Chiudi i tuoi social subito oppure…

    Social media

    Non è una minaccia, ma un amichevole avvertimento.
    Conoscete Jaron Lanier? È un informatico, compositore e saggista statunitense, uno dei pionieri della realtà virtuale. Negli anni 80 ha fondato una delle prime aziende a commercializzare visori e guanti per la realtà virtuale.

    Scrive anche libri e uno dei più letti lo ha intitolato ‘Dieci argomenti per eliminare subito i tuoi account social’.

    Non è un terrorista o una persona contraria al sistema, anzi: è un convinto sostenitore dell’individualità e della libera volontà.

    E in questo libro spiega perché vuole che ciascuno di noi prenda consapevolezza di come la libertà e il libero arbitrio debbano restare nella nostra disponibilità e non essere letteralmente lasciati ai social.

    I suoi dieci argomenti sembrano convincenti. Andiamoli a vedere.

    1. Stai perdendo il tuo libero arbitrio

    Lanier sostiene che le piattaforme social operino attraverso un meccanismo di modifica comportamentale, spingendoci a usarle sempre più spesso con tecniche di dipendenza.

    Una volta che siamo agganciati, ci vengono mostrati contenuti, ma anche annunci pubblicitari altamente personalizzati, che influenzano le nostre abitudini di consumo e le nostre opinioni politiche e sociali.

    2. I social media sono imperi di modifica comportamentale

    Lanier introduce il concetto di BUMMER, Behaviors of Users Modified, and Made into an Empire for Rent – Comportamenti degli Utenti Modificati e Trasformati in un Impero a Noleggio.

    Con questo termine si riferisce alle piattaforme che monetizzano la nostra attenzione e il nostro comportamento, permettendo a chi paga di influenzarci su larga scala.

    3. I social media ti rendono una persona peggiore

    Le interazioni rapide e superficiali sui social favoriscono il conflitto e riducono la capacità di confronto costruttivo. Lanier sostiene che, invece di sviluppare idee complesse e argomentazioni articolate, gli utenti tendano a inserirsi in dinamiche di branco, cercando di difendere la propria posizione e attaccare gli altri.

    4. I social media minano la verità

    Lanier evidenzia come la disinformazione prosperi sulle piattaforme social. Clickbait, fake news e interazioni artificiali – bot, account falsi, recensioni comprate – creano un ambiente in cui la verità è secondaria rispetto al coinvolgimento degli utenti.

    5. I social media svuotano di significato le parole

    Le comunicazioni sui social mancano spesso di contesto e sfumature. Un commento o un tweet possono essere estrapolati, distorti e fraintesi, generando polemiche e fraintendimenti che in una conversazione faccia a faccia non si verificherebbero.

    6. I social media riducono la tua capacità di empatia

    Le piattaforme ci immergono in bolle di filtraggio in cui vediamo solo contenuti che rafforzano le nostre opinioni preesistenti. Questo porta alla polarizzazione e alla perdita di empatia verso chi la pensa diversamente.

    7. I social media ti rendono infelice

    Diversi studi dimostrano che l’uso dei social è associato a un aumento dell’ansia, della depressione e dell’infelicità.

    Lanier sottolinea che il modello di ranking sociale – con like, follower e interazioni – crea un ambiente competitivo e artificiale che può farci sentire costantemente giudicati.

    8. I social media minano la tua dignità economica

    Le piattaforme social, essendo gratuite, guadagnano solo attraverso la pubblicità, il che significa che i creatori di contenuti devono competere ferocemente per l’attenzione.

    Questo porta a un’economia in cui solo pochi riescono a guadagnarsi da vivere, mentre la maggior parte dei contenuti viene sfruttata senza un vero riconoscimento economico.

    9. I social media stanno distruggendo la politica

    Lanier descrive come le piattaforme abbiano contribuito alla radicalizzazione politica e all’instabilità sociale. Movimenti come la Primavera Araba e le elezioni americane del 2016 hanno dimostrato che i social possono essere strumenti potenti, ma anche pericolosi quando vengono utilizzati per la manipolazione di massa.

    10. I social media ‘odiano la tua anima’

    L’ultimo argomento di Lanier è più filosofico: i social media, nel loro modello attuale, ci disumanizzano, trattandoci come meri dati da sfruttare.

    Le grandi aziende tecnologiche si pongono come nuove divinità digitali, al centro della nostra esistenza, ma in realtà il loro obiettivo è solo massimizzare il profitto.

    Il libro di Lanier è breve, meno di 150 pagine, ma incisivo. Il suo invito a disconnettersi non è necessariamente definitivo: suggerisce di provare a eliminare i social per un po’ e valutare i benefici. O di imparare a usarli.

    Personalmente, non sono ancora pronto a lasciare del tutto i social media, anche perché li utilizzo per lavoro e per condividere contenuti (spero) di valore. Grazie ai social ho creato l’Homo Googlis. Ma vorrei ridurre la mia dipendenza.

    Il messaggio di Lanier è chiaro: dovremmo smettere di comportarci come cani addestrati dai social e iniziare a essere più indipendenti. E forse, in un futuro non troppo lontano, potremmo vedere nascere piattaforme più etiche e rispettose della nostra libertà.

    Autore Gianni Dell'Aiuto

    Gianni Dell'Aiuto (Volterra, 1965), avvocato, giurista d'impresa specializzato nelle problematiche della rete. Di origine toscana, vive e lavora prevalentemente a Roma. Ha da sempre affiancato alla professione forense una proficua attività letteraria e di divulgazione. Ha dedicato due libri all'Homo Googlis, definizione da lui stesso creata, il protagonista della rivoluzione digitale, l'uomo con lo smartphone in mano.