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‘Dantedì’, giornata celebrativa di Dante al Polo Museale della Calabria

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'Dantedì'


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Il 25 marzo giornata dedicata al Sommo Poeta Dante Alighieri

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Polo Museale della Calabria.

25 marzo: ‘Dantedì’. Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo, ha approvato la direttiva che istituisce il ‘Dantedì, una giornata celebrativa, data prescelta il 25 marzo, dedicata al Sommo Poeta Dante Alighieri.
Molte Sedi della cultura statali, afferenti al Polo museale della Calabria, guidato dalla dottoressa Antonella Cucciniello, hanno richiami, similitudini con il mondo dantesco.

Di seguito ne indichiamo alcune:

Museo Archeologico Nazionale ‘Vito Capialbi’ di Vibo Valentia
Direttore: Adele Bonofiglio
mail: pm-cal.capialbi@beniculturali.it
All’interno del Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia sono custoditi alcuni reperti che rappresentano delle sirene, figure mitologiche dal corpo metà uccello e metà donna. Le Sirene compaiono nel XII libro dell’Odissea, nel quale si racconta di Ulisse che dopo aver lasciato la maga Circe riprende il suo viaggio. Giunto presso un gruppo di scogli a sud della penisola di Sorrento, al largo delle Isole Sirenuse, incontra le Sirene che con il loro canto cercano di trattenere i naviganti. Le sirene sono note per il loro canto ammaliatore, affascinante ma molto pericoloso per i naviganti, che promette di svelare tutto ciò che accade o è accaduto sulla terra.

Il loro canto dunque si mostra come una promessa: se Ulisse si fermerà presso di loro, se ne andrà sapendo più cose; ma cedere alla tentazione della conoscenza porta a rompere i legami familiari e a morire. Ulisse però, grazie ai consigli di Circe, riesce ad oltrepassare il pericolo. Ulisse e Dante.

L’Ulisse dantesco è simile a quello classico, dotato di insaziabile curiosità e abilità di linguaggio e compare nel XXVI canto dell’Inferno, sotto forma di fiamma.

Egli racconta le peripezie del suo viaggio di ritorno da Troia e come, spinto dalla sete di conoscenza, cerca di convincere i suoi compagni a proseguire il viaggio pronunciando la famosissima frase:

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza.

Sete di conoscenza che lo porterà alla rovina.

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