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Il Terzo Paradiso

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Il Terzo Paradiso


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Agosto 2017
L’arte spesso si nasconde. La scopri quando noti qualcosa che non torna nel luogo e nel momento esatto che stai vivendo. È successo così con l’opera di Michelangelo Pistoletto, artista biellese classe 1933, “Terzo Paradiso“. Un’opera che supera se stessa. Il Terzo Paradiso è un manifesto, un’invenzione di idee, è l’arte che si fa portatrice del pensiero.

Qui, in quest’enclave del comune di Napoli in territorio puteolano a pochi passi dalla stazione della ferrovia cumana di Arco Felice, qui, a ridosso del lido delle “monachelle”, sorge la struttura abbandonata e murata di quello che era un convitto, a dire di mio padre, o di un orfanotrofio, secondo i ricordi di un amico. Un edificio da riprendere dal suo passato e riportare in un nuovo tempo. Qualcuno ci sta provando attraverso varie associazioni di volontari che nello spazio antistante organizzano eventi o anche la pulizia della spiaggia libera lì, ma serve quell’impegno e, soprattutto, quella volontà istituzionale che ora manca.

Per arrivare alle spiagge si percorre un sottopassaggio malandato che sbuca proprio di fronte al vecchio edificio. La poca luce arriva dalle aperture quadrangolari in alto e dalle due aperture alle estremità. Dell’edificio vedi in lontananza la porta murata. Sui mattoni che chiudono il vecchio accesso ti appare il “Nuovo Segno di Infinito”, intorno al quale, dal 2003, si sviluppa la fase di ricerca di Michelangelo Pistoletto chiamata “Terzo Paradiso”.

Ti appare, la parola non è scelta a caso. Sì perché il tutto accade senza renderti conto. Passi, esci, noti, torni indietro. E ora? Cosa sono quei tre cerchi bianchi? La curiosità è trascinata, è obbligata a scoprire l’opera, a scoprirne l’idea che c’è dietro. Sei preso e costretto a camminare in quel luogo dove gli alti pini spargono gli aghi. Cammini sul tappeto marrone che copre muretti e vecchie aiuole. L’arte, perché solo lei può prenderti dentro e trascinarti attraverso l’opera nella mente dell’artista, appare e si fa scoprire.

Un manifesto culturale, sociale, filosofico insieme. Eccolo qui, in breve, scritto al muro del sottopassaggio, in quel punto in cui si apre la porta sul “Terzo Paradiso”. Quel punto che, voltando le spalle al Paradiso, diviene porta del ritorno.

Cosa rappresenta il Terzo Paradiso?

È la fusione fra il primo e il secondo paradiso. Il primo è quello in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura. Il secondo è il paradiso artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana, fino alle dimensioni globali raggiunte oggi con la scienza e la tecnologia.

Questo paradiso è fatto di bisogni artificiali, di prodotti artificiali, di comodità artificiali, di piaceri artificiali e di ogni altro genere di artificio. Si è formato un vero e proprio mondo artificiale che, con progressione esponenziale, ingenera, parallelamente agli effetti benefici, processi irreversibili di degrado e consunzione del mondo naturale.

Il Terzo Paradiso è la terza fase dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la natura. Terzo Paradiso significa il passaggio ad uno stadio inedito della civiltà planetaria, indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza. A tale fine occorre innanzi tutto ri-formare i principi e i comportamenti etici che guidano la vita comune.

Il Terzo Paradiso è il grande mito che porta ognuno ad assumere una personale responsabilità nella visione globale.

Il termine paradiso deriva dall’antica lingua persiana e significa “giardino protetto”.
Noi siamo i giardinieri che devono proteggere questo pianeta e curare la società umana che lo abita.

Il simbolo del Terzo Paradiso, riconfigurazione del segno matematico dell’infinito, è composto da tre cerchi consecutivi. I due cerchi esterni rappresentano tutte le diversità e le antinomie, tra cui natura e artificio. Quello centrale è la compenetrazione fra i cerchi opposti e rappresenta il grembo generativo della nuova umanità.

Proprio il cerchio centrale, il grembo da cui nascerà la nuova umanità, diviene rappresentazione del sistema scuola perché “la scuola è il primo Luogo dove il senso di responsabilità personale e collettiva si genera”. Il sistema scuola viene così coinvolta attivamente nell’arte, nell’opera che porta il seme per le nuove generazioni di esseri pensanti.
L’Istituto IC4 “Pergolesi” ha fatto proprio questo pensiero, divenendo prima scuola del Sud ad adottare il simbolo del Terzo Paradiso curandone l’installazione.

Ecco, quindi, l’opera divenire viva, immessa nella ruota del tempo inizia a modificarsi e a mutare il paesaggio in cui è inserita. Diviene viva manifestandosi nei cambiamenti che genera in chi ne ha maturata l’installazione. L’Opera diventa parte di più vite. Un giardino centro di un’idea.
Un seme da cui un giorno prenderne i frutti.

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Autore Fabio Picolli

Fabio Picolli, nato a Napoli nel 1980, da sempre appassionato cultore della conoscenza, dall’araldica alle arti marziali, dalle scienze all’arte, dall’esoterismo alla storia. Laureato in ingegneria aerospaziale all'Università Federico II è impiegato in "Leonardo", ex Finmeccanica. Giornalista pubblicista. Il Viaggio? Beh, è un modo di essere, un modo di vivere!