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Il Linguaggio Segreto dei Colori nell’Uomo e negli Alimenti

Il Linguaggio Segreto dei Colori nell'Uomo e negli Alimenti

La primavera e poi l’estate, ma anche l’autunno, per i variopinti cambiamenti stagionali, sono il trionfo dei colori, diversi secondo il periodo dell’anno, passando dal tenue e leggero fino all’intenso e grave.

E allora dopo aver accennato all’Ombra e alla Luce negli scorsi articoli (a, b, c), mi son detto, approfondiamoli e cerchiamo i significati esoterici e ovviamente culinari e gastronomici.

In senso culinario, come un pittore, cercherò di identificare e mescolare i colori del cibo tentando di usare strumenti adatti, come pennelli, e intravedere gli ingredienti adatti, come giuste tonalità. Cucinerò i colori.

E in senso gastronomico per fare oggetto di riflessione e interpretazione i colori e, come critico d’arte, per tentare di scovarne simbolismo e l’impatto emotivo.

Il colore è una sensazione prodotta da specifiche lunghezze d’onda.
Lo spettro è una sinfonia di colori.
Isaac Newton

I colori nascono dall’interazione tra luce e materia – a sua volta creata dal movimento – e come dimostrò nel XVII secolo Newton, la luce, entro lo spettro elettromagnetico visibile viene scomposta da prismi. La materia assorbe certe lunghezze d’onda e ne riflette altre. I colori sono vibrazioni.

I fotorecettori nella retina dell’occhio poi traducono queste informazioni in segnali neurali, permettendoci di percepire entro il valore d’ultravioletto o d’infrarosso il mondo in sfumature.

La creazione intera è vibrazione; tutto è movimento. Ogni particella subatomica è energia e moto.

Chimicamente i colori dipendono da legami molecolari e l’alterazione può dipendere da reazioni chimiche.

I raggi non sono colorati; il colore esiste solo nella mente di chi guarda.
Isaac Newton

Ma i colori non sono semplici fenomeni ottici, ma ponti tra scienza e poesia, tra biologia e cultura. I colori, nel loro dialogo con la psiche umana, agiscono come chiavi per decifrare desideri, negatività e memorie collettive.

I colori sono anche linguaggi silenziosi che parlano direttamente all’anima, plasmandone percezioni, emozioni e sentimenti.

La nostra mente interpreta e la nostra coscienza assorbe.

Dalla chimica dei pigmenti alla spiritualità dei simboli, essi definiscono la nostra esperienza del mondo.

Il colore è un potere che influenza direttamente l’anima.
Vasilij Vasil’evič Kandinskij

I colori dunque, oltre gli stati d’animo, influenzano le decisioni e fanno parte delle informazioni sensoriali che ci hanno permesso di restare vivi ed evolverci.

Il rosso ad esempio aumenta il battito cardiaco, la salivazione e più di ogni altro stimola l’appetito, per questo è spesso usato nel marketing alimentare – l’85% delle decisioni d’acquisto è influenzato dal colore – mentre il giallo evoca positività, ottimismo e gioia.

L’arancio è associato a sentimenti di creatività, avventura, entusiasmo, successo ed equilibrio. Invece il blu, inibitore naturale, induce calma, gli ambienti verdi riducono lo stress, il viola è associato a regalità, potere e lusso. Ecc.

I colori sono anche linguaggio simbolico. Tuttavia, le reazioni variano culturalmente, opposti di significato a volte in luoghi all’altro capo del mondo.

Il bianco rappresenta purezza nei matrimoni occidentali ma lutto in Asia. Lo zafferano, sacro nell’induismo, evoca ascetismo; il verde, per l’Islam, ricorda il paradiso. Nell’arte medievale, l’oro simboleggiava il divino, mentre il nero nella moda contemporanea incarna eleganza, ma anche l’ignoto potenzialmente dannoso.

I colori plasmano arte e comunicazione come codici cromatici che evidenziano il ruolo dinamico nella percezione.

Nella mitologia greca, Iride o Iris, personificazione dell’arcobaleno, è figlia di Taumante, dio delle creature marine, e della ninfa Elettra. Giovane donna alata con ali multicolori, svolge il ruolo di messaggera divina, portando ordini dagli dei agli uomini e suppliche dagli uomini agli dei.

Il suo arco iridescente le permette di viaggiare tra Olimpo e Terra, simboleggiando il ponte tra divino e umano, tra il cielo e la terra. Iride rappresenta anche il rinnovamento dopo la tempesta e la trasformazione continua della bellezza nella natura.

In alchimia l’arcobaleno rappresenta il Pontifex, costruttore di ponti, simbolo della congiunzione tra spirito e materia, tra umano e divino. È la coniunctio oppositorum, necessario per la trasmutazione. I colori dell’arcobaleno riflettono l’unità nascosta nella molteplicità del mondo, anche per Eraclito.

Corrisponde all’Albero della Vita, dove i colori riflettono le Sephiroth, emanazioni divine, guidando l’anima verso l’unione con l’Assoluto. L’arcobaleno, dunque, non è solo un fenomeno ottico, ma un archetipo universale che parla di trascendenza, unità e risveglio interiore.

Avete mai sentito parlare della fiaba della pentola d’oro posta alla fine dell’arcobaleno?

