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Al Teatro Zona Vomero Tre donne per tre film

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Tre donne per tre film


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Interessante proiezione di tre corti in chiave femminile

Ieri, 22 giugno, ore 20:30, presso il Teatro Zona Vomero, Via Mario de Ciccio, 18, Napoli, si è svolto il nuovo appuntamento della rassegna perpetua di cinema indipendente ad ingresso gratuito ‘Zona Indipendente Cinema‘, direzione artistica Nicola Guarino.

Ambiente intimo ed accogliente del comico Michele Caputo che assomiglia più ad un salotto privato che ad una sala di proiezione vera e propria, lo spazio per l’arte, musica, teatro, cinema e cabaret ben si adatta alla formula frizzante e snella scelta per l’occasione.

Una piacevolissima serata di proiezione di cortometraggi dedicata alle donne Tre donne per tre film, ‘La Slitta’‘Domus Amoris’ ‘Le ragazze di Mario’, arricchita dai molteplici spunti offerti grazie alle considerazioni tra l’impeccabile Nicola Guarino e la preparatissima Beatrice Rossano che, nell’esporre il suo punto di vista di giovane cultrice della settima arte, non manca di rivolgere acute domande alle registe ed attrici presenti in sala.

Assolutamente positivo il fatto che la discussione si svolga prima della visione dei corti perché al pubblico viene data la giusta chiave di lettura per cogliere appieno le intenzioni registiche e le finalità delle opere.

Il primo corto proiettato, di 19 minuti, ‘La Slitta’, di Emanuela Ponzano, con Riccardo Specchio, Ivan Franek, Emanuela Ponzano, Alban Pajolli, ha vinto il ‘Sanese d’argento’ alla ventesima edizione del Terra di Siena Film Festival.

È la stessa regista, attualmente in Spagna, a spiegarci in un video la sua idea di fondo, trattare il tema dell’alterità e della necessità di integrazione tra etnie diverse in modo pedagogico.

Ambientato nell’entroterra lucano con condizioni disagiate dovute alla neve, il corto ha avuto il Patrocino dell’UNICEF, dell’Ambasciata di Albania in Italia e della Roma Lazio Film Commission e il riconoscimento dell’UNAR.

La trama si dipana tra silenzi interlocutori e sguardi penetranti.

Racconto delicato che si sofferma sull’incomunicabilità, i pregiudizi, le paure verso l’alterità di una famiglia in cui i coniugi, indugiando sulla loro infelicità personale e di coppia, tendono ad ignorare il figlio, Alfred, un bambino che chiede solo affetto e normalità.

Dopo l’ennesimo aspro diniego paterno che rifiuta di farlo andare nella piazza del paese a giocare con i coetanei perché non bisogna avere contatti con gli stranieri giunti nel Belpaese solo per rubare posti di lavoro e beni, il piccolo fugge di casa per raggiungere i compagni di classe, ma si perde nel bosco dove l’incontro inaspettato con uno ragazzino, proprietario di una slitta, cambierà la sua ottica.

Se il primo impatto tra i due è negativo, caratterizzato com’è da un brusco diverbio che si fonda su preclusioni sociali inculcate nell’habitat familiare, man mano l’angolo di osservazione muta sino a chiarire che ipocrisie, preconcetti ed incomprensioni non sono altro che segni evidenti di chiusura mentale ed incapacità di aprirsi con fiducia e ottimismo al mondo.

Il percorso interiore che i due compiono insieme grazie al gioco con la slitta permette ai due di trovare punti in comune e di divertirsi con complicità e serenità.

L’indomani, svegliatosi nel suo letto, Alfred crede che l’avventura appena trascorsa sia stata invece solo un bellissimo sogno, salvo scoprire, inaspettatamente, che davanti la porta di casa c’è proprio la slitta.

Il richiamo alla slitta, oltre ad essere un ricordo dell’infanzia della regista, ovviamente, ha una forte connotazione simbolica, rappresentando la sfera emotiva che se riesce a svincolarsi dalle redini della ragione regala momenti di magica e spensierata libertà.

