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Il Cibo del Potere strumentario – spicchio 2/7

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Il Cibo del Potere strumentario


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Potremmo percepire l’intero universo come un flusso di dati e vedere gli organismi come poco più che algoritmi biochimici e credere che la vocazione cosmica dell’umanità, cioè quello che voi dovreste sperare, è creare un sistema globale di elaborazione dei dati omnicomprensivo e poi fondersi in esso.
Shoshana Zuboff – The Age for Surveillance Capitalism

Proseguendo con ciò che ho introdotto con l’articolo precedente, continuo sull’onda dei significati dell’esistenza, il senso della vita e altro…

E un giorno d’improvviso ci si accorge che sono trascorsi anni sacrificati a rincorrere l’ombra di te stesso, che inseguiva regole e conformazioni già scritte.

Guardandosi la barba e i capelli, che hanno perso colore, si desidera poter ritornare giovani e ci si accorge che non c’è più tempo da sprecare.

Il tempo non esiste, è solo una convenzione.
The Matrix – The Oracle

Le persone cosa rimpiangeranno quando ricorderanno le proprie giornate spese in ufficio, in comunicazioni senza volti via email o messaggini, nel rumore della vita del battere i polpastrelli sulla tastiera, dalle 9 alle 18, e oltre?

Sempre che realizzino di aver vissuto nei panni di qualcun altro e di aver preso decisioni solo per paura di essere giudicati.

Terzani, a proposito della felicità umana, faceva riflettere sull’importanza dell’acquisizione della materia sulla quale si fonda il metodo di vita umano corrente: l’avere più che l’essere, che genera la concorrenza.

Sin da tenera età a scuola siamo posti in un’ottica dove invece di scoprire le meraviglie del mondo e del pensiero, l’insegnamento si appiattisce sul normalizzarti e uniformarti e, soprattutto, di diventare concorrente del tuo vicino – di banco – che devi superare secondo regole imposte per essere il primo della classe.

Poi sono state inserite le caselline di controllo del vero e del falso, inducendo un profondo cambiamento mentale, atrofizzando o riducendo drasticamente le capacità di immaginazione e fantasia, già in tenera età.

La scuola è qualcosa che rischia di far pensare le persone.
Gaetano Salvemini

In questa Rubrica il tema è quello della Gastronomia Esoterica o dell’Esoterismo Gastronomico – come più vi piace – e se dovessi pensare al nutrimento dell’intelligenza, sono certo che necessaria sarebbe la fame di sapere che si materializza nelle domande, chiedendosi continuamente, perché, dov’è, com’è, ecc…

Il lavoro di ricerca fa stare in vita e fa stare bene, perché apre sempre a nuove prospettive e possibilità.

È definita curiosità epistemica che non nutre soltanto il sapere, ma nutre il desiderio di sapere, innescando un processo.

Il grande errore dei processi educativi e didattici è stato dare conoscenze come risposta al desiderio di sapere, poi semplificate in prestazioni. Il modello passivamente costruito è diventato, quindi, l’insegnamento, l’apprendimento, la verifica. La prestazione come se fosse il punto d’arrivo anziché un percorso continuo di ricerca del sapere.

Il principio di garantire a tutti la migliore condizione possibile, ma senza personalizzazione, è diventato massificazione; il risultato è l’approntamento ad essere lottatori schiavi di moderni anfiteatri senza perimetri.

Prima tragedia: una educazione comune, obbligatoria e sbagliata che ci spinge tutti dentro l’arena dell’avere tutto a tutti i costi. L’educazione ricevuta è stata: avere, possedere, distruggere.
Pier Paolo Pasolini – L’ultima intervista

Così è tutto e poi il sistema economico, basato esclusivamente sul profitto, quando l’economia dovrebbe fondarsi sulle esigenze dell’uomo e non solo sulla crescita.

Oggi l’economia, diceva ancora Terzani, fra gli altri, è fatta per costringere tanta gente a lavorare a ritmi spaventosi per produrre delle cose – per lo più inutili – che altri lavorano a ritmi altrettanto terribili per poter comprare, perché questo è ciò che conviene alle multinazionali.

Finisce così: a pochissimi tantissimo e a tantissimi pochissimo.

Tutto ciò non dà la felicità alla gente, ma in italiano c’è una parola più adatta rispetto alla parola felice, che è contento. Allora accontentarsi!

Chi si accontenta gode (?)

Un desiderio irraggiungibile rende insoddisfatti e infelici.

Ma facciamo un passo indietro; cià, anche due:

Siamo usciti da uno stile di vita tradizionale, dove si viveva ancora in villaggi rurali, fino a quando, agli inizi del ventesimo secolo, si è verificato un colossale cambiamento di paradigma: dalla società tradizionale a quella industriale, stabilendosi in ambienti urbani, trovando impieghi in fabbrica.

Antichi robot di carne, ammassati e sfruttati.

Per certi versi questo cambiamento è stato uno shock, ma ci si è adattati.

Successivamente, ci sono stati coloro che sono cresciuti concependo sé stessi come individui che esprimono una dignità singolare, che probabilmente non avevano alcun bisogno di conformarsi a dei requisiti, alle prescrizioni della società di massa, mettendo quindi in discussione l’autorità e ponendosi interrogativi su cosa fosse giusto o sbagliato.

Nei tempi addietro erano chiari i ruoli e le posizioni, quello che si poteva fare e quello che non si poteva fare.

