Il pasto consumato nelle comunità deve rispondere a requisiti qualitativi che prevedano varianti per esigenze speciali e per diversi orientamenti etico-religiosi
Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.
Nuove linee di indirizzo per la ristorazione delle strutture socio-assistenziali residenziali e semiresidenziali sono state approvate dalla Giunta regionale toscana, con l’obiettivo di garantire agli utenti ospiti, anziani autosufficienti e non autosufficienti delle RSA, adulti o adolescenti delle Case famiglia, pazienti psichiatrici dei centri diurni, una ristorazione idonea alle loro specifiche esigenze nutrizionali.
Dichiara il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani:
Le nuove linee guida sono state elaborate da medici e dietisti delle Aziende USL e forniscono ai responsabili delle strutture socio-assistenziali i criteri per elaborare un piano nutrizionale equilibrato e coerente con i LARN, Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia, fissati per la popolazione italiana.
I piani nutrizionali che saranno predisposti sulla base di esse terranno conto dei diversi fabbisogni nutrizionali ed energetici delle persone cui è destinato, della gradevolezza del pasto, della sicurezza alimentare.
Particolare attenzione sarà riservata alla prevenzione della malnutrizione e dell’eccesso di peso.
Spiega l’Assessore regionale alla salute Simone Bezzini:
Gli anziani ospiti delle Residenze Sanitarie Assistenziali rappresentano un gruppo ad alto rischio di malnutrizione a causa di depressione, deterioramento cognitivo e funzionale e difficoltà di deglutizione, con conseguente compromissione dello stato di salute e aumento della mortalità.
Per questo la cura degli aspetti nutrizionali del pasto nell’ambito della ristorazione assistenziale è molto importante: la diagnosi e il trattamento della condizione di malnutrizione possono migliorare le condizioni cliniche e la qualità della vita degli utenti delle strutture socio-assistenziali, riducendo nel contempo i costi sanitari.
In Toscana, gli anziani ospiti delle strutture residenziali socio-assistenziali e socio-sanitarie sono pari a 14,67 ogni 1.000 abitanti ultrasessantacinquenni, a fronte di una media italiana di 18,30 ogni 1.000.
In Toscana, come in Italia, oltre la metà degli anziani assistiti nelle strutture, 54,9%, ha più di 85 anni.
Il pasto consumato nelle comunità deve dunque rispondere a requisiti qualitativi che prevedano varianti per esigenze speciali, diabete, ipertensione, insufficienza renale, disfagia, e per diversi orientamenti etico-religiosi.
Devono inoltre esserci una selezione accurata delle derrate alimentari, il rispetto della stagionalità dei prodotti alimentari e l’adozione di tecniche di cottura salubri.
Il modello alimentare di riferimento è quello della dieta mediterranea, in grado di garantire uno stile alimentare sano e sostenibile.
Gli indirizzi forniscono consigli anche sulle modalità della somministrazione del pasto, orari, ambienti, presentazione, nella consapevolezza che la consumazione del pasto assume un’importante funzione di socializzazione e inclusione, sulla verifica del gradimento e sul recupero del cibo non utilizzato.
Il piano nutrizionale adottato nelle strutture socio-assistenziali residenziali e semiresidenziali, sia pubbliche che private, dovrà essere valutato a validato dalle Aziende USL, in particolare dai servizi di igiene pubblica e nutrizione, IPN, dei Dipartimenti di Prevenzione.
Alle Aziende USL spetterà anche l’attività di controllo: il servizio di igiene pubblica e nutrizione controllerà sia il rispetto dei menu formalizzati e validati, sia il gradimento dei pasti sia alcuni aspetti connessi al gradimento da parte degli utenti come tempi, modi, temperature e luoghi della somministrazione.