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Caravan teatro



IV spettacolo della rassegna teatrale 61RL5

Lo spettacolo si terrà al Nuovo Teatro Sancarluccio il 17 e 18 marzo.

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa di HERMES COMUNICAZIONE.

17-18 marzo

CARAVAN TEATRO

JANARA

di Giovanni Del Prete

con: Francesca Iovine, Silvia Del Zingaro, Vincenzo Oliva.
Scene e costumi: Caravan Teatro
Regia: Giovanni Del Prete 

Sinossi e note

Una trama senza trama.

Uno spettacolo che, basato su una ricerca antropologica delle tradizioni popolari, sulle credenze e superstizioni del Sud Italia, cerca di far rivivere un passato, ancora presente in alcune zone, anche non remotissime, attraverso la magia della cattiveria, del male. Tutti attributi per credenza femminili. E la figura di donna che racchiude tutti questi elementi è la Janara.

La janara, è la strega, e in ogni cosa gioisce della rabbia, dell’insoddisfazione, della zizzania, anche autoreferenziale. Come ogni magia di colore, agisce tramite simulacri umani e ombre, tramite figure e totem vitali, che rappresentano categorie antropiche, simboli di una umanità in cui stillare, a gocce di esperienza, il male.

Nell’acronia, i luoghi si confondono diventando uno solo (quello teatrale), l’immaginazione passa da case abbandonate, vecchie, fatiscenti a campagne verdi e fertili, a intimi spazi di gioco per grandi e piccoli. Quindi non necessariamente cupi e bui, proprio perché il male si compie anche sotto la luce del sole, anche attraverso le parole di un bambino, così senza motivo. Riti, ritorni e richiami di un contesto che sfuma, dunque da afferrare non in una sola dimensione, ma in più realtà: possibili interazioni tra episodi che sfogliano la verità di tutti.

Narrativamente, il male è un elemento fondamentale, è l’antagonismo, è l’ostacolo oltre il quale c’è la riuscita, la vittoria.  In Janara, la catarsi è di segno meno, sfugge a connotazioni morali o religiose, e decide da sé, immagine dopo immagine, l’aura entro cui la manifestazione si consuma. La janara affascina, come il male subdolo canta una lingua viva e sprezzante, forte, in una sola parola, “necessaria”, proprio come una Janara vorrebbe essere definita.

 


 

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