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E-Topic: Ippolita Maria Sforza

E-Topic: Ippolita Maria Sforza

Testo a cura di Gionata Barbieri, Presidente dell’Accademia di Arnau Roger

Con la dinastia Trastamara il regno di Napoli visse un periodo di grande fermento culturale e politico, caratterizzato dall’influenza dell’Umanesimo e dal mecenatismo delle corti.

In questo contesto, figure femminili come Ippolita Maria Sforza emersero come protagoniste di primo piano, contribuendo in modo significativo alla vita culturale e politica del regno.

Questo e-topic si propone di analizzare il ruolo e l’importanza di Ippolita Maria Sforza, duchessa di Calabria, una figura complessa e affascinante che, attraverso la sua educazione, il suo mecenatismo e le sue relazioni, offre una prospettiva privilegiata sulla corte aragonese e sulla società del suo tempo.

Il Matrimonio e l’Arrivo a Napoli

Ippolita Maria Sforza era figlia di Francesco Sforza, duca di Milano, e di Bianca Maria Visconti. Il suo matrimonio con Alfonso d’Aragona, duca di Calabria e futuro re di Napoli, nel 1465, fu un evento di grande importanza politica, sancendo un’alleanza tra le due potenti dinastie.

L’arrivo di Ippolita a Napoli segnò l’inizio di una nuova fase per la corte aragonese, che si arricchì di nuovi stimoli culturali e artistici.

Il matrimonio fu combinato nell’ambito delle intese stabilite tra le corti aragonese e sforzesca dopo la Pace di Lodi del 1454.

La sua entrata a Napoli nel 1465 fu un evento celebrato con grande fasto.
La sua figura rappresentava un collegamento tra la cultura raffinata della corte milanese e quella napoletana.

L’Educazione e la Passione per i Libri

Ippolita Maria Sforza ricevette una solida educazione umanistica presso la corte milanese, dove ebbe modo di frequentare intellettuali e artisti di spicco. La sua passione per i libri e la sua inclinazione per le arti la portarono a creare una preziosa biblioteca personale, che rappresentava un importante strumento di formazione e di autoaffermazione culturale.

Questa biblioteca comprendeva manoscritti di lusso, confezionati e miniati in varie città, che risentivano di topoi artistici caratteristici dell’evo umanistico.

La collezione era costituita da almeno trenta libri, distribuiti tra lo studiolo, la cappella privata e gli appartamenti della dimora.

Tra i libri commissionati per lei si ricordano il Libro dell’arte del danzare del Cornazzano e la grammatica greca di Costantino Lascaris.

Inoltre, durante il suo viaggio verso Napoli, acquistò un codice contenente un’opera di Tolomeo e un altro libro a Città di Castello.

La Biblioteca Ducale: Un Centro di Cultura

La biblioteca di Ippolita Maria Sforza non era solo una collezione privata, ma un vero e proprio centro di cultura, frequentato da intellettuali e artisti della corte aragonese. Attraverso di essa, la duchessa promuoveva la diffusione del sapere umanistico e contribuiva alla crescita culturale del regno.

La sua biblioteca, insieme a quella del marito Alfonso, costituì la Biblioteca Ducale, distinta dalla Biblioteca Reale.

La biblioteca comprendeva volumi con stemmi e iniziali che rimandavano a lei.
La decorazione dei suoi codici era tipicamente fiorentina, con ornamenti a bianchi girari.
La sua biblioteca è stata ricostruita attraverso lo studio di inventari, cedole della Tesoreria aragonese e dediche letterarie.

Il Mecenatismo e le Relazioni con gli Umanisti

Ippolita Maria Sforza fu una mecenate attenta e generosa, che sostenne artisti, letterati e intellettuali della sua epoca. La sua corte divenne un luogo di incontro e di scambio culturale, dove si discutevano le idee più innovative e si promuovevano le arti e le scienze.

Tra gli intellettuali a lei legati si ricorda il poeta Giuliano Perleoni, che le dedicò un’opera in versi intitolata Exilio in nome et laude de la illustrissima madonna Ypolita de Aragona Sforza.

Ricevette da poeti legati all’entourage aragonese libri contenenti opere più articolate, come raccolte di liriche.

La duchessa intrattenne relazioni epistolari con umanisti italiani di spicco, come Beccadelli, Piccolomini e Facio.

La sua figura compare in opere storiografiche celebrative, come i Rerum gestarum Alfonsi regis libri di Facio e la raccolta De dictis et factis Alphonsi regis del Panormita.

