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Cursus Honorum, la carriera politica nella Roma antica

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Cursus Honorum, la carriera politica nella Roma antica


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I Romani selezionavano e formavano i candidati a cui affidare il Governo della Res publica

Riceviamo e pubblichiamo.

Un cittadino romano per fare carriera politica era obbligato a seguire un percorso di esperienze amministrative Cursus honorum che in forma graduale l’avrebbe formato per essere preparato ad arrivare fino al conseguimento del Consolato, la più alta Magistratura nell’ordinamento di Roma in Età repubblicana.
I candidati dovevano godere di chiara onorabilità e rispettabilità, degni di rappresentare l’onore di Roma. Erano scelti per la reputazione personale e di quella del loro casato.
Per le candidature erano favoriti esponenti delle famiglie più antiche. Ma anche comuni cittadini del popolo, chiamati Homines novi, raggiunsero le più alte cariche, tra questi: Catone, Cicerone, Gaio Mario, Agrippa, Sallustio.

Le cariche pubbliche che costituivano l’amministrazione e il governo dello Stato romano erano chiamate Magistratus, o Honores, così come chi le rappresentava. I termini ‘Magistratura’ e ‘Magistrato’, avevano un significato diverso da quelli odierni.

La carriera politica era regolamentata dalla Lex Villia annalis promulgata nel 180 a.C. dal tribuno Lucio Villio, che stabiliva le tappe del Cursus honorum e fissava l’età minima per l’accesso ai singoli magisteri.

In Roma repubblicana ogni anno venivano selezionati 20 giovani di 18 anni, chiamati Viginti viri, ai quali era consentito di accedere alla formazione per ambire alle alte cariche nell’ordinamento dello Stato.

Dopo un primo periodo di addestramento venivano mandati per 2 – 3 anni nell’esercito ai confini del territorio romano per apprenderne la complessa gestione. Svolgevano la funzione di Tribuni militari, aiutanti del comandante della Legione. Tornati a Roma, ne venivano prescelti 12, ai quali era concesso di intraprendere la carriera politica, cominciando a 27 anni dalla carica minore, Questura, con la possibilità di fare carriera procedendo per gradi.

Per candidarsi ad una carica superiore dovevano passare almeno due anni dalla scadenza di quella precedente ed alcune cariche non potevano essere ricoperte più di una volta. Silla con la Lex Cornelia de magistratibus elevò le età minime: 30 anni per la Questura; 40 per la Pretura; 43 per il Consolato.

Augusto modificò il Cursus honorum e dettò nuovi parametri di avanzamento, ridefinendo la gradualità delle gerarchie e la obbligatorietà del rispetto dei passaggi preliminari. Concesse che alcune cariche minori potessero essere ricoperte dalla Classe Equestre, quadri militari, e da Plebei.

Potevano diventare magistrati solo i maschi, nati liberi, civis ingenui, e con la cittadinanza romana; erano esclusi invece i Latini dei municipia e delle coloniae; i liberti e i peregrini, ovvero gli stranieri residenti a Roma.

Le principali Magistrature erano, in ordine gerarchico, la Questura, l’Edilità, il Tribunato, la Pretura, la Censura, il Consolato. Si dividevano in minori – quaestura, aedilitas, tribunatus – e maggiori – praetura, censura, consulatus.

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