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Chronicle, quando il (super)potere dà alla testa

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‘Chronicle’ è un buon film, ben scritto, da Max Landis, figlio del mitico John, e diretto ancora meglio, da Josh Trank, con la soggettiva perenne di una telecamera, non sempre la stessa, ma di una qualunque che nella narrazione è presente in scena, mai messa a caso, sia essa quella della videosorveglianza di un negozio o di una scuola che quella delle tv o semplicemente di un videofonino.

L’abilità nel girare questo “found footage movie”, definizione che descrive un vero e proprio genere di film raccontati visivamente come fossero filmati amatoriali e di occasione, sta nell’aver cercato nella sceneggiatura l’escamotage per cui i poteri che dall’oggi al domani si ritrovano i protagonisti, permettano loro di manovrare e far funzionare la videocamera che li riprende usando semplicemente la telecinesi.

Così la pellicola è come venisse girata per la maggior parte del tempo da una cinepresa che volteggia nell’aria per rendere possibile, in alcuni casi, la visione di tutti e tre i personaggi principali.

Mentre si guarda ‘Chronicle’ si pensa agli effetti speciali e alla probabile spesa necessaria a creare alcune scene e movimenti dei ragazzi o degli oggetti e, invece, il costo complessivo dell’opera è stato appena di 12 milioni di dollari, quintuplicati al botteghino americano.

Grazie alla Atomic Visual Effects del sudafricano Simon Hansen molti degli effetti che si vedono sono stati creati artigianalmente e solo in pochi casi con il digitale.

Oltre al lodevole lato tecnico, capace nelle similitudini stilistiche comunque di tenere le distanze dai progetti precedenti come ‘Blair Witch Project’, ‘Paranormal Activity’ e ‘Cloverfield’, c’è la storia raccontata che dal risvolto fantascientifico riesce a cavare fuori un dilemma morale da non sottovalutare.

I tre protagonisti dall’oggi al domani si ritrovano con superpoteri che permettono loro di fare qualsiasi cosa con la forza del pensiero, persino volare e, con il passare del tempo, diventano sempre più consapevoli di questa sorta di onnipotenza.

Ma non tutti riescono a controllare il potere conquistato, regalato o capitato e, in molti casi, le debolezze psicologiche e le frustrazioni scatenano i peggiori istinti, di violenza e di vendetta, in alcuni esseri umani.

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Autore Paco De Renzis

Nato tra le braccia di Partenope e cresciuto alle falde del Vesuvio, inguaribile cinefilo dalla tenera età… per "colpa" delle visioni premature de 'Il Padrino' e della 'Trilogia del Dollaro' di Sergio Leone. Indole e animo partenopeo lo rendono fiero conterraneo di Totò e Troisi come di Francesco Rosi e Paolo Sorrentino. L’unico film che ancora detiene il record per averlo fatto addormentare al cinema è 'Il Signore degli Anelli', ma Tolkien comparendogli in sogno lo ha già perdonato dicendogli che per sua fortuna lui è morto molto tempo prima di vederlo. Da quando scrive della Settima Arte ha come missione la diffusione dei film del passato e "spingere" la gente ad andare al Cinema stimolandone la curiosità attraverso i suoi articoli… ma visto i dati sconfortanti degli incassi negli ultimi anni pare il suo impegno stia avendo esattamente l’effetto contrario. Incurante della povertà dei botteghini, vagamente preoccupato per le sue tasche vuote, imperterrito continua la missione da giornalista pubblicista.