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Casa Rut: amore e solidarietà

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Casa Rut


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A Caserta una casa che offre una speranza alle vittime dello sfruttamento della prostituzione

Riceviamo e pubblichiamo.

Per chi si occupa di volontariato, Casa Rut è un nome ben noto: da anni infatti la struttura casertana accoglie e ospita giovani donne per aiutarle a uscire dall’inferno perverso della prostituzione.

Le ospiti, tutte di nazionalità nigeriana, sono sfuggite allo sfruttamento e vedono ora la possibilità di rinascere, ripartendo con una vita finalmente normale dopo anni di vessazioni.

Il merito è principalmente di Suor Agnese e delle altre sorelle: grazie a loro le ragazze hanno pian piano ritrovato la fiducia nei confronti del genere umano. Ma, prima di tutto, una Casa con la “C” maiuscola. Perché se ti senti a casa, se capisci che sei di nuovo in una famiglia, forse denunciare chi fino a ieri ti sfruttava inizia a far meno paura.

Di recente una delegazione di Casa Rut è stata ricevuta da Papa Francesco, sempre sensibile alla salvaguardia dei più deboli.

Tuttavia la storia di questa comunità risale a molti anni fa, come racconta Suor Assunta:

Nasce come risposta, verso la fine degli anni ’90, ad una sfida della Chiesa che ci chiedeva di far fronte alle nuove povertà. Noi sorelle abbiamo pensato a quali povertà potevamo aiutare.

Parlando con la Caritas abbiamo saputo che in questo territorio c’era molta immigrazione; siamo state ricevute dall’allora vescovo Raffaele Nogaro che rimase contento della nostra proposta. Partimmo con questo progetto di casa di accoglienza con due suore per una prova, la Caritas ci diede un appartamentino.

Pian piano, nel 1995, si è costituita questa presenza sul territorio. Casa Rut è nata qualche anno dopo quando l’8 marzo del 1997, nel vialone Carlo III, con un cesto di primule avevano scritto in tre lingue ‘Cara sorella, c’è qualcuno che pensa a TE con Amore!’

Avvicinare queste ragazze non fu facile allora e non lo è nemmeno adesso, la paura è tanta. Ma poi loro stesse hanno chiesto che le suore ritornassero ripetutamente. C’è stato un momento in cui una prima ragazza ha chiesto di salire in macchina e venir via, dopo di lei altre ed altre ancora.

Da lì è partita Casa Rut. Casa Rut è partita da un fiore e da tanto Amore verso queste ragazze. Dopo 24 anni abbiamo accolto quasi 700 ragazze e sono nati 80 bambini. Molte cose fatte in silenzio, un silenzio che fa rumore perché, oltre a Casa Rut, abbiamo anche la Coperativa ‘New Hope’ per dare uno sbocco lavorativo a queste ragazze.

E in effetti sono tanti i progetti nati nel tempo o ancora in divenire per provare a donare un futuro a queste donne così coraggiose, magari insegnando loro un mestiere o aiutandole a inserirsi nel mondo del lavoro grazie alle loro stesse idee, o intuendo le capacità individuali di ciascuna.

Prossimamente, ad esempio, partirà un nuovo progetto, sul quale torneremo, che ha proprio il fine di agevolare il reinserimento delle ragazze.

È chiaro che prima di tutto questo, c’è il gran lavoro fatto da Casa Rut per guadagnare la fiducia delle donne. Possiamo solo immaginare quanto loro possano essere restie, all’inizio, incapaci di fidarsi del prossimo, vista la vita che hanno dovuto vivere.

Spiega Suor Agnese:

Ci vuole tempo, pazienza ed uno sguardo d’amore. Guardare chi hai di fronte non come un ‘fenomeno’, ma come ‘persona’.

Ognuno di noi ha un bagaglio di esperienze anche non belle ma non bisogna scoraggiarsi se all’inizio queste ragazze appaiono silenziose o diffidente; il volontario arriva con la sua idea di salvare il mondo e poi si scontra con una realtà più dura delle aspettative e tende a scoraggiarsi. Bisogna perseverare.

Proprio una di queste ragazze in attesa di regolarizzare la sua posizione ci spiega quanto sia stato importante per lei, e non scontato, riuscire a fidarsi nuovamente di qualcuno.

Io in casa Rut ho trovato Casa, perché una casa è dove trovi una famiglia, queste erano le cose che mi mancavano.
Ora sogno di diventare estetista e di farmi una famiglia tutta mia.

Da essere umano non si può far altro che applaudire e ringraziare perché nel mondo esistono persone come Suor Agnese, Suor Assunta e le altre sorelle di Casa Rut. E, anche, tante donne coraggiose come Rachel, che arrivano a sfidare i loro aguzzini perché capiscono che non tutte le persone al mondo sono malvagie.

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