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Cardito: IMU, l’ennesima figuraccia

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Dopo un inquietante pasticcio con le aliquote, presunti errori di battitura e correzioni da barzelletta, la delibera che regola l’IMU è approvata in ritardo e non è trasmessa al Ministero. I tecnici giocano a rimpiattino con improbabili scuse.

Ancora una volta amministratori e funzionari del Comune di Cardito danno prova della loro incompetenza. Un’altra figuraccia arriva sull’IMU. L’articolo 13, comma 6, del Dl n. 201 del 2011, stabilisce che l’aliquota di base dell’imposta è pari allo 0,76 per cento.
I comuni con deliberazione del consiglio comunale, adottata ai sensi dell’articolo 52 del Dlgs n. 446 del 1997, possono modificare, in aumento o in diminuzione, l’aliquota di base sino a 0,3 punti percentuali.
Semplice fare i conti. Almeno, semplice per chi possiede una scolarizzazione medio-bassa. Le addizioni con le virgole si studiano alle elementari. Un bambino sa che 0,76+0,3=1,06. Questo nell’ipotesi che si voglia applicare l’aliquota massima prevista dalla normativa. Il Comune di Cardito ha compiuto appunto questa scelta. Il massimo, giù di botte ai cittadini.
Ma da responsabili ed amministratori carditesi era lecito aspettarsi un pasticcio. Puntualmente c’è stato!

Le delibere. Con delibera di giunta n° 168 del 29 ottobre come aliquota di base viene proposta al consiglio comunale un inquietante 1,6%. Sì, avete capito bene.
L’errore era presente già nel dispositivo di approvazione della precedente deliberazione di giunta, successivamente corretta, la 142 dell’otto agosto. A firma del precendente assessore. Dotato di parere dei vari responsabili.
Fortunatamente l’assessore passa la mano. Ma si cade dalla padella alla brace. Un ulteriore aumento dell’aliquota relativa agli immobili concessi a parenti di primo grado e l’errore reiterato. Eppure il “valente” neoassessore era stato salutato come salvatore della patria. Firma la delibera senza ferire colpo, rendendosi complice dello svarione. Inoltre, che competenze ha lo stesso perchè gli vengano affidati i tributi? Qualcuno direbbe che è come se ci si recasse al pronto soccorso trovando un falegname invece del medico. Non ci risulta sia laureato in economia, ma potremmo sbagliarci.

Il Bilancio. In fase di approvazione del Bilancio cosa è successo? Le entrate sono state calcolate in ragione dell’1,6%? In questo caso l’aliquota è fuorilegge. I cittadini la possono impugnare. Possono addirittura rifiutarsi di pagare la parte di competenza del comune, versando solo quella dovuta allo stato.
L’aliquota dovrebbe essere stata corretta in fase di approvazione del bilancio, ma si tratta solo di un altro pasticcio. Il consiglio comunale ha approvato le aliquote IMU con deliberazione n° 28 del 16 novembre, ben oltre il termine ultimo fissato al 31 ottobre. Stringato il testo. Si fa propria in ogni sua parte la famigerata delibera di giunta n° 168. Che ha come aliquota l’1,6%. Solo sulla copia in allegato della stessa e solo a penna viene scritto accanto a 1,6 un’1,06. Nelle premesse si fa riferimento ad un mero errore di battitura. Ma se si approva in toto la 168 si approvano anche i meri errori di battitura, con relativa aliquota all’1,6, i ritocchi a penna e le premesse non fanno testo. La 168 è stata approvata, firmata e controfirmata con quella cifra. Pubblicata all’albo pretorio con quella cifra. Del resto anche la 142 aveva lo stesso mero errore di battitura. Per la serie, sbagliare è umano, perserverare è diabolico. Sembra una barzelletta, ma è tutto vero, tutto pubblicato dall’ente. Cosa sia stato messo a bilancio non si sa, perchè lo stesso non è presente sul sito del comune, all’albo pretorio esiste solo la delibera senza allegati. Vedi mai che per un mero errore di battitura non sia stata usata la stessa aliquota anche per la corrispondente voce di entrata. A Cardito c’è da aspettarsi di tutto.

La trasmissione. Ma a Cardito esiste sempre il peggio e di peggio. Le deliberazioni adottate in consiglio comunale circa le variazioni delle aliquote di base IMU devono essere trasmesse al Ministero dell’Economia e delle Finanze, così come eventuali regolamenti, pena la decadenza.
Ad oggi non risulta nessuna trasmissione. Da una verifica al Ministero non risulta nessuna deliberazione o regolamento proveniente dal comune di Cardito. Una risposta ufficiosa è arrivata, ma risulta inconsistente. Il Ministero è indeciso se pubblicare la delibera di giunta o quella di consiglio comunale. Perchè mai sarebbe stata trasmessa la delibera di giunta? Nel citato articolo 13, comma 6, del Dl n. 201 del 2011 la competenza viene assegnata al consiglio comunale. La delibera di giunta è solo di proposta ed indirizzo.
Che uno svarione simile possa capitare a qualche supertecnico carditese è plausibile. Che il Ministero si ponga il problema di pubblicare un atto di un organo che non ha nessuna competenza in merito sembra alquanto inverosimile. Qualcuno maligna che si tratti solo di una scusa in attesa di tappare in qualche modo il buco.

L’opposizione Non si conoscono posizioni in merito. Ci si chiede su cosa si debba caratterizzare un’opposizione. Per ora solo sterili interventi lunghi, oltre regolamento, anche frutto di svarioni. O imbarazzanti silenzi. Poi il vuoto. Un’opposizione seria chiederebbe chiarezza. Anche su quanto attiene la trasmissione.

Le possibili conseguenze. Nel caso in cui le entrate provenienti siano state calcolate nella misura dell’1,6% non sarebbe aliena la possibilità di prefigurare un falso in bilancio. Senza ombra di dubbio, visto che la delibera di consiglio recepisce in toto quella di giunta, quanto meno ci sembra che le aliquote siano impugnabili. Ci sono elementi sufficienti per una class action. I cittadini possono sicuramente chiedere che sia invalidata la delibera, chiedendo che sia riportata l’aliquota a quella base dello 0,76%. In questo caso il bilancio, anche prevedendo l’aliquota dell’1,06% come effettivo calcolo delle entrate, sarebbe viziata. Questo nel caso in cui la delibera stessa non decada per la mancanza trasmissione al Ministero.
Che dire? In un paese civile ci sarebbero da aspettarsi dimissioni di massa. E un enorme mea culpa di responsabili vari. Di chi ha proposto e di chi ha vistato. Anche perchè non si tratta del primo svarione. Non si sa fino a che punto determinati da superficialità, incompetenza o cattiva fede.
Esiste un ricorso del sindacato contro una posizione di dirigente occupata in modo illegale. Si prefigura il danno erariale.
Ma questa è un’altra storia.
E un altro articolo.

Pietro Riccio

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Autore Pietro Riccio

Pietro Riccio, esperto e docente di comunicazione, marketing ed informatica, giornalista pubblicista, scrittore. Direttore Responsabile del quotidiano online Ex Partibus, ha pubblicato l'opera di narrativa "Eternità diverse", editore Vittorio Pironti, e il saggio "L'infinita metafisica corrispondenza degli opposti", Prospero editore.