Questo percorso storico di individualizzazione è spesso confuso con ideologie libertarie ultra individualistiche.

Parallelamente, di fronte a loro, c’era una società, ma soprattutto c’erano delle istituzioni, sempre più indifferenti, sorde e distanti dalle richieste, lontanissime dal vero benessere.

Le conseguenze appaiono sempre come instabilità caratterizzate da fortissima rabbia, malcontento e insoddisfazione.

Oggi c’è stato un ulteriore cambio di passo: una molteplicità di nuovi sistemi di controllo curano le manchevolezze, le pecche e i difetti della società, costruendo una struttura di monitoraggio delle persone, le loro comunicazioni e tutto il resto.

Ah… una volta c’era solo il vecchio e naturale pedinamento – la sorveglianza fisica, l’osservazione diretta – consentito in modo legale e commissionato dal cliente, tramite un regolare mandato d’incarico professionale, ai soli detentori di licenza prefettizia.

Oggi il controllare è rivolto ai comportamenti di gregge a rendere gli individui soggetti flessibili, mansueti e desiderosi di rendersi totalmente adattivi.

Il capitalismo della sorveglianza di Shoshana Zuboff esplica molto bene che sotto i nostri occhi c’è una sorta di architettura globale del controllo, sempre più complessa e stringente.

Anche nel film ‘The social dilemma’ si parla del potere dei giganti del web che controllano le nostre vite.

Ho svegliato delle forze che non sono più in grado di dominare.
Johann Wolfgang von Goethe – L’apprendista stregone

Noi ci percepiamo come individui singolari, unici, che mettono i propri dati sulla rete, che finiscono per essere inglobati in quel sistema che fa di noi degli individui super controllati e funzionali ad un sistema che ha qualcosa di simile col totalitarismo.

Il potere totalitario è un potere che incessantemente minaccia di violenza e perpetra il terrore. Ci sono stati dittatori che pensavano che le persone andassero ‘ricongegnate’ per far sì che producessero quei comportamenti totalmente adattati alle proprie finalità.

Quello che è possibile intravedere oggi è un tipo di potere che non è totalitario, ma strumentario, un tipo di potere completamente nuovo che non ha precedenti nella storia. Questo è un potere che fa la volontà di forze economiche gigantesche, che operano tramite le architetture digitali.

Ad esempio, abbiamo nelle tasche piccoli computer potentissimi, che registrano tutte le nostre mosse senza saperlo, ma non è solo quello, siamo sorvegliati quasi ovunque con IoT e molto altro.

Noi pensiamo di dare ai sistemi un po’ dei nostri dati, alcune informazioni e in cambio di ricevere, gratuitamente magari, dei servizi, ma la realtà è che i dati che noi diamo consapevolmente sono una frazione minima di quello che questi sistemi estraggono da noi.

In realtà, questi sistemi ricavano tutta una gamma d’esperienza umana che viene ‘datificata’ e sono pensati, progettati e strutturati per tenerci dentro il sistema stesso.

La nostra partecipazione a questi sistemi avviene senza che noi lo sappiamo e lo comprendiamo, eppure, così facendo, diamo in mano a chi sta dietro tutto ciò il potere di conoscerci, di controllarci, di manipolarci.

Le nostre vite diventano macchine che producono dati e previsioni e poi addirittura per modificare, ricreare il nostro comportamento, che serve a queste forze per indurci ad andare nella direzione di esiti comportamentali e commerciali voluti.

In tutto ciò è impossibile non ricordare anche 1984 di George Howell, che inventò la figura del Grande Fratello e il ministero della verità.

A questi sistemi non importa se siamo tristi o felici. Quello che interessa è captare, catturare, stoccare, mangiare informazioni sui nostri comportamenti al fine di plasmarli, condizionarli ed influenzarli in modo da predire ciò che desidereremo, penseremo, faremo e, infine, compreremo, consumeremo e butteremo via; per riniziare daccapo.

Quindi, l’estrazione e vendita di questi dati e il loro collocamento sono il nuovo e prossimo mercato dove si smercia il nostro futuro.

Tutto è bevuto, tutto è mangiato! Niente più da dire!
Solo, un poema un po’ fatuo che si getta alle fiamme,
solo, uno schiavo un po’ frivolo che vi dimentica,
solo, un tedio d’un non so che attaccato all’anima.
Paul Verlaine – Languore

Ma cosa c’entra tutto questo con il tema della Rubrica?
C’entra, c’entra!

Da mangiatori a mangiati, perché, grazie ai dati, noi siamo materia prima per questa operazione e alimento, appunto, per essere analizzati, trattati, stoccati e venduti a noi stessi, facendo previsioni sul nostro stesso conto e modellare la nostra anima, se è rimasto qualcosa da mondare – oltre a certi alimenti.

Il percorso dove ci porterà?

Stay tuned! Restate sintonizzati e direi anche sincronizzati!

Autore Investigatore Culinario

Investigatore Culinario. Ingegnere dedito da trent'anni alle investigazioni private e all’intelligence, da sempre amante della lettura, che si diletta talvolta a scrivere. Attratto dall'esoterismo e dai significati nascosti, ha una spiccata passione anche per la cucina e, nel corso di molti anni, ha fatto una profonda ricerca per rintracciare qualità nelle materie prime e nei prodotti, andando a scoprire anche persone e luoghi laddove potesse essere riscontrata quella genuina passione e poter degustare bontà e ingegni culinari.