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I d’Avalos e la loro permanenza in Italia

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'd'Avalos Signori di Procida e Governatori di Ischia'


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Appuntameto l’11 gennaio al Parco Vanvitelliano del Fusaro – Villa Ostrichina a Bacoli (NA)

Riceviamo e pubblichiamo.

Sabato 11 gennaio, alle ore 11:00, presso la Sala dell’Ostrichina, nel Parco Vanvitelliano, via Fusaro a Bacoli (NA), nell’ambito della XII edizione della Festa del Mandarino dei Campi Flegrei, si terrà la presentazione del libro ‘d’Avalos Signori di Procida e Governatori di Ischia’, di Roberto Boni – Kairos Edizioni.

La giornalista Laura Bufano, intervisterà l’autore.

Il periodo di permanenza dei d’Avalos in Italia verrà sottolineato da una connessione musicale per Coro e Orchestra ‘Falero’.

Ricerca, il M° Patrizia Fanelli, ideatore del Coro Polifonico e Piccola Orchestra ‘Falero’, fino alle più profonde radici identitarie. Quella della Fanelli è una necessità mossa da un motore di grande passione: conoscere e far conoscere la sua terra.

Coro Polifonico e Piccola Orchestra 'Falero'

‘L’appartenenza’ emerge via, via, ripercorrendo la Memoria Musicale, Linguistica e Storica di Napoli fino al punto di raccogliere nel suo primo CD, dieci brani. Il CD ‘Leggende e Storie di Napoli’ ci racconta La Leggenda di Colapesce del periodo medioevale, la Storia di Eleonora Pimentel de Fonseca mentre va sul patibolo, il Mito di Ulisse e le Sirene, quello del Munaciello… ‘Falero’ canta e suona i testi, la musica e gli arrangiamenti del M° Fanelli e lei li dirige.

La storia del nome scelto per il gruppo è davvero affascinante: Falero era un arciere miceneo che, al seguito di Giàsone e la nave Argo, cercava il Vello d’oro, il manto dorato di un ariete alato, che era capace di guarire tutte le ferite.

Omero, Licòfrone, Apollònio Ròdio e Stazio, ci raccontano che dove ora c’è il borgo marinaro c’era una celebre torre: la torre di Falero, fondatore della città.

È irrefrenabile il M° Fanelli e, di recente, ha aggiunto al suo repertorio, dopo una ricerca colta e severa, altri tre brani, a partire da ‘O Vesuvio e San Gennaro che descrive l’eruzione del Vesuvio del 16 dicembre 1631. Racconta di quando i napoletani, in quella tragica circostanza, decisero di fare una processione verso il Vesuvio con il busto e il sangue di San Gennaro.

Emerge, così, uno spaccato del popolo napoletano: persone pie, persone che pretendono dal santo il miracolo, ma anche prostitute e femminielli. L’eruzione, appena si mosse la processione, si arrestò. Ogni anno il 16 dicembre si rinnova la richiesta del miracolo al santo. Questo è l’unico brano cantato anche dal M° Fanelli.

Un vero tuffo nel passato è rappresentato dal brano ‘Il Presepe Napoletano’, scritto in aramaico, dialetto che parlava Gesù, e in napoletano, lingua in cui si esprimono ancora i venditori ambulanti.

Infine, Raimondo di Sangro principe di Sansevero, questo brano scritto da Patrizia Fanelli, sul finire del 2024, vuole riqualificare Raimondo di Sangro e dargli il posto che merita tra i grandi scienziati della storia. Tutti e tre i brani seguono lo stesso sistema, la Fanelli scrive la storia, la mette in musica, cura gli arrangiamenti e dirige Coro ed Orchestra.

Durante la presentazione di sabato 11 gennaio ascolteremo quattro brani: La Leggenda di Colapesce, Villanella de Trezzetella, ‘O Vesuvio e San Gennaro e Raimondo di Sangro Principe di Sansevero.

Il M° Fanelli vuole che le sue composizioni abbiano un futuro assicurato e affida a Fabrizio Mandara, contrabasso dell’Orchestra Falero, i brani già composti e quelli che verranno a seguire.

E Fabrizio, che già rappresenta un trait d’union tra passato e presente, lo sarà anche per il futuro della sua amata città, grazie al lavoro del M° Fanelli.