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Giuseppe Aulicino presenta il disco d’esordio ‘Cinquantacinque’

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Giuseppe Aulicino - Cinquantacinque'


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Appuntamento il 14 settembre alla Pizzeria Lo Smeraldo di Collegno (TO)

Mercoledì 14 settembre, ore 21:00, a Collegno (TO), presso la Pizzeria Lo Smeraldo, si terrà la presentazione del disco d’esordio di Giuseppe Aulicino, ‘Cinquantacinque’, raccolta di canzoni napoletane dall’Ottocento ad oggi interpretate con voce e chitarra, mandolino e mandoloncello.

Il disco si compone dei seguenti dieci brani:

Nun te scurdà – 1995 – Almamegretta

E cerca ‘e me capì – 1979 – P. Daniele

‘A casciaforte – 1928 – A. Mangione, N. Valente

Cammina Cammina – 1977 – P. Daniele

Funtana all’ombra – 1912 – E. A. Mario

Viento – 1979 – P. Daniele

‘O surdato ‘nnammurato – 1915 – A. Califano, E. Cannio

Malafemmena – 1951 – Totò

Indifferentemente – 1963 – U. Martucci, S. Mazzocco

Fenesta Vascia – Ignoto XIV – XVI secolo – adatt. 1825 G. Genoino – G. Cottrau

La scelta del titolo, come rivela lo stesso autore, non è certo casuale, ma ne denota l’attaccamento alle radici, rimandando, inevitabilmente, alla Smorfia napoletana, la tradizionale interpretazione popolare, la cui origine si perde nella notte dei tempi, secondo cui ad un numero compreso tra 1 e 90 è possibile associare uno o più significati, e a cui si ricorre per l’interpretazione di sogni, eventi, celebrazioni.

Appuntamento irrinunciabile nella Tombola natalizia partenopea, ma usatissima anche nella quotidianità per tradurre sogni in numeri da giocare al Lotto, che però – si badi bene – non sono mai fissi, variando a seconda delle situazioni, delle sfumature e del contesto in cui sono inseriti. Un tempo – ma pare si faccia ancora – veniva usata persino per mandare messaggi cifrati ai carcerati

E come dichiara lo stesso Giuseppe:

Anche Pino Daniele in una canzone scrisse “E s’è rotta ‘a saittella, ‘a gente scrive ‘e nummarielle”, ovvero “si è rotta la fognatura, la gente scrive i numeri”.

Nella Smorfia il 55 significa la Musica, ‘a Museca, un numero che porto nel cuore.

In questo disco di esordio ho interpretato alcune delle mie canzoni napoletane preferite e il caso ha voluto che avvenisse all’età di 55 anni.

Et voila, ecco il titolo del disco.

La scelta delle canzoni che ho interpretato in questo disco ha origine da diverse motivazioni.

In primis, ho seguito il mio gusto, ho scelto le canzoni tra quelle che mi danno più emozioni nel cantarle. Ne è venuta fuori una lista di brani non sempre conosciutissimi al grande pubblico ma che ho amato e amo molto.

Chi mi conosce si sarebbe forse aspettato una percentuale predominante dal repertorio di Pino Daniele, che fin da ragazzo mi accompagna nel mio fare musica.

E invece ne trova solo tre brani. Ma tutti e tre sono brani che Pino ha registrato sostanzialmente “voce e chitarra”, la stessa modalità che ho usato in questo disco per tutti i pezzi. Su alcuni ho aggiunto delle sovraincisioni con il mandolino e il mandoloncello.

Rendere giustizia alle canzoni di Pino Daniele, mi rendo conto, è impresa ardua.

Spero che queste mie cover servano almeno a far conoscere tre pezzi, tutto sommato poco conosciuti, scritti da P. Daniele tra il 1977 e il 1979, quindi all’età di 22 anni.

“Nun te scurdà” è un brano degli Almamegretta che Raiz (il loro leader), ha reinterpretato con il gruppo dei Radicanto in chiave “classica napoletana” con uno stupendo arrangiamento acustico. Me ne sono innamorato e non potevo non includerlo.

“Funtana all’ombra” dell’incredibile E. A. Mario, è una canzone del 1912, che trovo bellissima, scritta dall’autore in memoria di un amore giovanile. La fontana di cui parla la canzone è ancora oggi meta di coppie di innammorati.

“Fenesta Vascia” è poesia pura, un pezzo che risale circa al 1500, riadattato poi nel 1825 con lo zampino di un altro incredibile personaggio, il compositore Guglielmo Cottrau nonché del poeta Giulio Genoino.

“‘A casciaforte” forse è la meno sentimentale del disco. Appartiene infatti al filone della canzone “umoristica” o “comica”, ma si tratta di un umorismo molto sottile e forse anche un po’ nostalgico.

” ‘O surdato ‘nnammurato” ormai siamo abituati a sentirla anche come “inno da stadio”, ma a me piace far riferimento alle versioni più “intimistiche” come quella di Anna Magnani nel film “La sciantosa” o quella di Massimo Ranieri nell’album “Oggi o dimane”.

“Malafemmena” non ha bisogno di molte presentazioni… La particolarità di questo brano sta nel fatto che la sua struttura armonica è perfettamente identica a quella del brano “Amapola”. Ovviamente questo ha alimentato molte polemiche e leggende… Nella seconda parte della mia registrazione, con il mandolino, in secondo piano, ripropongo un omaggio alla melodia del brano in questione.

“Indifferentemente”, relativamente recente, è la struggente storia di un amore che finisce al chiaro di luna. Ho particolarmente apprezzato la versione di Misia, cantante portoghese di Fado e non solo, che, nonostante la pronuncia non perfetta, ne restituisce un’interpretazione piena di sentimento.

Registrazione e il mixaggio: Alessandro Di Virgilio, presso il Divi’s Studio di Rivoli
Copertina: Giuseppe Aulicino
Disegni originali: Francesco Aulicino

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Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.