Un messaggio positivo e fiducioso che il cambiamento nella vita possa sempre avvenire.

Il secondo corto, di 17 minuti, ‘Le ragazze di Mario’, di Cinzia Mirabella, con Tosca D’Aquino, Arduino Speranza, Cinzia Mirabella, Martina Pinto, Gianluca Magni, Veronica Rega, Angelica Loredana Anton e Francesca Onori, ha vinto il premio come miglior cast al ‘The Gulf of Naples Independent Film Festival’.

La regista spiega la sua scelta di narrare rapporti di complicità, intesa, affiatamento e assenza totale di rivalità come auspicio di collaborazione armoniosa tra le persone.

Si parte dal disastroso incidente di dispersione di diossina di Seveso, per narrare una storia di sincere amicizie e di amore ambientata a Spoleto 17 anni dopo.

Rispetto al precedente è un corto in cui il dialogo è più presente, anche se non mancano momenti intensi di silenzio.

Anche in questo caso un racconto di speranza, dal retrogusto a tratti amaro, che coinvolge le quattro amiche impegnate in una nuova attività imprenditoriale insieme a Mario, il proprietario del pub, amico prim’ancora che datore di lavoro.

L’epilogo, inaspettato e commovente, è incentrato sul ritrovo tra affetti persi ma mai dimenticati che lascerà un vuoto nel cuore di Mario, consapevole dell’impossibilità di trattenere a sé quella figlia che scopre solo alla fine di avere ancora una famiglia d’origine.

Il terzo corto, o meglio, un mediometraggio di 30 minuti, è ‘Domus Amoris’, di Maria Verde con Massimo Masiello, Gabriella Cerino, Diane Patierno, Peppe Celentano, Ivan Boragine, Diego Sommaripa e Salvatore Catanese, è ambientato in un bordello napoletano in periodo post bellico.

Inusuale ma riuscito lo stravolgimento del punto di vista: a prostituirsi sono uomini mentre le clienti sono facoltose donne.
La regista giustifica l’inversione dei ruoli asserendo che in fin dei conti, indipendentemente dal sesso di appartenenza, si venda la propria anima e il proprio corpo allo stesso modo.

Suggerisce poi che ciascun personaggio abbia aspetti, caratteristiche ed atteggiamenti identificativi di ogni essere umano: spavalderia, delicatezza, gioventù, maturità.

Le profonde differenze tra le due principali figure, fredda e autorevole Donna Ines, la tenutaria della casa, inizialmente timida e poi passionale Adele, l’assidua cliente che chiede sempre e solo dello stesso uomo, Michele, nascondono, in realtà, il bisogno di amore e tenerezza insito nel cuore di ogni individuo.

Donna Ines, segretamente innamorata di Michele, mal tollera l’idillio che vede consumarsi sotto i suoi occhi, conscia della sua impotenza nel dividerli perché sa che l’amore esiste e non va confuso con il possesso.

Sarà proprio il sentimento puro tra i due giovani a trionfare e Michele lascerà quella casa, finalmente libero di poter stare con la sua donna alla luce del sole.

Per il suo ruolo in questo corto Diane Patierno ha vinto il premio di Migliore attrice non protagonista alla XVII edizione del Premio Festival Napoli Cultural Classic, mentre ‘Domus Amoris’ ha ricevuto tre premi al ‘The Gulf of Naples Independent Film Festival’: Menzione Speciale GoN IFF all’attrice Gabriella Cerino, al cast e al corto.

La serata si conclude tra applausi e soddisfazione da parte degli spettatori.

L’augurio è che ad eventi di tale spessore partecipi non solo il cinefilo che abitualmente frequenta le sale cinematografiche, ma soprattutto un pubblico nuovo, desideroso di scoprire, con sana curiosità ed interesse, la magia che il cinema è in grado di regalare.

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Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.