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Consiglio Lombardia approva Risoluzione a tutela tecnici di radiologia

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Consiglio regionale della Lombardia


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Risoluzione approvata all’unanimità

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Consiglio Regionale della Lombardia.

Istituire un tavolo tecnico di lavoro per affrontare le problematiche della radiologia medica. Questo quanto stabilito da una Risoluzione, approvata oggi, 5 febbraio, all’unanimità con 68 voti a favore in Consiglio regionale.
Il documento, illustrato dal Presidente della Commissione Sanità Emanuele Monti, Lega, chiede al Presidente Fontana di individuare soluzioni nell’ambito delle competenze della Regione, tutelando la professionalità acquisita e garantendo le prestazioni dei professionisti all’interno delle strutture sanitarie e sociosanitarie, secondo la normativa in vigore.

Il tema dei rischi derivanti dall’impiego delle radiazioni era stato sollevato dai rappresentanti degli ordini professionali nelle audizioni in Commissione.
Soddisfazione per l’esito della votazione è stata espressa dallo stesso

Emanuele Monti che ha sottolineato l’importanza di un provvedimento

Che consentirà di lavorare su tutta una serie di problemi aperti. Già nella delibera delle regole, la Giunta regionale aveva recepito alcune delle note che ci erano pervenute, mentre ora anche il Governo nazionale ha deliberato in tema di ordini professionali.

Questa Risoluzione crea quindi un collegamento importante, con la nascita di un Tavolo tecnico all’interno della Direzione Generale del Welfare che andrà a fare da ponte tra Regione Lombardia e gli operatori che quotidianamente vivono il tema con grande impegno e professionalità.

Nello specifico, il documento approvato impegna la Giunta ad attivarsi presso la Conferenza Stato Regioni e il Governo per individuare una soluzione

Affinché i professionisti potenzialmente equivalenti e coloro che, pur non essendo in possesso dei requisiti richiesti dall’attuale normativa per l’iscrizione al relativo albo, sono entrati e hanno operato in modo lecito e trasparente, possano continuare ad operare purché in possesso di titoli di studio, percorsi formativi e professionali idonei, tutelandone la professionalità acquisita per continuare a garantire le loro prestazioni all’interno delle strutture sanitarie e sociosanitarie.

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