Il Ruolo Politico e le Relazioni Diplomatiche

Nonostante la sua passione per le arti e le lettere, Ippolita Maria Sforza svolse anche un ruolo politico di rilievo, partecipando attivamente alla vita della corte aragonese. Le sue relazioni diplomatiche e la sua capacità di mediazione furono fondamentali per il mantenimento della pace e della stabilità del regno.

La sua collaborazione con Lorenzo de’ Medici durò circa vent’anni, dimostrando la sua abilità politica.

La sua posizione di duchessa di Calabria le consentiva di esercitare una certa influenza sulle decisioni politiche del marito e della corte.

Le lettere e le orazioni a lei dedicate testimoniano la sua importanza anche come figura politica.

La Devozione e la Fede

Ippolita Maria Sforza era profondamente devota e vicina all’ordine francescano. La sua fede la portò a compiere un pellegrinaggio all’Aquila nel 1474 per visitare la tomba di San Bernardino da Siena.

Nel 1475, assistette personalmente al capitolo generale dell’ordine francescano tenutosi a Napoli.

Un suo servitore, di nome Iacobus, si recò in pellegrinaggio in Terra Santa nel 1474, probabilmente per suo conto.

Si ipotizza che avesse ricevuto una copia manoscritta delle memorie di questo viaggio, che poi fece rieditare in un piccolo opuscolo da conservare in biblioteca.

La Morte e l’Eredità Culturale

Ippolita Maria Sforza morì nel 1488, lasciando un’eredità culturale importante per il regno di Napoli. La sua biblioteca e il suo mecenatismo hanno contribuito alla crescita culturale e artistica della corte aragonese, influenzando anche la generazione a lei successiva.

Dopo la sua morte, la sua biblioteca fu riunita a quella del marito Alfonso.
La sua figura è stata celebrata come quella di una donna colta, istruita e raffinata.
La sua storia e il suo ruolo nella corte aragonese continuano a essere oggetto di studio e di interesse per gli storici.

Il Ruolo degli Archivi e degli Inventari

La ricostruzione della figura di Ippolita Maria Sforza è stata possibile grazie alla consultazione di fonti documentarie e archivistiche, tra cui:

Le cedole della Tesoreria aragonese: Documenti che attestano acquisti di libri e pagamenti a copisti e miniatori;

L’inventario del 1527: Documento redatto a Ferrara in occasione del trasferimento a Valencia dell’eredità di Ferdinando d’Aragona, utile per ricostruire la composizione della sua biblioteca;

Il manoscritto Additional 25489 della British Library di Londra: Contiene le Peregrinaciones Terrae Sanctae di un servitore di Ippolita, che si recò in pellegrinaggio in Terra Santa per suo conto;

Le lettere di Baldo Martorelli: Il tesoriere e segretario di Ippolita, che documentano l’acquisto di libri durante il viaggio verso Napoli.

Questi documenti forniscono informazioni preziose sulla sua vita, la sua biblioteca, il suo mecenatismo e il suo ruolo nella corte aragonese. La perdita di molti documenti originali rende ancora più preziosa l’analisi delle fonti superstiti.

Studi Recenti

La figura di Ippolita Maria Sforza è stata oggetto di numerosi studi recenti, che hanno contribuito a delineare un quadro più completo della sua vita e della sua importanza culturale.

Gli studi di Valentina Mele sui meccanismi di patronage e le strategie familiari alla corte di Ippolita Maria Sforza.

La pubblicazione di lettere e orazioni a lei dedicate, che offrono una nuova prospettiva sulla sua figura.

Le ricerche di Toscano sulla biblioteca di Alfonso d’Aragona e Ippolita Maria Sforza.
Questi studi hanno evidenziato la complessità della figura di Ippolita Maria Sforza, che non fu solo una principessa colta e raffinata, ma anche una figura politica di primo piano, capace di influenzare la vita della corte aragonese e il destino del regno di Napoli.

Ippolita Maria Sforza in pillole

Ippolita Maria Sforza fu una figura di spicco della corte aragonese di Napoli, la cui importanza va ben oltre il ruolo di moglie e madre. La sua solida educazione umanistica, la sua passione per i libri, il suo mecenatismo, le sue relazioni politiche e la sua devozione religiosa ne fanno un modello di principessa rinascimentale, capace di coniugare cultura, politica e spiritualità.

La sua storia ci offre una preziosa finestra sulla corte aragonese e sulla società del suo tempo, evidenziando il ruolo attivo che le donne potevano svolgere nel contesto del potere e della cultura.

La sua figura rimane ancora oggi un punto di riferimento per gli studi sulla storia delle donne e sul mecenatismo rinascimentale.