L’arcobaleno sarà il segno dell’alleanza tra me e la terra
Dio a Noè nella Genesi

Nel regno del cibo e delle bevande questa dialettica si traduce in archetipi nutrizionali e tabù, nel dialogo cromatico assume sfumature ancora più profonde, intrecciandosi con simboli, tradizioni ancestrali e stratificazioni culturali.

Come osservava nel 1810 Johann Wolfgang von Goethe nel suo Teoria dei Colori:

I colori sono azioni della luce, azioni e passioni.

Un’affermazione che evoca il potere trasformativo del colore, non solo sulla materia, ma sulla coscienza stessa.

Il colore è il biglietto da visita che permette ad un prodotto di agire nel subconscio del consumatore, che assocerà a quel colore un’aspettativa di gusto e, di conseguenza, di umore. Ogni tinta possiede particolari vibrazioni energetiche che agiscono sull’inconscio e lo influenzando.

Il legame tra colore e inconscio è sfruttato abilmente dal marketing alimentare dicevamo: gli alimenti vincenti sono sempre quelli che “tentano” le papille gustative catturando il nostro sguardo e a quanto sostengono svariati studi sui comportamenti d’acquisto dei consumatori moderni, disattendere alcune aspettative, preferendo colori di rottura potrebbe non essere una scelta vincente.

Il colore è l’ultimo velo della sostanza.
Paracelso

In linea molto generale, la qualità di un prodotto è legata all’aspetto – forma, colore, dimensioni, uniformità, difetti -, allo stadio di maturazione – consistenza, croccantezza, succosità -, al sapore – dolcezza, acidità, aroma -, alla sicurezza – assenza di tossine, contaminanti biotici e non biotici – e al valore nutrizionale – carboidrati, fibre, proteine, lipidi, vitamine, mineral).

Generalmente, il loro contenuto è proporzionale all’intensità del colore. Infatti, dei cibi hanno una specifica valenza cromatica grazie all’elevato contenuti di vitamine e microelementi, sostanze che hanno particolari funzioni nel nostro organismo.

Ad esempio, l’assunzione di licopene – appartenente al gruppo dei carotenoidi – acido ellagico e di antocianine facilitano il drenaggio dei liquidi e rinforzano vene e arterie. La vitamina B12 svolge un ruolo nella formazione dei globuli rossi.

Gli arancioni contengono beta-carotene, zeaxantina, flavonoidi, licopene, potassio e vitamina C; riducono la degenerazione maculare legata all’ età, il rischio di cancro alla prostata, abbassano la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo, promuovono la sintesi di collagene, combattono i radicali liberi.

Il colore giallo – arancio della luteina diminuisce l’eccesso di estrogeni. La serotonina, neurotrasmettitore della felicità, è sintetizzata dal triptofano presente nelle banane, gialle.

La clorofilla è antianemica e regola il tasso di colesterolo e acido folico ha effetti depurativi del sangue, favoriscono il drenaggio linfatico, contribuendo alla riduzione della stanchezza.

Il bianco è indice di presenza di magnesio, polifenoli, potassio e quercetina. Aglio, cipolle e porri contengono anche l’allisolfuro, che rende il sangue più fluido e meno incline alla formazione di trombi, oltre ad agire positivamente nell’abbassamento del colesterolo nel sangue e della pressione sanguigna.

I prodotti bianchi contengono anche beta-glucani, flavonoidi, isotiocinati, che stimolano il sistema immunitario e bilanciano l’equilibrio ormonale. il colore marrone è generalmente associato alla presenza di fibre. I cibi che vanno dal viola all’indaco sono particolarmente ricchi di resveratrolo, vitamina C, K, di betaina e di altri elementi fondamentali per le funzioni cerebrali.

Possiamo quindi concludere che i colori nei cibi sono importanti per tanti motivi:

– ci aiuta a focalizzarci sulla varietà dei cibi che portiamo in tavola;

– ci permette di assumere la maggior parte dei nutrienti di cui il nostro organismo ha bisogno attraverso l’alimentazione in maniera completa, soprattutto alcune sostanze colorate protettive;

– ci indirizza nel mettere al centro della nostra dieta frutta e verdura, legumi e cereali integrali;

– ci spinge ad esplorare il mondo delle spezie che, oltre ad essere coloratissime, offrono molte proprietà benefiche;

– ci stimola il gusto e tutti gli altri sensi, incoraggiando anche la fantasia.

Il colore è la lingua madre dell’anima e il cibo ne è l’alfabeto terrestre.
Rudolf Steiner

Il percorso dove ci porterà?

Stay tuned! Restate sintonizzati e direi anche sincronizzati!

Autore Investigatore Culinario

Investigatore Culinario. Ingegnere dedito da trent'anni alle investigazioni private e all’intelligence, da sempre amante della lettura, che si diletta talvolta a scrivere. Attratto dall'esoterismo e dai significati nascosti, ha una spiccata passione anche per la cucina e, nel corso di molti anni, ha fatto una profonda ricerca per rintracciare qualità nelle materie prime e nei prodotti, andando a scoprire anche persone e luoghi laddove potesse essere riscontrata quella genuina passione e poter degustare bontà e ingegni culinari.