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‘Classi pericolose’, presentazione libro

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Enzo Ciconte, Classi pericolose


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Appuntamento il 20 giugno al Teatro di piazza Santa Chiara, 1, a Roma

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa della Regione Lazio.

Lunedì 20 giugno, alle ore 18:00, presso il Teatro di piazza Santa Chiara, 1, a Roma presenteremo il libro di Enzo Ciconte ‘Classi Pericolose – Storia Sociale della Povertà dall’Età Moderna ad Oggi’.

Con l’autore parteciperanno il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando, il Prof. Andrea Riccardi fondatore della Comunità di Sant’Egidio e la giornalista di Famiglia Cristiana Annachiara Valle.

Questo libro tesse le fila di una secolare vicenda che parte dagli albori dell’età moderna, quando per la prima volta il povero perde la concezione sacrale che aveva avuto nel Medioevo, e diventa, agli occhi dei gruppi dominanti, colpevole del proprio stato.

Si avvia un processo di criminalizzazione per cui accattoni, vagabondi, stranieri iniziano a essere percepiti come una minaccia.

L’idea che i poveri, i contadini e gli operai, siano un pericolo sociale si afferma nel dibattito pubblico. È una storia che dal Cinquecento arriva all’oggi, evidenziando linee di sconcertante continuità a cui due voci autorevoli come il prof. Andrea Riccardi e il Ministro Andrea Orlando, presenti all’iniziativa, si oppongono, proponendo una prospettiva di giustizia e uguaglianza.

Proprio l’ISTAT recentemente ha pubblicato i dati sulla povertà relativi al 2020. La povertà assoluta torna a crescere coinvolgendo la cifra record di 2,6 milioni di famiglie, 5,6 milioni di persone.

Per quanto riguarda la povertà relativa, invece, è stato registrato un aumento nel 2020, coinvolgendo oltre 8 milioni di persone.

Basterebbe pensare ad alcuni quartieri periferici di Roma in cui le mappe del disagio sociale si sovrappongono alle numerose piazze di spaccio in mano ai clan mafiosi, dove regna il degrado, la disoccupazione, la povertà educativa, la violenza, l’abbandono scolastico, dove mancano servizi sociali, infrastrutture culturali adeguate.

La criminalità organizzata si annida nella povertà, si nutre oggi delle diseguaglianze crescenti nel paese.

Le mafie prosperano sulla povertà materiale e culturale, negano i diritti, sottraggono risorse e costruiscono marginalità. E per queste ragioni che discutere di povertà e disuguaglianza aiuta a rendere più efficace un nuovo e rinnovato impegno contro le mafie.

Così in una nota il Presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio, Gianpiero Cioffredi.

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