinunciare.

Torni in viaggio, ma stavolta sei con me.
Quanti viaggi, da bambino, avrei voluto vivere insieme a chi mi ha amato sino alla fine e oltre quel velo di vita, che ingannevolmente ci divide.
Eppure, non ti sei mai voltato, hai lasciato che le cose andassero in quella direzione e, soltanto adesso, forse, lo capisco.

Ti ho detto sì: inizio questo viaggio da solo, ma “insieme a te” e mi lascerò guidare dal raggio di luce che sei diventato.
Vedrò per la prima volta, con i miei occhi, ciò che per anni fisici hai visto tu, serbandone in cuor tuo il dolore, la gioia, il segreto.

Stavolta non riparti soltanto tu, ma hai un compagno con te, quello che hai cercato mille volte nel riflesso di un finestrino di un treno, di un’auto, di qualche areo, quando mi volavi sulla testa e io immaginavo distese di neve che ci dividevano, ci allontanavano.

Ora, però, tutto questo mi ricongiunge a te, al tuo ricordo e al tuo nuovo essere che mi parla più di quanto abbia fatto tu stesso nel mondo fisico.
Stavolta sei venuto a cercarmi tu, perché lì, dove sei, ti è arrivato il vento freddo del mio inverno spirituale.

Molto presto vedrò i tuoi luoghi e la vita che vi hai lasciato. Aggiungerò al ricordo il mio presente e mi fiderò di te, di me e del legame che ci unisce fra i due mondi.
Troverò la parola perduta; l’ultimo simbolo prima del cambiamento; troverò me abbracciato in spirito, al migliore dei padri.

Questa volta, in viaggio, sarò con Te!

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Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".